il moralizzatore
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giovedì 1 febbraio 2007
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colonne sonore
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Ragazzi visto che ci piacciono le colonne sonore e le canzoni che parlano di Rocky ho trovato una "perla" imperdibile, un testo che parla del nostro unico, mitico grande eroe; è del grande cantautore romano Antonello Venditti e il suo titolo è "Rocky, Rambo e Sting"
"Rocky, Rambo e Sting,
l'America li vuole cosi,
angeli per le strade del mondo, SPARANDO CAZZATE DAL PROFONDO.
Rocky, Rambo e Sting
ROCKY TI VUOLE SALVARE DA UN IMMINENTE RISCHIO NUCLEARE
E CON LA FORZA DELL'AMORE
SPIEZZARE UN RUSSO IN DUE NON FA MAI MALE.
Rocky, Rambo e Sting
Ragazzo mio lo vedi come è facile salvarti dalla guerra, la guerra
ragazzo mio la pace si allontana, vuoi venire insieme a noi? Siamo i tuoi eroi.
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Ragazzi visto che ci piacciono le colonne sonore e le canzoni che parlano di Rocky ho trovato una "perla" imperdibile, un testo che parla del nostro unico, mitico grande eroe; è del grande cantautore romano Antonello Venditti e il suo titolo è "Rocky, Rambo e Sting"
"Rocky, Rambo e Sting,
l'America li vuole cosi,
angeli per le strade del mondo, SPARANDO CAZZATE DAL PROFONDO.
Rocky, Rambo e Sting
ROCKY TI VUOLE SALVARE DA UN IMMINENTE RISCHIO NUCLEARE
E CON LA FORZA DELL'AMORE
SPIEZZARE UN RUSSO IN DUE NON FA MAI MALE.
Rocky, Rambo e Sting
Ragazzo mio lo vedi come è facile salvarti dalla guerra, la guerra
ragazzo mio la pace si allontana, vuoi venire insieme a noi? Siamo i tuoi eroi.
Rambo ti vuole parlare di una nuova morale militare,
vincere è l'unico onore,
l'importante non è partecipare.
Rocky, Rambo e Sting
Ragazzo mio lo vedi come è facile salvarti dalla guerra, la guerra
ragazzo mio la pace si allontana, vuoi venire insieme a noi? Siamo i tuoi eroi.
Stign, occhi di ghiaccio,
ti guarda e ti protegge dallo spazio.
Si e messo in diplomazia, lasciando sola la polizia.
Rocky, Rambo e Sting
La guerra....la guerra...
tu fidati di noi....siamo i tuoi eroi..."
LP "venditti e Segreti" 1986
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giacobbe
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domenica 18 febbraio 2007
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il film del destino 2
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rocky è l'incarnazione del bene che combatte il male. Da notare il grande significato religioso che esprimono i film di rocky: rocky è l'angelo del signore che aiuta i deboli e li protegge dai demoni.Ivan drago è appunto l'incarnazione del male,che arriva in una terra di pace(l'america) e mette tutto in subbuglio.Apollo è l'arroganza che si mette contro il male e infatti viene sconfitto.Pauli è il mendicante che cerca riparo e viene accolto dall'angelo del signore(rocky). Adriana è la serva che obbedisce e accudisce il bambino come ogni donna dovrebbe fare. Cmq il messaggio di rocky è un messaggio di pace che avvicina i popoli(come si vede in rocky 4). La gente che critica dovrebbe andare oltre la pellicola e cercare il messaggio nascosto che solo i più intelligenti e buoni sanno cogliere.
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rocky è l'incarnazione del bene che combatte il male. Da notare il grande significato religioso che esprimono i film di rocky: rocky è l'angelo del signore che aiuta i deboli e li protegge dai demoni.Ivan drago è appunto l'incarnazione del male,che arriva in una terra di pace(l'america) e mette tutto in subbuglio.Apollo è l'arroganza che si mette contro il male e infatti viene sconfitto.Pauli è il mendicante che cerca riparo e viene accolto dall'angelo del signore(rocky). Adriana è la serva che obbedisce e accudisce il bambino come ogni donna dovrebbe fare. Cmq il messaggio di rocky è un messaggio di pace che avvicina i popoli(come si vede in rocky 4). La gente che critica dovrebbe andare oltre la pellicola e cercare il messaggio nascosto che solo i più intelligenti e buoni sanno cogliere. amen e pace
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(di eddieche)
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(di non mollare mai!!!!!!!!!!)
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(di tiger)
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camillo
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martedì 11 gennaio 2011
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straordinario!
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Sylvester Stallone si rivela non solo un grande attore,ma anche un grande regista.L'ultimo film dedicato a Rocky Balboa è straordinario(lo metto sullo stesso piedistallo del primo),Rocky perde Adriana e l'unica cosa che gli da la forza di continuare a vivere è la box,così decide di ritornare sul ring.All'inizio pensavo che sarebbe stata una follia fare un altro film su Rocky,ormai vecchio(ciò era avvenuto già in Rocky 5) e con ferite al cranio,ero convinto che potesse essere un disastro,ma mi sono ricreduto.Una storia grande,per non dire geniale,interpretazioni eccellenti e tanta morale e commozione per l'ultimo incontro di Rocky Balboa!
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carlito
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martedì 16 gennaio 2007
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operazione nostalgia
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Non spendero molte parole su questo capitolo sesto della saga di rocky.
Non e certo un film per tutti i gusti ma comunque un film capace di far respirare l'aria dei vecchi film.
Stallone a sessanta anni si gioca tutto tornando sul ring.
Mi ha fatto effetto vedere Stallone cosi invecchiato nel fisico (comunque pochi a sessant'anni sono cosi).
Ho apprezzato molto la semplicita e l'onesta del film, soprattutto per il fatto che rocky e e restera sempre un'icone del cinema anni ottanta.
Oggi, fra mille film d'azione senza pathos, fra mille supereroi digitali, ecco che ritorna alla grande un mito, un simbolo, e queste operazioni nostalgia mi piacciono sempre, mi sembra di essere tornato bambino, quando guardavo i film di Rocky (sono dell'84).
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Non spendero molte parole su questo capitolo sesto della saga di rocky.
Non e certo un film per tutti i gusti ma comunque un film capace di far respirare l'aria dei vecchi film.
Stallone a sessanta anni si gioca tutto tornando sul ring.
Mi ha fatto effetto vedere Stallone cosi invecchiato nel fisico (comunque pochi a sessant'anni sono cosi).
Ho apprezzato molto la semplicita e l'onesta del film, soprattutto per il fatto che rocky e e restera sempre un'icone del cinema anni ottanta.
Oggi, fra mille film d'azione senza pathos, fra mille supereroi digitali, ecco che ritorna alla grande un mito, un simbolo, e queste operazioni nostalgia mi piacciono sempre, mi sembra di essere tornato bambino, quando guardavo i film di Rocky (sono dell'84).
Bravo Stallone, hai messo ko tutti gli altri.
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fulvio
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mercoledì 17 gennaio 2007
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il ritorno di rocky.
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Il tempo è passato e il pugile italo-americano, di Philadelphia, scomparsa la sua amata compagna, trascorre la sua esistenza contemplando malinconicamente i nostalgici episodi di un tempo. Ora gestisce un ristorante aperto in nome della moglie. Tormentato da un rapporto non sereno con il proprio figlio, che soffre la prestigiosa ombra del padre, afferra, senza indugi, l’ultima occasione della sua vita per materializzare ricordi, voglia e tanta energia: sfidare Mason, l’attuale campione del mondo dei pesi massimi. Bello come il primo, romantico, con la voglia di raccontare, senza frenesie, una storia dolce, già vista ma sincera e onesta. Le immagini del combattimento sono suggestive e la costruzione, emotiva, del racconto avvince e coinvolge.
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Il tempo è passato e il pugile italo-americano, di Philadelphia, scomparsa la sua amata compagna, trascorre la sua esistenza contemplando malinconicamente i nostalgici episodi di un tempo. Ora gestisce un ristorante aperto in nome della moglie. Tormentato da un rapporto non sereno con il proprio figlio, che soffre la prestigiosa ombra del padre, afferra, senza indugi, l’ultima occasione della sua vita per materializzare ricordi, voglia e tanta energia: sfidare Mason, l’attuale campione del mondo dei pesi massimi. Bello come il primo, romantico, con la voglia di raccontare, senza frenesie, una storia dolce, già vista ma sincera e onesta. Le immagini del combattimento sono suggestive e la costruzione, emotiva, del racconto avvince e coinvolge. Unica pecca: il commento fastidioso, e sempre banale, dei telecronisti durante il match. Poteva essere un ottimo film, con la sola forza delle immagini. Ben tornato Rocky Balboa!
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luana
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giovedì 1 febbraio 2007
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i tempi di baffone
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Passata l’epoca dei leggendari anni ottanta caratterizzati dall’ormai famoso edonismo reganiano, epoca in cui nacquero le performances ramboidi consistenti nello sterminare quanti più vietcong-musi gialli possibile e dalle altrettanto epiche imprese rockiane di impartire sermoni di libertà ed uguaglianza alla vetusta ed opprimente dirigenza russo-bolscevica nell’unica persona degna di speranze, vale a dire il sosia (o clone? un saluto a tutti i prestigi skorpiati) di Gorbaciov, ecco che ci si ripresenta dopo ben sedici anni dall’ultimo capitolo dell’epopea del Balboa, l’atto finale che conclude l’iter della storia del più famoso pugile cinematografico italo-statunitense: un polpettone dal sapore melodrammatico e triste che racconta gli anni senili dell’ex campione perennemente frustrato nell’incedere quotidiano.
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Passata l’epoca dei leggendari anni ottanta caratterizzati dall’ormai famoso edonismo reganiano, epoca in cui nacquero le performances ramboidi consistenti nello sterminare quanti più vietcong-musi gialli possibile e dalle altrettanto epiche imprese rockiane di impartire sermoni di libertà ed uguaglianza alla vetusta ed opprimente dirigenza russo-bolscevica nell’unica persona degna di speranze, vale a dire il sosia (o clone? un saluto a tutti i prestigi skorpiati) di Gorbaciov, ecco che ci si ripresenta dopo ben sedici anni dall’ultimo capitolo dell’epopea del Balboa, l’atto finale che conclude l’iter della storia del più famoso pugile cinematografico italo-statunitense: un polpettone dal sapore melodrammatico e triste che racconta gli anni senili dell’ex campione perennemente frustrato nell’incedere quotidiano.
Vediamo infatti un Rocky cinematograficamente (ma non anagraficamente essendo più anziano l’attore protagonista) cinquantenne, rivolto con il pensiero agli anni che furono migliori e che ora vedono scomparsa l’orami mitica figura della donna della sua vita, Adriana. Completano il quadro un cognato semi alcolizzato e un figlio che costituzionalmente ha ripreso più dalla madre che non dal padre e che non è certo incalanato nella via del successo che fu di quest’ultimo. Il predetto figliolo svolge un modesto lavoro impiegatizio, che poi tra l’altro abbandonerà per “lavorare” con il padre (in vena di insegnamenti vetero-paternalistici) nell’assistenza e preparazione del match “clou” (dopo la fine dell’incontro ci si domanda se questi servirà ai tavoli del ristorantino paterno ove si confezionano cibi italiani cucinati da emigrati messicani in cerca di fortuna nel paese dei balocchi).
In questo contesto l’ex pugile intrattiene i clienti nel ricordare le imprese che furono, fino a quando ha la possibilità di ritornare ancora sul ring, di sfidare il campione del momento e di riuscire a rimanerne illeso evitando un ko tecnico affrettatamente pronosticato da tutti.
Il problema del film è che ora, caduta la cortina di ferro non ci sono più nemici certi contro cui combattere e la ricerca della felicità, chiesta a gran voce dal protagonista (non esistendo purtroppo pillole al riguardo) è più leopardiana che foscoliana o mucciniana: l’importante è, viste queste premesse, ribadire allora il teorema del sogno americano. Non importa se non vi riescono tutti a realizzarlo o se si è arrivati in alto e poi ricaduti, non essendo stati capaci di gestire le fortune faticosamente conquistate. Certo, se non fosse caduto il muro sarebbe stato in effetti più facile far vincere il campione anche questa volta, associando la vittoria ancora una volta ad una lezione di libertà liberista, consistente nella possibilità data a tutti indistintamente di poter ottenere il benessere del telefonino con fotocamera e dell’utilitaria con navigatore satellitare compreso. Il tutto in un fantomatico incontro oltrecortina, magari con un coetaneo ex gloria della nobile arte, boxer bulgaro o lettone, in un circolo dopolavoristico (gli anni passano per tutti purtroppo) della steppa siberiana davanti a modesti funzionari della dirigenza sovietica e a un pubblico di contadini oppressi dal giogo comunista e rinfrancati dalla visione del match ed eccitati dai fumi della vodka orientale. Non è ironia o sarcasmo è una visione prettamente dualistica della vita che i critici più attenti possono percepire nello svolgimento del film.
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[+] rocky 4ever
(di nn_fa_male)
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giorpost
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lunedì 1 dicembre 2014
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la saga più amata finisce dove era cominciata
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Nel lontano 1976 nasceva l’ epopea del pugile italo americano Robert ‘Rocky’ Balboa, trasformatasi in una delle saghe più famose ed amate della storia del Cinema. Trent’ anni più tardi, dopo 4 seguiti ed una serie di successi che hanno consegnato a Sylvester Stallone fama e notorietà a livello mondiale, esce quello che probabilmente sarà l’ ultimo capitolo del franchise: Rocky Balboa (USA, 2006).
L’ attore newyorkese torna non solo nelle vesti di sceneggiatore (come del resto fatto lungo tutta la serie) ma riprende anche il ruolo di regista, ceduto in 2 occasioni a John G. Avildsen nel primo e nel quinto episodio.
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Nel lontano 1976 nasceva l’ epopea del pugile italo americano Robert ‘Rocky’ Balboa, trasformatasi in una delle saghe più famose ed amate della storia del Cinema. Trent’ anni più tardi, dopo 4 seguiti ed una serie di successi che hanno consegnato a Sylvester Stallone fama e notorietà a livello mondiale, esce quello che probabilmente sarà l’ ultimo capitolo del franchise: Rocky Balboa (USA, 2006).
L’ attore newyorkese torna non solo nelle vesti di sceneggiatore (come del resto fatto lungo tutta la serie) ma riprende anche il ruolo di regista, ceduto in 2 occasioni a John G. Avildsen nel primo e nel quinto episodio. La scelta non è casuale in quanto Sly ha come obiettivo quello di mandare in pensione un personaggio così carismatico ed amato in un modo che solo lui sarebbe riuscito a proporre. In questo sesto (e non si sa se effettivamente ultimo) lavoro sulle vicende dello stallone italiano ritroviamo infatti quell’ aria di malinconia e di nostalgia che si era già vista in Rocky 5, ma stavolta la psicologia del personaggio tende a trasmettere una chiave di lettura ancor più drammatica, a cominciare dalla morte dell’ amata Adrian, personaggio determinante fino a quel momento e comunque presente nei ricordi di Rocky in molti flashback.
Rocky è un sessantenne ex pugile due volte campione del mondo, gestore di un ristorante chiamato ‘Adrian’ s’ nel quale gira tra i tavoli raccontando le sue gesta sportive e facendosi fotografare con tanto di pugno simulato sul mento. Ancora molto amato dai cittadini della sua Filadelfia, la sua appare come una pensione tranquilla ma così non è, perché intanto non riesce a darsi pace per la scomparsa della donna della sua vita avvenuta 10 anni prima, poi sente di non avere la stima di suo figlio, Robert, il quale ritiene la figura del padre troppo ingombrante per la sua vita. Inoltre gli manca qualcosa, quell’ adrenalina che gli consentiva di far sfogare la bestia che ha dentro. Nel frattempo ha ancora come miglior amico il cognato Paulie, colui che l’ aveva finanziariamente inguaiato nel precedente capitolo e che, in ogni caso, gli è sempre stato vicino nella sua incredibile ascesa, pur con tutti i suoi evidenti difetti a cominciare da quel caratteraccio che si ritrova. Rocky va tutte le mattine a trovare la moglie al cimitero mentre suo figlio (Milo Ventimiglia) non passa a salutare la madre da tempo; tra un cliente e l’ altro al locale si fa vivo Spider, il pugile visto nel ‘76, quello del primissimo incontro dilettantistico che vide Rocky vincere dopo aver ricevuto una testata. Il protagonista fa inoltre la conoscenza di una ragazza apparsa adolescente sempre nel primo storico lavoro, a dimostrazione che Stallone vuole dare un segno di continuità narrativa alla storia e a conferma che, in definitiva, egli è sempre attratto da donne timide e senza troppe pretese. Ma è questo, forse, il punto su cui dovremmo soffermarci: la caratterizzazione di Balboa è, in fin dei conti, quella di un uomo medio senza grandi sogni, se non il desiderio di vivere una vita tranquilla con gli amici di sempre e circondato da persone alle quali dare una mano e da cui ricevere in cambio affetto e dignità. In fondo i suoi incontri con Apollo Creed, e dunque la sua carriera, non erano preventivabili ma furono frutto di una scelta dell’ allora campione in carica in cerca di un pugile dilettante bravo ad incassare i colpi. E questo è il secondo leitmotiv di tutta la vicenda: quanto sei bravo ad incassare i colpi? Riesci a rialzarti se finisci al tappeto, resistendo fino alla campana dell’ ultimo round? Se si, allora puoi farcela anche sul ring della vita difficile e dura com’ è e questo può bastare ad un uomo che trent’ anni prima faceva il bulletto di periferia raffazzonando soldi per conto di uno strozzino. Tale chiave di lettura è ancor più semplice quanto condivisibile proprio per la carriera sportiva del pugile. Basta verificare, infatti, che la saga si apre e si chiude con due sconfitte ai punti all’ ultimo round, arrivate con verdetti non unanimi e non condivisi dagli spettatori. Ma in entrambi i casi a Rocky non è interessato minimante l’ aver perso la battaglia, ma ha solo dato importanza all’ esser rimasto in piedi, riuscendo ad incassare i colpi.
Ora, mettendo da parte le correnti di pensiero sull’ attore, io credo che a Rocky si possa solo volergli bene, perché ci ha trasmesso delle emozioni vere, semplici, magari troppo all’ americana ma glielo perdoniamo, perché irripetibile risulterà quel connubio fatto di allenamenti massacranti a base di uova crude, di cazzotti veri o cazzotti finti, di canzoni diventate storiche, di una morale banale ma efficace, di personaggi da fumetto come l’ amato Michey, come Mister T o Hulk Hogan prestatisi al gioco, di frasi ad effetto cui tutta la serie è permeata. La musichetta che si sente alla fine di ogni combattimento è straordinaria e fa lo stesso effetto sia che Rocky vinca, sia che Rocky perda. L’ immedesimazione con un personaggio dai valori sani, onesto, un po’ guascone ma mai in maniera fastidiosa, mai arrogante, è quasi scontata.
Rocky Balboaè semplicemente un tributo alla gente che tanto lo ha amato, racchiuso in quell’ ovazione finale nell’ arena di Las Vegas con quell’ urlo a squarciagola diventato simbolo (‘Rocky, Rocky, Rocky…’) che determina un contro tributo giusto ad un eroe metropolitano salito in cima per caso nella vita, ed anche su quella scala del Museo fi Filadelfia ove la statua che lo ritrae, che doveva essere solo un componente scenico temporaneo, è rimasta a furor di popolo al suo posto a testimoniare l’ affetto che l’ America prova per il pugile ma anche per l’ attore. Addio, o arrivederci, caro Rocky.
Voto: 7
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emlux
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domenica 14 gennaio 2007
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speriamo che sia la fine!
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Il ritorno di Balboa sicuramente farà piacere ai suoi fans, forse un po’ meno a chi ama il buon cinema. Il sesto capitolo di questa interminabile saga si regge su una storia non sempre all’altezza delle aspettative. Il vecchio Rocky dopo la morte della moglie Adriana sente che può ancora dare qualcosa, così decide di ritornare a combattere trovandosi, guarda caso, a sfidare il campione del mondo dei pesi massimi. Su questo film si possono dire tante cose, che insegna il confronto tra le generazioni, che parla del difficile rapporto tra genitori famosi e figli scadenti, tra il saper incassare e il dover subire le ingiustizie della vita ecc. ecc. Io mi sento di dire che forse lo sbaglio più grande è sopravvalutare questo film oltre allo stesso Rocky.
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Il ritorno di Balboa sicuramente farà piacere ai suoi fans, forse un po’ meno a chi ama il buon cinema. Il sesto capitolo di questa interminabile saga si regge su una storia non sempre all’altezza delle aspettative. Il vecchio Rocky dopo la morte della moglie Adriana sente che può ancora dare qualcosa, così decide di ritornare a combattere trovandosi, guarda caso, a sfidare il campione del mondo dei pesi massimi. Su questo film si possono dire tante cose, che insegna il confronto tra le generazioni, che parla del difficile rapporto tra genitori famosi e figli scadenti, tra il saper incassare e il dover subire le ingiustizie della vita ecc. ecc. Io mi sento di dire che forse lo sbaglio più grande è sopravvalutare questo film oltre allo stesso Rocky. Buon film, da vedere per chi ama il genere, nulla… ma proprio nulla di più. Una curiosità, ma le labbra di Stallone sono gonfie per i pugni presi o per il silicone assunto?
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[+] curiosità
(di scorpion 70)
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lorenzo
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lunedì 15 gennaio 2007
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rocky vive ancora....
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Parlo per tutti quelli che un pò come me con Rocky ci sono cresciuti(chi non ha, almeno una volta, pronunciato la mitica frase"ti spiezzo in due"), che lo si voglia ammettere o no Rocky è stato e rimane un mito, un personaggio che con la prima apparizione(1976) sul grande schermo ha saputo conquistare ben due premi oscar, come miglior film e miglior regia, ma più ancora la simpatia e l affetto di milioni di fans in tutto il mondo.In questo ultimo episodio Sly non ha voluto incentrare la storia sull incotro e sul ring, ma ha dato a loro solo il giusto spazio(parte finale del film), mentre per tre quarti delle riprese la storia si sviluppa sui sentimenti e ricordi di un campione che lotta contro la solitudine interiore provocata dalla morte dell amata compaga Adriana e dal rapporto difficile col figlio.
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Parlo per tutti quelli che un pò come me con Rocky ci sono cresciuti(chi non ha, almeno una volta, pronunciato la mitica frase"ti spiezzo in due"), che lo si voglia ammettere o no Rocky è stato e rimane un mito, un personaggio che con la prima apparizione(1976) sul grande schermo ha saputo conquistare ben due premi oscar, come miglior film e miglior regia, ma più ancora la simpatia e l affetto di milioni di fans in tutto il mondo.In questo ultimo episodio Sly non ha voluto incentrare la storia sull incotro e sul ring, ma ha dato a loro solo il giusto spazio(parte finale del film), mentre per tre quarti delle riprese la storia si sviluppa sui sentimenti e ricordi di un campione che lotta contro la solitudine interiore provocata dalla morte dell amata compaga Adriana e dal rapporto difficile col figlio. Si rimette di nuovo in gioco,prima come uomo e poi come atleta..."nella vita quello che conta è saper incassare i colpi e rialzarsi", in questa frase Rocky racchiude "l essenza morale" del film.Sono entrato un pò scettico nella sala cinematografica e ne sono uscito soddisfatto con la giusta adrenalina ed emozionato come un tempo... Grazie Sly per averci regalato un altro episodio...il mito di Rocky vive ancora!!!
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railman72
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martedì 16 gennaio 2007
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si parla di cinema?
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Non metto in discussione il mito di Rocky che da ragazzo mi faceva emozionare solo al suono della mitica colonna sonora, ma questo Rocky Balboa con il Cinema ha poco da spartire! Una sceneggiatura zeppa di retorica da far invidia alla più infima delle soap opera americana, lo Stallone che dice "Adesso dirò una cosa forse scontata" è l'immagine del film. I sentimenti sono altri, qui l'unico sentimento che scaturisce alla visione è la tenerezza che una Stallone sessantenne non sa che pesci pescare per suscitare un po' di interesse nel pubblico! Doppiaggio dilettantistico e riprese quasi amatoriali...... aiuto!!!! Meno male che qua e la ci sono dei flash back che riportano alla mente i primi due capitolo della saga che a distanza di anni fanno capire che a volte bisognerebbe capire i propri
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Non metto in discussione il mito di Rocky che da ragazzo mi faceva emozionare solo al suono della mitica colonna sonora, ma questo Rocky Balboa con il Cinema ha poco da spartire! Una sceneggiatura zeppa di retorica da far invidia alla più infima delle soap opera americana, lo Stallone che dice "Adesso dirò una cosa forse scontata" è l'immagine del film. I sentimenti sono altri, qui l'unico sentimento che scaturisce alla visione è la tenerezza che una Stallone sessantenne non sa che pesci pescare per suscitare un po' di interesse nel pubblico! Doppiaggio dilettantistico e riprese quasi amatoriali...... aiuto!!!! Meno male che qua e la ci sono dei flash back che riportano alla mente i primi due capitolo della saga che a distanza di anni fanno capire che a volte bisognerebbe capire i propri limiti e non pensare che solo perchè ti chiami Rocky il Ristorante sia sempre pieno! A buon intenditore poche parole
Forza Rocky
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[+] banalità
(di ettore)
[ - ] banalità
[+] quando non ci sono più idee...
(di agostino)
[ - ] quando non ci sono più idee...
[+] tratto in inganno dai giudizi di mymovies
(di chris)
[ - ] tratto in inganno dai giudizi di mymovies
[+] cmpetamente d'accordo
(di eddieche)
[ - ] cmpetamente d'accordo
[+] imbecilli
(di rocky)
[ - ] imbecilli
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