Titolo originale | The Blues - The Soul of A Man |
Anno | 2003 |
Genere | Documentario musicale |
Produzione | Germania |
Durata | 100 minuti |
Regia di | Wim Wenders |
MYmonetro | 3,00 su 3 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Le tre vite narrate nel film, tra fiction e documentario, sono quelle di Skip James, Blind Willie Johnson e J.B. Lenoir. La potenza evocativa di quella musica rimane sempre attuale e il ritratto compiuto da Wenders ne è certamente all'altezza.
CONSIGLIATO SÌ
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Wim Wenders apre la serie dei sette film, che saranno poi realizzati da Charles Burnett, Clint Eastwood, Mike Figgis, Marc Levin, Richard Pearce e Martin Scorsese, ideata per celebrare la musica blues, secondo il progetto «The Blues» prodotto da Martin Scorsese. L'anima di un uomo presenta la vita di tre grandi bluesmen all'interno di una cornice narrativa dove si mostra il Voyager, inviato dalla Nasa nello spazio nel '77, che porta con sé, tra le testimonianze del genere umano del XX secolo, la canzone blues "The soul of man" di Blind Willie Johnson. Le tre vite narrate, tra fiction e documentario, sono quelle di Skip James, Blind Willie Johnson e J.B. Lenoir. La prima parte del film racconta, con sequenze ricostruite, le vicende che, tra la fine degli anni '20 e gli inizi degli anni '30, hanno coinvolto Blind Willie Johnson insieme agli esordi di Skip James. La seconda parte, ambientata invece negli anni '60, ritrae, il ritorno sulla scena di Skip James e la vita di J.B. Lenoir, con sequenze originali del tempo tratte da filmati di due autori svedesi. Alle performance musicali dei protagonisti si alternano, con abilità registica, le esibizioni delle canzoni corrispondenti suonate da alcuni grandi del rock e del blues dei tempi più recenti, come Lou Reed, Nick Cave, Eagle Eye Cherry e John Mayall. L' altalenarsi di interpretazioni diventa a tal punto suggestivo da rendere, oltre all'omaggio agli artisti, protagonista la musica e, allo stesso tempo, il cinema, per la sua capacità di raccontare ed emozionare. E' infatti la sensibilità musicale e visiva di Wenders che genera la poesia di questo semi-documentario, nato dalla fedeltà del regista a ciò che più lo ha commosso di quelle canzoni, nel corso della sua vita. Il blues, si sa, narra sia la tristezza per le condizioni di vita degli schiavi d'America sia la speranza in un futuro migliore; il canto diventa dunque un mezzo per alleviare in chi canta e in chi ascolta un dolore tremendo e ingiusto; la potenza evocativa di quella musica rimane comunque sempre attuale e il ritratto compiuto da Wenders ne è certamente all'altezza.
È ufficiale. Wim Wenders è un grande regista. A patto che si tenga lontano dal cosiddetto “cinema di finzione”. Se Crimini invisibili (1997) è un didascalico pamphlet e The Million Dollar Hotel (1999) un pomposo guscio vuoto, questo The Soul of a Man fa il paio con il celebre Buena Vista Social Club nell’elaborare con intelligenza il concetto di documentario.
Più che un documentario come Buena Vista Social Club, dove Wim Wenders si ritraeva lasciando la scena ai vecchi maestri cubani, L'anima di un uomo è un poema in immagini: un canto d'amore per la musica da parte del regista tedesco, nella cui opera la musica va acquistando un'importanza sempre maggiore. Tutto è nato da un'idea di Martin Scorsese, che ha deciso di consacrare al blues sei film affidandoli [...] Vai alla recensione »