Anno | 2003 |
Genere | Commedia drammatica, |
Produzione | Italia |
Durata | 90 minuti |
Regia di | Paolo Virzì |
Attori | Sergio Castellitto, Alice Teghil, Margherita Buy, Claudio Amendola, Antonio Carnevale, Paola Tiziana Cruciani Galatea Ranzi, Giulia Elettra Gorietti, Luisella Boni, Marit Nissen, Flavio Bucci, Davide Rossi, Silvio Vannucci, Federica Sbrenna, Carolina Iaquaniello, Zach Wallen, Martino Reviglio, Luigi Grilli, Tereza Paula Da Rosa, Renata Orso, Paolo Proietti. |
Uscita | venerdì 24 ottobre 2003 |
Distribuzione | 01 Distribution |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,13 su 12 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 7 settembre 2015
La tredicenne Caterina si trasferisce dalla provincia a Roma, dove viene contesa dai rampolli dell'alta società e dagli "alternativi" di sinistra. Ha vinto 2 Nastri d'Argento, ha vinto un premio ai David di Donatello, In Italia al Box Office Caterina va in città ha incassato 4 milioni di euro .
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CONSIGLIATO SÌ
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Caterina, tredicenne figlia di un professore di filosofia fallito e di una casalinga repressa, lascia la provincia con la famiglia e si trasferisce a Roma. Qui, si inserisce con disinvoltura nella vita cittadina, divisa fra l'amicizia con la figlia di un sottosegretario fascistoide e quella con la figlia di due "alternativi" sinistroidi.
Virzì, dopo i tentennamenti e la mezza delusione di My name is Tanino, torna con vigore al suo territorio prediletto, quello della commedia a sfondo sociale e politico. In questo caso la posizione è un po' sfumata, e meno definita che in precedenza: al centro della vicenda, infatti, non è più la lotta di classe o le amarezze della classe operia, ma la vacuità di valori di una gioventù che non sa più a cosa appigliarsi, dato che neppure i genitori offrono certezze condivisibili.
Amaro e cinico come solo i maestri della commedia all'italiana sapevano in passato essere, Virzì si candida ad essere il cantore più credibile della crisi di una società che si morde incessantemente la coda, oltre che un ottimo direttore di attori.
Caterina va in città segue il percorso di Caterina nel passaggio dalla marginalità della provincia alla centralità della città, attraverso tappe che la portano a sperimentare confusamente diverse identità, per arrivare infine alla definizione della propria individualità. Questi temi sono affrontati attraverso la chiave della commedia all’italiana, che rappresentava la realtà inserendola nella cornice della commedia di costume e alterandola attraverso lo specchio deformante della satira. Il personaggio tipico della commedia all’italiana è un perdente che cerca il riscatto attraverso espedienti meschini (come Giancarlo). Uno dei temi principali della commedia all’italiana è il contrasto tra la società e l’individuo che cerca di inserirsi in essa, oscillando tra emarginazione e integrazione (come Giancarlo e Caterina). Maurizio Grande distingueva nella commedia all’italiana due fasi: la fase ascensionale (anni ’50) e la fase discensionale (anni ’60). Il termine ascensionale definisce: il movimento progressivo della società che cresce con l’annessione di nuove unità, di un personaggio – annessione che implica uno sforzo da parte del personaggio stesso; il movimento progressivo dell’intreccio. Il termine discensionale definisce: la dissoluzione della società che esplode a causa della degenerazione causata dai miti del successo, del denaro, del potere; la dissoluzione della forma narrativa. Possiamo collegare: la fase ascensionale a Caterina, che compie un percorso narrativo progressivo attraverso cui s’integra nella società compiendo degli sforzi; la fase discensionale ai personaggi di Giancarlo e di quasi tutti gli altri adulti, che sono mossi dai miti del successo, del denaro, del potere, e non hanno una storia lineare, progressiva. Grande riconosce nelle commedie della fase ascensionale quattro mythoi: ingresso in società; adattamento forzato alle norme sociali; travestimento; innocenza perduta. Caterina attraversa tutti questi mythoi: inizia con l’ingresso a scuola; cerca di adattarsi agli altri e alle loro norme; si traveste, da ragazza di sinistra e da ragazza di destra; giunge al compimento del suo percorso perdendo l’innocenza.
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Terzo capitolo virziniano dei film ascrivibili alla corrente letteraria del romanzo di formazione. Dopo l’eccezionale Ovosodo e l’irriverente My name is Tanino, in questo film Virzì sceglie di affidarsi a degli attori di gran talento per alcuni dei personaggi principali, pur non rinunciando ad un’esordiente per il ruolo della protagonista. E i risultati si vedono.
Caterina ha 13 anni, vive a Montalto di Castro e sta per trasferirsi con la famiglia, papa Professore di liceo e mamma casalinga. Per tutti c’è una grande aspettativa e un po' di paura al pensiero del grande passo nella metropoli. Caterina viene catapultata in una scuola media frequentata da ragazzi figli di gente importante, che fanno a gara per conquistarla, spinti dalle rivalità [...] Vai alla recensione »
Bella e attuale questa storia,lo straniamento della piccola protagonista in un contesto nuovo e inaspettato è di un realismo disarmante.Sorprendente nel film è la fotografia precisa che riesce a darci Virzì del paese e della nostra classe politica,La contrapposizione destra-sinistra è solo di facciata ,quando si tratta di spartirsi denaro e poltrone vanno [...] Vai alla recensione »
Il professor Giancarlo Iacovoni, il padre protagonista del film, lascia Montalto di Castro per Roma, dove ha ereditato una casa dai genitori, insieme a sua moglie Agata e a sua figlia Caterina, perchè frustrato nella sua esperienza quotidiana di insegnante; il suo intento, segreto ma non troppo, è però anche quello di cessare di essere un invisibile agli occhi degli altri, e di [...] Vai alla recensione »
Si...un capolavoro. Consigliatissimo. Apparentemente un film adolescenziale ...ma in realtà un capolavoro di spunti politici e sociali...sulla cosa pubblica...trattata in modo efficace e riflessivo. Cattivo, tenero e recitato in ogni scena magistralmente. Ogni parola ed ogni sguardo è calcolata al millesimo per dare la maggior efficacia concettuale.
Non riuscivo a credere, durante lo scorrere del film, che Virzì avesse partorito simile fumetto. Sono stato tentato più volte di interrompere la visione di questa sarabanda di luoghi comuni, personaggi ultrasterotipati, sceneggiatura da fiction pomeridiana, ma poi ,con tenacia, l'ho visto tutto. Inverosimilmente didascalico, senza anima, con la protagonista, che pare sempre reduce [...] Vai alla recensione »
Sono medico che ha lavorato anche in um pronto soccorso di Milano. Voglio solo fare una critica alla scena del motorino in cui Caterina è col suo fidanzato. Il casco è slacciato. Ritengo questo un pessimo esempio per i giovanissimi.
Film caotico con scene non so fino a che punto verosimili, dal momento che anch'io abito in una provincia del nord per nulla interessante dove la vita è solo routine. Fosse anche tutto vero, quando la finiranno con queste romanacciate spacciate per italianità?
Caterina è una timida e impacciata ragazza provinciale che, trasferitasi nella città di Roma scopre un mondo a sè estraneo e ne rimane stordita: quello di Daniela, una favola di lusso di una aggressiva elitè, e quello di Margherita, una favola punk antiborghese. Caterina,inevitabilmente, non riuscirà ad adattarsi nè all' uno nè all' altro mondo, restando spaesata e inadeguata.
Ci sono pure Roberto Benigni, l'ex ministro Giovanna Melandri, Michele Placido, Maurizio Costanzo a rappresentare cortesemente se stessi nella nuova commedia divertente, amara e riuscita diretta da Paolo Virzì a trentanove anni, Caterina va in città, la cui storia condensa due classiche predilezioni del regista: i ragazzini che salvano (o dannano) il mondo; la satira della gente di destra e della gente [...] Vai alla recensione »
Caterina, sull'autobus, mostra il biglietto al controllore. Lui la ignora. Cucciolo perduto nella metropoli, Caterina è esclusa dalla più elementare prova di esistenza: la visibilità. Rimbalzata tra pariole e zecche, camuffata dai vestiti che le appiccicano addosso, schiacciata dalle invadenti frustrazioni del padre e dalla passione clandestina della madre (l'amore fra i panni stesi sul tetto, da Scala [...] Vai alla recensione »
La famiglia Iacovoni si trasferisce a Roma da Montalto di Castro. Giancarlo (Castellitto) è un insegnante che odia studenti, parenti e provincia. Agata (Buy) è provinciale, sottomessa, maldestra. L'adolescente Caterina ama la musica, tace e osserva. L'impatto sarà duro. Frustrato e roso da smanie di rivalsa, Giancarlo manda la figlia al liceo più esclusivo precipitandola nella fossa dei leoni di un [...] Vai alla recensione »
Il problema non è stare a destra o a sinistra, ma sopra o sotto”, diceva un comico. Giancarlo, insegnante, vorrebbe star sopra. E gli va stretto il paesino di provincia nel quale vive con la moglie Agata e con Caterina, la figlia tredicenne. Eccolo perciò toccare il cielo con un dito il giorno in cui arriva l’agognato trasferimento a Roma, il luogo giusto per emergere e mettersi in evidenza.
I fascisti sono i poveri, i proletari. I comunisti sono i ricchi, gli intellettuali”. La battuta, pronunciata da uno studente di 13 anni, è un po’ il centro di Caterina va in città, il nuovo film di Paolo Virzì, nelle sale da venerdì prossimo (distribuisce 01 di Raicinema). Fa capire, infatti, lo spaesamento culturale, politico e sociale dell’Italia dell’era Berlusconi che il regista di Ferie d’agosto [...] Vai alla recensione »
Da Montalto di Castro la nostra Caterina va in città a Roma, in un liceo dove i dibattiti tra “zecche” e “pariole”, cioè tra sinistra e destra, sembrano quelli di Porta a porta. Suo padre, insegnante di ragioneria e aspirante scrittore (Sergio Castellitto ad alto tasso di livore) la vorrebbe amica di chi conta. E lei finisce prima nelle mani di una famiglia di girotondini cinematografari, poi in quelle [...] Vai alla recensione »
L'Italia di chi sogna disperatamente di mettersi in luce a un talk show, e quella che si diverte a giocare a tombola o al gioco dei mimi. Quella della rissa politica e quella di chi riesce tranquillamente a vivere anche senza sognare di entrare nella casa del "Grande Fratello": Paolo Virzì e Francesco Bruni (il suo sceneggiatore), forse i più dotati nel continuare il Grande Romanzo del cinema italiano [...] Vai alla recensione »
Dopo le Ferie d’agosto, Paolo Virzì approda in città passando per la sua amata provincia. Da un paesino del Viterbese alla grande capitale del potere. il passo è lungo, malgrado i soli 97 chilometri di distanza. Un insegnante di ragioneria frustrato (un Sergio Castellitto iroso e volutamente sopra le righe, quasi un contraltare del personaggio di L’ora di religione), una moglie sottomessa e silenziosa [...] Vai alla recensione »
Tutta colpa delle conventicole che rovinano l'Italia. E distruggono i pover'uomini come Giancarlo Iacovoni, confinato nel risentimento per una vita che avrebbe voluto diversa. Uno di quei tanti, che spiano con invidia le fortune degli altri, e attendono il proprio turno per esibirsi sotto i riflettori. Gli Iacovoni, le conventicole, la Destra e la Sinistra, lo sguardo confuso di una adolescente animano [...] Vai alla recensione »
Dal banco di liceo di Montalto di Castro, Caterina passa al banco di vita della confusa, cinica e narcisistica romanità metropolitana, «politicara» e «post» (comunista, fascista, radical chic), dove gli adulti sono intransigenti o fessi, e i ragazzini molto conformisti nel ribellismo come nel consumismo. La voce fuori campo di Caterina, tra le mille voci fuori campo del cinema italiano che non riesce [...] Vai alla recensione »
La famiglia Iacovoni si trasferisce a Roma da Montalto di Castro. Giancarlo (Castellitto) è un insegnante che odia studenti, parenti e provincia. Agata (Buy) è provinciale, sottomessa, maldestra. L'adolescente Caterina ama la musica, tace e osserva. L'impatto sarà duro. Frustrato e roso da smanie di rivalsa, Giancarlo manda la figlia al liceo più esclusivo precipitandola nella fossa dei leoni di un [...] Vai alla recensione »