Titolo originale | Ghost Dog: The Way of Samurai |
Anno | 1999 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | USA |
Durata | 116 minuti |
Regia di | Jim Jarmusch |
Attori | Henry Silva, Forest Whitaker, Cliff Gorman, John Tormey, Frank Adonis Isaach De Bankolé, Frank Minucci, Richard Portnow, Tricia Vessey, Gene Ruffini, Victor Argo, Damon Whitaker, Vince Viverito, Gano Grills, Jamie Hector, Chuck Jeffreys, Joseph Rigano, Roberto Lopez, Jerry Todisco, Camille Winbush, Gary Farmer, Clebert Ford, Jose Rabelo, Tony Rigo (II), Angel Caban, Jonathan Teague Cook, Harry Shearer, Sharon Angela, Rza, Scott Bryce. |
Uscita | lunedì 23 ottobre 2023 |
Tag | Da vedere 1999 |
Distribuzione | CG Entertainment |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,58 su 10 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 17 ottobre 2023
Ghost Dog è un killer afroamericano che vive seguendo le regole di un antico codice samurai e lavora come sicario a servizio di Louie, un mafioso che anni prima lo salvò dall'aggressione di un gruppo di fanatici. Al Box Office Usa Ghost Dog - Il codice del Samurai ha incassato nelle prime 11 settimane di programmazione 3 milioni di dollari e 166 mila dollari nel primo weekend.
CONSIGLIATO SÌ
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Al servizio di un clan mafioso, il killer professionista Ghost Dog vive isolato in una baracca in cima a un edificio e comunica con il mondo solo attraverso piccioni viaggiatori. Ispirandosi ai valori dell'Hagakure, il trattato del XVIII secolo sull'etica dei samurai, Ghost Dog - che quando non è in missione vive nascosto nel suo quartiere intrattenendo rapporti solo con una bambina e un gelataio caraibico - ha un profondo rispetto per il suo signore ed è pronto a obbedire a ogni suo comando e a dare la vita per lui. Quando però i suoi mandanti decidono di eliminarlo, come si porrà rispetto alla sua morale? Accetterà fino in fondo il suo destino o si ribellerà?
Torna al cinema, in versione restaurata digitale, uno dei film più celebri di Jim Jarmusch, cult degli anni '90 che riflette in maniera cupa e al tempo stesso grottesca sulla morte in un mondo dominato dall'assurdo e dall'incomunicabilità.
In un'intervista recente, il regista portoghese Pedro Costa, lamentando l'impossibilità per molti autori di vantare diritti sui loro stessi film, ha citato come esempio virtuoso il caso di Jim Jarmusch, che possiede materialmente tutti i titoli della sua filmografia (nel senso che custodisce in un cassetto i negativi di stampa) e ne dispone come vuole. Un aneddoto che chiarisce bene chi è Jim Jarmusch - un regista tenacemente indipendente, che tiene alla sua indipendenza più di ogni altra cosa - e soprattutto come lavora, mantenendo cioè un controllo assoluto sulla sua opera, tanto più, come in questo caso, per approvare un restauro digitale.
Minimalista, stralunato, quasi onirico nella sua assurdità, sovente buffo e divertente, il cinema di Jarmusch è sempre stato dalla parte dei diversi. I suoi personaggi sono esclusi dal banchetto della vita, disadattati, vagabondi, carcerati, passeggeri della notte: il protagonista di Ghost Dog, interpretato da uno straordinario Forest Whitaker, è forse la sua creazione più famosa e tipicizzata, un afroamericano invisibile a chiunque, nonostante l'imponente stazza e l'evidenza del suo corpo (un corpo che per la società dei bianchi è a prescindere un affronto), che lavora come killer e risponde a regole anacronistiche. In teoria è una figura malvagia, un uomo che vive per uccidere, ma nel mondo imprevedibile di Jarmusch è qualcosa di diverso e d'altro. Rispettando un codice di condotta vecchio di secoli e preso in prestito da una cultura lontana, Ghost Dog - soprannome di un uomo in realtà senza nome - esprime una morale chiara, a suo modo condivisibile (rispetta il suo padrone, è pronto a pagare con la vita, lavora in modo impeccabile), superando l'immoralità criminale dei suoi committenti mafiosi.
Sullo sfondo di una città contemporanea vuota e inospitale (è New York, ma Jarmusch ne mostra luoghi anonimi e per nulla definiti), Ghost Dog è un fantasma, più vicino ai piccioni che alleva che agli uomini. Solitario in lotta contro un sistema omologante, vive bloccato tra la vita e la morte, tra la presenza e l'assenza, come se fosse tornato dal viaggio oltre le porte della percezione compiuto dal protagonista del precedente film del regista, Dead Man, e avesse capito che non esiste alcuna destinazione per l'uomo.
Come più avanti avverrà in un altro film di Jarmusch, Paterson, anche in Ghost Dog, all'epoca presentato in concorso di Cannes e diventato in breve un cult, a mancare è soprattutto una comunità, un sentire collettivo che unisca le persone: il film non è solamente la storia di una resistenza (quella del killer a un mondo che rifiuta ma con il quale è costretto a fare i conti, decidendo poi di regolarli alla sua maniera...), ma anche e soprattutto di una minoranza di persone che non trovano modo di esprimersi, di capire e farsi capire. Straordinario in questo senso il rapporto fra il protagonista e il migliore amico, un gelataio caraibico che non parla una parola di inglese e tiene lunghe conversazioni con un semi-sconosciuto che non conosce il francese...
Il cinema di Jarmusch parla un'altra lingua, con parole e immagini che portano il minimalista realista su un piano espressivo alternativo, straniante eppure coinvolgente, quasi ipnotico, come in questo film dimostrano le splendide dissolvenze incrociate, la black music di RZA, che mescola jazz, reggae, hip hop, o la fotografia del grande Robbie Muller, variopinta e impura. Nella semplicità di questo stile si nasconde in realtà qualcosa di complesso, una frammentazione del mondo che - a fine XX secolo come oggi, più di vent'anni dopo - solo un altro modo di vedere, sentire, parlare può redimere. Oltre la violenza, oltre la lingua, oltre la vita.
Regia importante per la storia di uno strano killer che si ispira all'etica degli antichi samurai, ma è costretto ad uccidere chi prima serviva. Prodotto curioso, anche se non del tutto convincente. Violenza citata come fattore estetico.
anche se tecnicamente il film è molto valido (Jim Jarmush è una garanzia), quello che colpisce della pellicola è l'evolversi della storia e l'intreccio tra i vari personaggi che sono tutti molto "marcati", soprattutto i malavitosi, ma congeniali alla sceneggiatura.La storia si sviluppa come una tragedia e come tale finisce, con relativo colpo di scena finale (nemmeno [...] Vai alla recensione »
"Nella regione di Kamigata è diffusa una specie di cestino da pranzo intrecciato che si usa un solo giorno, nelle passeggiate campestri. Al ritorno i gitanti se ne liberano calpenstandolo. La fine è importante in tutte le cose." (breve aforisma da "Hagakure kikigaki") Bushido, ovvero "la via del guerriero", del ninja o del samurai che dir si voglia.
Il samurai serve sempre il suo signore, anche a costo della sua vita, e non uccide mai il suo signore. Storia di un eccentrico killer “Fat Black” al soldo della mafia che comunica solo tramite piccioni viaggiatori ed è ligio alla morale degli antichi samurai. Forest Whitaker, in questo bellissimo e affascinante film di Jarmusch e come si librasse in volo per accompagnare da un lato i piccioni viaggiatori [...] Vai alla recensione »
Jim Jarmusch rilegge a modo suo il noir con una regia intelligente, un Forest Whitaker sublime, una colonna sonora prodotta da RZA (leader dei Wu-Tang, con un sottofondo musicale urbano) e la drammatica parabola di un killer che ha dedicato la sua vita all'Hagakure, che viva in compagnia di alcuni piccioni sulla terrazza di un palazzo. Un ragazzo nero viene salvato durante un pestaggio da un malavitoso. [...] Vai alla recensione »
un capolavoro, secondo me....lento....pedante.....ma....un consiglio prima di vederlo:leggere il libro a cui si ispira il film p.s.: altro consiglio.......a Morandini & co........non è vero che il protagonsta uccide colui che serviva.........i film si guardano con passione ed attenzione o.....non si guardano....
Ghost Dog – il codice del samurai…il titolo stesso racchiude l’essenza del film basato su un sicario che vive e “lavora” attenendosi fedelmente al Bushido: il codice d’onore dei samurai. Un’antieroe solitario che si muove in un mondo oramai privo di morali. Ghost Dog è un’ottimo gangster movie intriso di filosofia orientale; Alterna sequenze [...] Vai alla recensione »
Un mix di Frank Costello faccia d'Angelo e di Fronte del Porto. Un bel film di un grande regista, secondo me il migliore degli americani.
Si', quello che scrive il Farinotti e' strano, ma d'altronde i critici italiani sono un ammasso di peracottari senza vergogna e lo sanno tutti, anche all'estero. Bel film, un cocktail di Frank Costello faccia d'angelo e Fronte del Porto con un tocco di personale nostalgìa e di incanto a tratti quasi sovrannaturale del regista (il misterioso gelataio africano che [...] Vai alla recensione »
Film piuttosto mediocre con un goffo Whitaker nei panni di un tale chiamato da tutti"Ghost Dog", uno strano killer moralista che segue alla lettera gli antichi principi samurai e che si trova a lottare contro stereotipati mafiosi italoamericani. La regia risulta interessante soltanto nelle sequenze che ritraggono una città di fine millennio con la sua aria cupa e malinconica.
Ghost Dog ( cane fantasma)è un sicario di colore silenzioso e solitario che vive sopra ad una terrazza allevando piccioni. Tramite questi comunica col suo signore, un certo Louis, un mafioso al servizio di un boss. Ghost Dog è un devoto servitore, poiché, tanti anni prima, Louis gli aveva salvato la vita da alcuni malviventi. Quel che differenzia i normali sicari da Ghost Dog è che questi segue il [...] Vai alla recensione »
Una stupenda malinconia, un divertimento burlesco senza caricatura né parodia, uno struggente sentimento di fine pervadono Ghost Dog di Jim Jarmusch, storia di gente in via di estinzione che si ammazza a vicenda in un'imprecisata città americana. Sono un gruppo di mafiosi anziani, grassi, malconci, malati, risibili e letali come i vecchi cartoni animati per bambini che vedono e rivedono sullo schermo [...] Vai alla recensione »
Ben prima di John Wick, il cinema ci ha fatto dono di una figura di sicario atipica rispetto a un immaginario visivo che nel tempo ha codificato precise caratteristiche morfologiche e psicologiche; e che vede nel personaggio di Ghost Dog, interpretato da Forest Whitaker, uno degli esempi più diretti. Al di là di parallelismi effimeri tra i due (il trauma personale che hanno vissuto, l'incontro con [...] Vai alla recensione »
Ghost Dog (Forrest Whitaker) vive da solo in una stanza, alleva piccioni, uccide per conto di un mafioso che gli ha salvato la vita. Legge e rilegge l'Hagakure, segue i principi del bushid a cui si attenevano i samurai. Le circostanze lo metteranno alla prova, ché un vero samurai deve essere disposto a morire per il suo padrone. Torna in sala restaurato uno dei migliori film di Jim Jarmusch: etico [...] Vai alla recensione »
Imminente l'uscita del Killer/Fassbender di Fincher, presentato alla scorsa Venezia 80, ma tra i più celebri killer della storia del cinema c'è Cane Fantasma (Whitaker), allevatore di piccioni e lettore di romanzi, "onesto" e impagabile: lavora gratis... Torna in sala restaurato (da CG e Cinema Beltrade) l'ormai classico di Jim Jarmusch (1999), svincolo del cinema indipendente americano: «Inclina [...] Vai alla recensione »
Ghost Dog - Il codice del samurai (Ghost Dog: The Way of the Samurai) è un film del 1999 scritto e diretto da Jim Jarmusch e interpretato da Forest Whitaker. È stato presentato in concorso al 52° Festival di Cannes. Il regista prende spunto da molte tipologie di film (western, thriller, commedia), ma la sua fonte d'ispirazione primaria è il film Le Samouraï (in italiano Frank Costello faccia d'angelo) [...] Vai alla recensione »
L'America mosaico e calderone, ostentatamente multipla, trasversale, frammentata. Un'anonima cittadina del Nord, specchio in minore di una nazione intera: i neri dei quartieri poveri, gli italoamericani della mala, un indiano che non teme la canna della pistola puntata, un portoricano che costruisce barche sul terrazzo, un ambulante franfocono, giocatore di scacchi, che non capisce una sillaba d'inglese [...] Vai alla recensione »
Dopo il western di Dead Man, Jim Jarmush rivisita liricamente e nel segno della Morte il genere gangster, rifacendosi a 'Le Samourai' (Frank Costello, Faccia d'Angelo) di Jean-Pierre Melville: a modo suo però, meno laconico ed ellittico, più astratto e all'insegna dell'ironia sottotono ma replicando anche, del citato film con Johnny Depp, una cifra epica-malinconica che sovrasta l'umorismo sotterraneo, [...] Vai alla recensione »
Un'apologia del "samurai" che comincia come un film di Spike Lee e finisce come una sfida western alla Peckinpah sulle strade di New York: questo è, in una frase, l'ultimo lavoro di Jim Jarmusch. Sono passati infatti i tempi della new-wave che aveva consacrato Jarmusch come il talento più limpido di un cinema minimalista, scarno, surreale e autoironico del panorama statunitense.