Titolo originale | Matilda |
Anno | 1996 |
Genere | Commedia, |
Produzione | USA |
Durata | 93 minuti |
Regia di | Danny DeVito |
Attori | Mara Wilson, Danny DeVito, Rhea Perlman, Embeth Davidtz, Pam Ferris, Paul Reubens Tracey Walter, Brian Levinson, Jean Speegle Howard, Sara Magdalin, R.D. Robb, Gregory R. Goliath, Fred Parnes, Kiami Davael, Leor Livneh Hackel. |
Uscita | giovedì 27 marzo 1997 |
Distribuzione | Sony Pictures Italia |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,30 su 2 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 29 aprile 2020
Tratto dall'omonimo libro di Roald Dahl, un film su una bambina prodigiosa che si ribella alle brutture della vita. In Italia al Box Office Matilda 6 mitica ha incassato 59,9 mila euro .
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CONSIGLIATO SÌ
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Tratto dall'omonimo libro di Roald Dahl, il film diretto da DeVito mette al centro una bambina capace di autogestirsi perfettamente. Matilda sa cucinare, è una grande lettrice ed è sensibile. Peccato che abbia dei genitori decisamente odiosi. Diventa allora indispensabile cercare di allontanarli da sé. Come diventare orfani volontariamente.
Tratto dal romanzo Matilde di R. Dahl, Matilda 6 mitica è un film sul rapporto tra infanzia ed età adulta. Nel film, tutto diventa negativo se passa attraverso il filtro del mondo degli adulti, segnato da violenza, volgarità, prepotenza, dall’apparire, dall’avere, da mente e sguardo passivi. L’età adulta può divenire positiva solo se l’adulto conserva in sé l’animo dell’infanzia e si pone sullo stesso piano dei bambini per comunicare e formare (è il caso di Miss Honey). Nel film, tutto diventa positivo se passa attraverso il filtro del mondo dei bambini, segnato da creatività, voglia di libertà, desiderio di sapere, dall’essere, da mente e sguardo attivi (lo sguardo di Matilda, al contrario di quello passivo dei Wormwood, è creatore, muove e fa accadere le cose, è uno sguardo che agisce). L’infanzia può divenire negativa solo se il fanciullo si fa plasmare dagli adulti, perdendo la propria identità autenticamente bambina (è il caso del fratello di Matilda). Il percorso di formazione della protagonista la conduce dall’accettazione passiva del potere adulto, all’acquisizione dell’autonomia: Matilda segue la propria vocazione contro il volere dei genitori e nel finale arriva a scegliere la propria madre e la propria famiglia. Compie tale percorso usando le sue doti, l’intelligenza, e le facoltà paranormali che le consentono di far esplodere il televisore di casa (critica alla teledipendenza), di ribellarsi alla preside attaccandola con oggetti scolastici (critica alla cattiva educazione). Matilda attraversa il processo di individuazione vivendo l’oscillazione – tipica di ogni percorso di formazione – tra la diversità come risorsa e la normalità come bisogno. Pur essendo una bambina speciale e sostenendo il diritto di esserlo, prova l’esigenza di avere la sua parte di normalità, di vivere come gli altri bambini. La stessa diversità è positiva se passa attraverso il filtro creativo dell’infanzia, e negativa se passa attraverso il filtro distruttivo dell’età adulta: Agata Trinciabue è una donna “diversa”, più grossa e più forte del normale, ma la sua diversità si riversa sulla forza fisica come strumento di violenza. L’elemento principale della formazione di Matilda è la lettura, il desiderio della narrazione come investimento amoroso. La lettura dona a Matilda uno stimolo creativo, le reca un messaggio di speranza, le fa capire che non è sola al mondo. La narrazione offre all’esperienza umana uno strumento formativo di comprensione e individuazione, agevola la ricognizione del significato da dare alla vita, esalta il valore cognitivo dell’immaginazione, aiuta a superare le aporie della realtà. Il rapporto di Matilda con la narrazione richiama le idee di B. Bettelheim sul rapporto tra fiaba e infanzia. Secondo Bettelheim, le fiabe offrono al bambino esempi di soluzioni alle difficoltà, immagini con cui egli può dare una direzione migliore alla sua vita, lo liberano da frustrazioni e paure, gli consentono di ordinare le proprie emozioni e di esprimere simbolicamente le proprie tendenze ostili in modo non distruttivo, così da evitare di scontrarsi con il senso di colpa che accompagna tali tendenze. Si pensi all’ambivalenza verso gli adulti – rappresentati di solito nelle fiabe come giganti sconfitti dall’eroe-bambino – o verso la madre – che porta allo sdoppiamento della figura materna, alle figure della madre buona e della madre cattiva. Il principale messaggio comunicato dalle fiabe è che nella vita la lotta è inevitabile e solo chi non si ritrae intimorito ma affronta con coraggio le avversità può superare gli ostacoli e riuscire vittorioso, raggiungere la propria autentica individualità. Grazie al processo di identificazione, il bambino immagina di affrontare prove e tribolazioni insieme all’eroe, e trionfa con lui quando si ottiene la vittoria finale della virtù: le lotte dell’eroe infondono nel bambino il senso dell’etica. Ha scritto F. Cambi: «Sia nelle società orali sia in quelle caratterizzate dalla scrittura, la fiaba agisce come potente mezzo educativo: evoca paradigmi di crescita, itinerari di prove, pratiche di iniziazione, figure simboliche, e pertanto parla di formazione e agisce sulla formazione, partendo dall’immaginario, che predispone all’esperienza e già la prepara e la fa accogliere in tutta la sua varietà/complessità, anche nei suoi aspetti di durezza e crudeltà».
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Tutti nasciamo ma non tutti cresciamo uguali... Ogni essere umano è unico nel suo genere, nel bene e nel male. All'età di due anni Matilda aveva imparato quello che in genere si impara solo dopo i trent'anni: badare a se stessa. All'età di quattro anni Matilda aveva già letto tutte le riviste che erano in casa. Matilda si rendeva conto di essere un eccezione in quella famiglia, capiva che qualunque [...] Vai alla recensione »
Da un racconto di Roald Dahl,una sorta di "Carrie" a misura di bambino ma non in senso negativo.DeVito,qui al suo quarto film da regista,prende di mira la medio-borghesia americana instupidita dalla tv,interessata solo al denaro e incapace di qualsivolgia affetto(e istruzione)nei confronti dei bambini.Azzecca il mix di tenerezza e humour nero e non fa sconti nella rappresentazione della famiglia [...] Vai alla recensione »
Presenza costante nelle trasmissioni televisive di ogni canale, a più di vent’anni dall’uscita Matilda 6 mitica continua a conquistare e affascinare, adulti e bambini. Tratto dal romanzo Matilda di Roald Dahl, che appare omaggiato nel ritratto del padre della signorina Honey, il film è una fiaba moderna a tutti gli effetti, che tratta con brio e intelligenza il tema della [...] Vai alla recensione »
"Matilda"(Danny De Vito, dal romanzo di Rald Dahl, screenplay diNicholas Kazan, Robin Swicord, 1996), mostra la bambina iperprecoce(Ilegge i libri dlela biblioteca non solo per bambini, gia'a 4 anni, ha facolta'teleci netiche e con esse sbugiarda la famiglia che la trascura-padre venditore di macchine criminaloide, madre anch'essa anticulturlae ma anche la direttrice dlela scuola [...] Vai alla recensione »
Proprio un bel film da ragazzi ma piacevole pure per adulti. Simpaticissimo e bello da seguire tra risate e scherzi..
Il paradosso di questo film, con una sceneggiatura troppo bozzettistica- Tre cattivi, indovinate chi sono, ed una buona, indovinate chi è- è che troppo "adulto"(Sic!) per arrivare ai bambini -penso- ma soprattutto eccessivamente bambinesco per arrivare agli adulti. Nella sua rielaborazione di Dahl, il simpatico attore italo-americano sembra fondere Dickens con certo Neil Jordan [...] Vai alla recensione »
danny de vito,che reputo sia un buon attore che un buon regista fabbrica una pellicola molto stereotipata il che le toglie una stella,però come film è molto bello e divertente,con certe idee veramente carine come lo strozatoio e la famiglia trinciabue,i cioccolatini e la proff buona,veramente un ottimo film per famiglie imperdibile e divertente.
Questo film è orrendo... Non assomiglia affatto al bellissimo libro di Roald Dahl che da piccola mi aveva fatta sognare.... La storia è piatta, insipida e troppo "rapida" e il cast è pessimo...
Che vezzo scrivere ii titolo Matilda 6 mitica con il numero anziché con le lettere; e che vezzo mantenere al film il titolo Matilda con la «a» mentre il romanzo edito in italiano da Salani è Matilde con la «e». Ne è autore il celebre Roald Dahl (1916-90), cittadino britannico oriundo norvegese, asso della letteratura per l’infanzia. Qui è di scena una bimba (la deliziosa Mara Wilson) che cresce incompresa [...] Vai alla recensione »