Anno | 1989 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Francia, Gran Bretagna |
Durata | 134 minuti |
Regia di | Milos Forman |
Attori | Annette Bening, Meg Tilly, Colin Firth, Fairuza Balk, Ian McNeice Ronald Lacey, Henry Thomas, Jeffrey Jones, T. P. McKenna, Sandrine Dumas, Nils Tavernier, Siân Phillips, Vincent Schiavelli, Fabia Drake, Antony Carrick, Isla Blair, Aleta Mitchell, Sébastien Floche, Murray Gronwall, Alain Frérot, Daniel Laloux, Christian Bouillette, John Arnold, Yvette Petit, Richard de Burnchurch, José Licenziato, Ivan Palec. |
Tag | Da vedere 1989 |
MYmonetro | 3,85 su 3 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 22 gennaio 2025
Le relazioni pericolose di de Laclos colpiscono ancora. Forman sostiene di essere stato il primo ad avere l'idea cinematografica. Il film ha ottenuto 1 candidatura a Premi Oscar,
CONSIGLIATO SÌ
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Le relazioni pericolose di de Laclos colpiscono ancora. Forman sostiene di essere stato il primo ad avere l'idea cinematografica anche se è stato battuto sul tempo da Frears che ne ha preso gli onori. La vicenda è nota: il visconte di Valmont e la marchesa di Merteuil fanno un patto secondo il quale il nobiluomo deve sedurre la donna che sta per sposare un ex della marchesa. Tutto riesce, ma a tutto c'è rimedio fuorché alla morte. Con alcune variazioni nel finale e con molta briosità la versione di Forman risulta meno accademica e pretenziosa di quella di Frears, però manca di quel "senso tragico" che c'era nell'altra.
Francia, XVIII secolo. L'astuta marchesa di Merteuil, per vendicarsi di un suo ex-amante, tenta con ogni mezzo di far perdere la verginità all'ingenua cugina Cécile, cresciuta in convento e priva di qualunque esperienza in campo amoroso; intanto il suo alleato, il libertino visconte di Valmont, è impegnato a corteggiare la bella madame de Tourvel, che dopo una vana resistenza si vedrà costretta a cedere alle sue lusinghe...
A cinque anni di distanza dal pluripremiato Amadeus, nel 1989 il regista cecoslovacco Milos Forman è tornato al cinema con questo adattamento del capolavoro letterario Les liaisons dangereuses di Pierre Choderlos de Laclos, già portato sul grande schermo appena un anno prima da Stephen Frears con il fortunatissimo Le relazioni pericolose. Ambientato nelle tenute di campagna e nei lussuosi salotti della decadente aristocrazia francese del Settecento, magnificamente illustrati dalle sontuose scenografie di Pierre Guffroy e dagli elegantissimi costumi di Theodor Pistek, il film riprende la nota vicenda al centro del romanzo epistolare di Laclos, che raccontava i torbidi intrighi messi in atto dal cinico visconte di Valmont (Colin Firth) e dalla subdola marchesa di Merteuil (Annette Bening) ai danni di madame de Tourvel (Meg Tilly), oggetto del desiderio di Valmont e bersaglio designato del suo implacabile corteggiamento.
Ma se Le relazioni pericolose era una trasposizione estremamente fedele ed accurata del testo originale, la pellicola di Forman si limita a prendere spunto dagli eventi narrati nel romanzo, rielaborandoli secondo un'ottica ben più ironica e moderna. L'eccellente sceneggiatura di Jean-Claude Carrière si distacca così dalla fonte letteraria, concedendosi numerose libertà nella costruzione dell'intreccio e soprattutto nella descrizione dei personaggi; in particolare, il film riduce la distanza manichea fra i protagonisti, scavando nelle motivazioni psicologiche alla base delle loro azioni. Significativa, in questo senso, la scelta degli attori (assai più giovani rispetto a quelli dell'opera di Frears): il visconte di Valmont non ha più l'atteggiamento sadico e perverso di John Malkovich, ma il fascino solare e accattivante dell'inglese Colin Firth; la marchesa di Merteuil, disegnata come una terribile villain dalla "perfida" Glenn Close, qui invece è interpretata con sopraffino sarcasmo dall'americana Annette Bening, al suo primo ruolo di rilievo al cinema. Azzeccato anche il cast di contorno, con la quindicenne Fairuza Balk nella parte della piccola Cécile de Volange, una figura-chiave all'interno della storia: il film, infatti, si sofferma in maniera analitica sulla perdita dell'innocenza della ragazza e sulla sua progressiva presa di coscienza in un mondo dominato dalle spietate regole di una società ipocrita e classista.
Lontano da qualunque intento moralistico, il Valmont di Forman si propone come una lucida e disincantata rappresentazione della complessità dei rapporti affettivi e della natura misteriosa e inestricabile dell'amore, che finisce spesso per tramutarsi in rivalità: come accade ai personaggi principali del film, Valmont e la Merteuil, due ex-amanti che si ritroveranno schierati l'uno contro l'altra in una furiosa guerra dei sentimenti dall'esito drammatico. E in questo ambiguo gioco di seduzione, inganni e tradimenti, i rispettivi ruoli di carnefici e vittime si sovvertiranno secondo dinamiche del tutto imprevedibili, fino a giungere ad una conclusione quanto mai amara. Alla straordinaria acutezza dei dialoghi si uniscono un ritmo vivace e coinvolgente, una regia di alta classe, un'impareggiabile ricostruzione scenica ed un'ottima squadra di interpreti, fra i quali predomina la splendida Annette Bening.
Un film girato con maestria e assai ben recitato soprattutto dal cast femminile. Tra stanze sfarzose e luminose, in parchi di paradisiaca bellezza si aggira un'umanità che ha ormai perduto il contatto con quanto rende la vita degna di essere vissuta: l'amore non ha spazio infatti, se non nel volto contraffatto dal vizio e dalla perversione. L'innocenza si affaccia timida, e irresoluta al punto da [...] Vai alla recensione »
Forman ricrea la società di ancien régime e più in generale il '700 in modo magistrale. Guardare questo film è come immergersi nei mercati di Parigi e nelle alcove dell'aristocrazia, penetrare nelle case di campagna e a corte. Scene e costumi perfetti (premi César). Attori in stato di grazia: tutti (senza dimenticare in una parte minore Fabia Drake), ma dovendo [...] Vai alla recensione »
Dal grande romanzo di De Laclos non poteva risultare, con la regia di Milos Forman(1989), purtroppo recentemente scomparso, che un vero capolavoro, come questo: libertino, intrigante, magari senza ambizioni politiche, Valmont, che non è il Ligurio della"Mandragola"machiavelliana, finisce per essere smpatico, nella sua assoluta"perversione", come l'altrettanto [...] Vai alla recensione »
Sarà perchè il regista si è già cimentato in un film ambientato nel '700 con enorme successo (Amadeus), oppure perchè adoro la precisione e le scelte del grande Milos Forman ma questo lungometraggio è veramente un capolavoro! Coinvolgente, emozionante, romantico, commovente questo film rapisce lo spettatore dal primo fotogramma. Ottima la scelta degli interpreti, primeggia su tutti un giovanissimo [...] Vai alla recensione »
ho visto entrambi i film ma ho trovato nettamente superiore valmont!!Primo perchè colin firth è perfetto mentre malkovich è troppo cattivo..più che un seduttore mi sembra un serial killer..pessima scelta del protagonista, è brutto, e per fare valmont ci vuole fascino non cattiveria.Firth è bravissimo senza dubbio pur essendo agli inizi..ma d'latronde un ottimo attore di ttartro non può fallire sul [...] Vai alla recensione »
scusate il doppio commento i numerosi errori..il mio mini mini pc mi fa impazzire!
ho visto sia questo che le relazioni perisolose!con tutto che glan close è bravissima e che io non sono un'esperta di cinema ammetto che ho preferito di gran lunga valmont!!!un pò perchè firth è il mio attore preferito e malcovich l'ho visto troppo cattivo e meno seduttivo(e non ha di che sedurre..pessima scelta del protagonista) l'ho preferito anche per la bellissima interprete di cecilia, perfetta [...] Vai alla recensione »
“Alla fine ci siamo accorti che nessuna scena del film presente nel libro” ha detto il regista Milos Forman. Il libro è Les liaisons dangereuses (Le relazioni pericolose nella traduzione italiana pubblicata da Garzanti), gran romanzo epistolare di Pierre Choderlos de Laclos, pubblicato in Francia nel 1782, rimasto nella storia della letteratura come un classico dello spirito libertino e del sensualismo [...] Vai alla recensione »