stefano
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domenica 15 gennaio 2006
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le relazioni pericolose di milos forman
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Ispirato al celebre romanzo di Choderlos De Laclos e diretto dal regista Milos Forman (“Amadeus”), il film francese “Valmont” è stato realizzato nel 1989, appena un anno dopo il grande successo de “Le relazioni pericolose” di Stephen Frears. Per chi avesse visto il film di Frears (oppure letto il libro all’origine di entrambe le pellicole), sarà molto interessante riscoprire questo autentico gioiello del cinema in costume. Ambientato nella Francia opulenta e decadente del XVIII secolo, pochi anni prima della Rivoluzione, tra i lussuosi salitti aristocratici e sfarzose tenute di campagna, il film racconta la ben nota vicenda del visconte di Valmont (Colin Firth), impenitente seduttore di dame più e meno giovani, un tipico esempio della “dolce vita” dell’epoca.
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Ispirato al celebre romanzo di Choderlos De Laclos e diretto dal regista Milos Forman (“Amadeus”), il film francese “Valmont” è stato realizzato nel 1989, appena un anno dopo il grande successo de “Le relazioni pericolose” di Stephen Frears. Per chi avesse visto il film di Frears (oppure letto il libro all’origine di entrambe le pellicole), sarà molto interessante riscoprire questo autentico gioiello del cinema in costume. Ambientato nella Francia opulenta e decadente del XVIII secolo, pochi anni prima della Rivoluzione, tra i lussuosi salitti aristocratici e sfarzose tenute di campagna, il film racconta la ben nota vicenda del visconte di Valmont (Colin Firth), impenitente seduttore di dame più e meno giovani, un tipico esempio della “dolce vita” dell’epoca. Fino a quando Valmont scommette con la sua fedele alleata, l’astuta marchesa di Merteuil (Annette Bening), che riuscirà a conquistare il cuore dell’irreprensibile madame de Tourvel (Meg Tilly), innescando così un torbido gioco di seduzione e di inganni del quale lui stesso, alla fine, risulterà la vittima. Rispetto alla versione di Frears, il film di Forman si prende qualche libertà in più, rendendo i personaggi e i dialoghi più moderni e attenuando la distanza manichea tra i protagonisti. Nel film non c’è alcun intento moralistico, ma al contrario un’ironica e impietosa analisi dei rapporti di coppia nella loro indistricabile complessità, e di come il concetto di amore finisca per corrispondere inevitabilmente con quello di guerra. Ciascuno gioca secondo il proprio schema, ciascuno si serve dei sentimenti per colpire il proprio avversario: senza rendersi conto che, in amore, anche la vittoria può avere un sapore terribilmente amaro. In fondo è questa la storia che il film ci vuole raccontare: quella di due persone (Valmont e Merteuil) innamorate l’una dell’altra, ma incapaci di evitare di ferirsi a vicenda. “Chi dei due tradirebbe per primo l’altro, questa volta?” chiede una disillusa Annette Bening, a un certo punto, alla proposta di matrimonio del suo antico rivale, ben sapendo che per due come loro non c’è alcuna possibilità di redenzione o di felicità. In definitiva, “Valmont” è un vero e proprio capolavoro per tutti gli appassionati di questo genere, con una regia di alta classe e una splendida ricostruzione d’epoca. Da tenere d’occhio l’eccellente Annette Bening, che nel suo primo ruolo da protagonista nei panni della perfida marchesa è superba e affascinante più che mai.
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sabato 6 agosto 2011
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la tentazione del bene
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Un film girato con maestria e assai ben recitato soprattutto dal cast femminile. Tra stanze sfarzose e luminose, in parchi di paradisiaca bellezza si aggira un'umanità che ha ormai perduto il contatto con quanto rende la vita degna di essere vissuta: l'amore non ha spazio infatti, se non nel volto contraffatto dal vizio e dalla perversione. L'innocenza si affaccia timida, e irresoluta al punto da essere facilmente persuasa che tutto può essere comperato. Madame De Tourvel persevera più a lungo, ma non salva il proprio onore. Il solenne matrimonio, in presenza dei sovrani, della giovanissima Cécile segna il trionfo del compromesso, della corruzione di una miserabile aristocrazia in procinto di crollare sotto la mannaia di una analoga, ma più sanguinosa violenza.
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Un film girato con maestria e assai ben recitato soprattutto dal cast femminile. Tra stanze sfarzose e luminose, in parchi di paradisiaca bellezza si aggira un'umanità che ha ormai perduto il contatto con quanto rende la vita degna di essere vissuta: l'amore non ha spazio infatti, se non nel volto contraffatto dal vizio e dalla perversione. L'innocenza si affaccia timida, e irresoluta al punto da essere facilmente persuasa che tutto può essere comperato. Madame De Tourvel persevera più a lungo, ma non salva il proprio onore. Il solenne matrimonio, in presenza dei sovrani, della giovanissima Cécile segna il trionfo del compromesso, della corruzione di una miserabile aristocrazia in procinto di crollare sotto la mannaia di una analoga, ma più sanguinosa violenza. Più affascinante la versione di Frears, dove il malvagio seduttore percepisce qualcosa dell'anima della signora di Tourvel e ne rimane contaminato. Il bene intravisto è luce accecante che per lui è annuncio di morte. Madame de Tourvel si lascia morire perchè all'amore aveva creduto con tutta se stessa, e chi soffre fino a morire per essere strappato all'amore può realizzare una sorta di vittoria sull'immedicabile male del mondo.
Diletta Di Donato
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andreacandelo
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martedì 26 giugno 2018
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film perfetto se si eccettua il finale
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Forman ricrea la società di ancien régime e più in generale il '700 in modo magistrale. Guardare questo film è come immergersi nei mercati di Parigi e nelle alcove dell'aristocrazia, penetrare nelle case di campagna e a corte. Scene e costumi perfetti (premi César). Attori in stato di grazia: tutti (senza dimenticare in una parte minore Fabia Drake), ma dovendo scegliere, su tutti Colin Firth e la Bening.
Detto questo, chi ha letto il romanzo di Choderlos de Laclos sa che la storia che vi si narra è una delle più sconvolgenti storie d'amore della letteratura francese. Un amore negato, irriso per trecento pagine, che esplode nel finale con una forza dirompente: "Rimpiango la signora di Tourvel; sono disperato di essere separato da lei; pagherei con la metà della mia vita la felicità di consacrarle l'altra.
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Forman ricrea la società di ancien régime e più in generale il '700 in modo magistrale. Guardare questo film è come immergersi nei mercati di Parigi e nelle alcove dell'aristocrazia, penetrare nelle case di campagna e a corte. Scene e costumi perfetti (premi César). Attori in stato di grazia: tutti (senza dimenticare in una parte minore Fabia Drake), ma dovendo scegliere, su tutti Colin Firth e la Bening.
Detto questo, chi ha letto il romanzo di Choderlos de Laclos sa che la storia che vi si narra è una delle più sconvolgenti storie d'amore della letteratura francese. Un amore negato, irriso per trecento pagine, che esplode nel finale con una forza dirompente: "Rimpiango la signora di Tourvel; sono disperato di essere separato da lei; pagherei con la metà della mia vita la felicità di consacrarle l'altra. Ah, credetemi, l'amore solo può farci felici" (da una lettera di Valmont a Danceny). "Vi prego di consegnare alla signora di Tourvel la lettera che accludo qui per lei, assicurandola del mio pentimento, del mio dolore e soprattutto del mio amore. Mi accorgo che questo mio passo può sembrarvi strano; ma la disperazione non soppesa i mezzi" (da una lettera alla madre di Cécile). Di questo tormento nulla traspare nella pur bella sceneggiatura del film. Peccato. Ed è per questo motivo che non gli do la quinta stella.
Andrea Candelo
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elgatoloco
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domenica 12 agosto 2018
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sempre liaisons dangeureses
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Dal grande romanzo di De Laclos non poteva risultare, con la regia di Milos Forman(1989), purtroppo recentemente scomparso, che un vero capolavoro, come questo: libertino, intrigante, magari senza ambizioni politiche, Valmont, che non è il Ligurio della"Mandragola"machiavelliana, finisce per essere smpatico, nella sua assoluta"perversione", come l'altrettanto libertina e intrigrante marquise de Montreuil, sua ex-amante: si tratta di"assaltare"una quindicenne inesperta in cose"'d'amore"(invero dovremmo dire di sesso), convincendola(anche)ad abbandonare l'insano progetto di sposarsi, in un matrimonio combinato dalla mammina.
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Dal grande romanzo di De Laclos non poteva risultare, con la regia di Milos Forman(1989), purtroppo recentemente scomparso, che un vero capolavoro, come questo: libertino, intrigante, magari senza ambizioni politiche, Valmont, che non è il Ligurio della"Mandragola"machiavelliana, finisce per essere smpatico, nella sua assoluta"perversione", come l'altrettanto libertina e intrigrante marquise de Montreuil, sua ex-amante: si tratta di"assaltare"una quindicenne inesperta in cose"'d'amore"(invero dovremmo dire di sesso), convincendola(anche)ad abbandonare l'insano progetto di sposarsi, in un matrimonio combinato dalla mammina... Scene d'interni e d'esterni(con il clima della Parigi prerivoluzionaria, settecentesca)decisamente eccelsa, peraltro già adombrata(pur se là gli esterni erano invero decisamente pochi)nel precedente"Amadeus", . Colin Firth è diverso, ovvia dal Malcovitch della versione precedente del libro, con cui Forman non aveva nulla a che fare, ma "perfetto"nella resa del personaggio, come lo è Annette Bening, mentre anche Meg Tilly e Fairuza Balk(la quindicenne oltremodo ingenua)rendono importante questo film, che deriva dalla perfetta ambientazione e"architettura", derivante dal genio di Forman, uno dei pochi veri autori del cinema anche recentissimo, dato che fino a poco prima della sua dipartita era ancora attivissimo. Una menzion particolare alla scelta delle musiche, scelte, coordinate e ri-trascritte da Christopher Palmer - El Gato
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