Titolo originale | ¡Atame! |
Anno | 1989 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Spagna |
Durata | 101 minuti |
Regia di | Pedro Almodóvar |
Attori | Francisco Rabal, Victoria Abril, Antonio Banderas, Loles León, Rossy De Palma, Emiliano Redondo Maria Barranco, Lola Cardona, José María Tasso, Concha Rabal, Julieta Serrano, Momtse G. Romeu, Victor Aparicio, Oswaldo Delgado, Angelina Llongueras, Alberto Fernández, Francisca Caballero, Francisca Pajuelo, Alito Rodgers, Virginia Diez, Manuel Bandera, Juana Cordero, José M. Illera Tamakj, Almudena Gracia, Agustín Almodóvar, Rodolfo Montero, Miguel García, Pedro Losada, Carlos G. Cambero. |
Tag | Da vedere 1989 |
MYmonetro | 3,09 su 2 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento sabato 13 giugno 2020
Un ragazzo psicologicamente instabile viene dimesso da un manicomio. Decide di sposare l'ex attrice di film porno e la rapisce, legandola al letto di casa per convincerla. In Italia al Box Office Légami! ha incassato 949 .
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Il giovane Ricky viene dimesso da un ospedale psichiatrico ed ha un preciso obiettivo: convincere l'ex prostituta ed ora porno pornoattrice Marina ad innamorarsi di lui e a sposarlo. Riesce ad entrare in contatto con lei e a sequestrarla.
Pedro Almodovar, l'anno dopo il successo di Donne sull'orlo di una crisi di nervi, vuole ammortizzare i costi di quel film e torna ad utilizzare sia l'appartamento e la terrazza nonché il set da portare ora sullo schermo nella scena delle riprese del film di cui Marina è protagonista.
Da questa idea che nasce dal budget tare origine un film che alcuni all'epoca vedranno come una sorta di 'normalizzazione' della creatività del dissacratore per eccellenza. Non si rendono però conto del fatto che Pedro affronta un tema allora (ed oggi più che mai) irto di insidie trattando di un sequestro di una donna e sviluppandolo in costante equilibrio tra commedia amara e mélo.
In realtà quello che vuole mettere in scena è l'incontro di due solitudini; l'una convinta di non poter amare essendo ormai identificata con la propria sessualità ("Se vuoi scoparmi fallo e poi vattene" dice subito a Ricky) e l'altro invece con il pensiero di poter imporre un amore di cui ha un estremo bisogno. Sullo sfondo c'è il tema della famiglia e dei suoi lati chiari ed oscuri che tornerà in più occasioni nella sua filmografia. Qui ci sono la madre del regista ad interpretare il breve ruolo della genitrice di Marina nonché un ritorno alla ricerca delle radici da parte di Ricky.
Con la presenza di attori/icone del suo cinema come Antonio Banderas (a cui affiderà il ruolo di se stesso nel recente Dolor Y Gloria), Victoria Abril e Rossy De Palma nonché del buñueliano Francisco Rabal, Almodovar mantiene intatto il proprio punto di vista sul mondo ma prova a sperimentare altre strade. La sua cinefilia non riesce a non farsi esibire con il manifesto de L'invasione degli ultracorpi e con i titoli di testa de La notte dei morti viventi entrambi allusivi di un rapporto dei protagonisti con la propria fisicità alienata. Non mancano poi due inserti che si fanno ricordare: un sommozzatore giocattolo succedaneo di un vibratore e un irridente spot sui pensionati iberici.
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Il titolo dell’ottavo film di Pedro Almodóvar potrebbe, a primo impatto, far alludere lo spettatore privo di cognizioni di causa alla pratica del sadomasochismo, e le cause di ciò non sarebbero neanche così irragionevoli, dal momento che, soprattutto nelle sue prime fatiche registiche, il buon Pedrito ci ha più volte mostrato cosa – e fin dove – la natura [...] Vai alla recensione »
Ricky è un giovane che ha vissuto per molti anni in una casa di cura. Dichiarato sano di mente, viene fatto uscire per consentirgli di costruirsi una vita normale. Su un set rincontra una ragazza conosciuta anni prima, ora diventata attrice. Se ne innamora e la rapisce per avere il tempo di conquistarla. Il film con cui Almodóvar abbassa i toni ed aumentando il tasso di romanticismo. [...] Vai alla recensione »
Inizio promettente: musica dei battito del cuore, serie di immaginette del Sacro Cuore di Maria accoppiate a quelle più usuali del Sacro Cuore di Gesù. Ma Aimodòvar ha messo la testa a posto: il suo oltranzismo insolente e selvaggio s’è addomesticato in ironia brillante; la sua maniera casuale e furente di girare è maturata in stile visuale elegante, naturalistico ma dislocato, attentissimo al colore [...] Vai alla recensione »