Anno | 1986 |
Genere | Commedia |
Produzione | Italia |
Durata | 80 minuti |
Regia di | Antonietta De Lillo, Giorgio Magliulo |
Attori | Luigi Pistilli, Riccardo Cucciolla, Marina Vlady, Andrea Aureli, Armando Bandini . |
MYmonetro | 3,17 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 10 marzo 2014
Tre amici convivono in un appartamento di Roma. La morte improvvisa di uno di loro pone gli altri due di fronte a una scelta.
CONSIGLIATO SÌ
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Giovanni, uomo di mezz'età, ottimista e di bell'aspetto, eredita un appartamento in cui sceglie di andare a vivere con Maria, vecchia fiamma di origine russa, e con Teo, un amico di lunga data che non vuole proprio sentirne di ritirarsi in una casa di riposo come vorrebbe il figlio. Inizialmente la convivenza non è facile, ma presto gli equilibri si stabiliranno e Teo, vedovo schivo e introverso, cambierà atteggiamento. Intanto una questione legata ai reali proprietari della casa sembra mettere a rischio la convivenza.
Il primo dei due titoli diretti da Antonietta De Lillo insieme a Giorgio Magliulo, il secondo è Matilda, costituisce, in certo senso, la prova iniziale di quell'ondata napoletana che nel giro di pochi anni risulterà una delle poche tendenze importanti nel cinema italiano degli anni Novanta, portando alla ribalta i nomi di Mario Martone e Pappi Corsicato, Stefano Incerti e Antonio Capuano. Dell'ammirevole gruppo, tutti insieme firmeranno il programmatico I vesuviani, Antonietta De Lillo è certamente la personalità meno classificabile e più aperta al cambio di direzione come dimostra una filmografia in cui accanto al cinema di racconto si mescolano documentari, reportage televisivi e film partecipati.
Produttivamente piccolo quanto anomalo per il panorama del tempo, Una casa in bilico ha in sé molte delle caratteristiche delle opere prime, comprese la scelta di una tematica magari troppo cruciale, come può essere quella della vecchiaia, e una certa incertezza di scrittura. Specialmente per quanto riguarda la descrizione di Teo: la teledipendenza come rifugio dalla solitudine, la passione per gli orologi quale simbolo, troppo smaccato, della paura del tempo che passa.
A riscattare non poco le congenite mancanze c'è, tuttavia, un cast di prim'ordine, un trio di interpreti in grado di smussare le ingenuità con la sensibilità interpretativa. A Luigi Pistilli e Riccardo Cucciolla, facce troppo poco sfruttate dal nostro cinema, fa da punto d'incontro Marina Vlady, volto sereno e materno verso il quale convergono i due attempati coinquilini. Non ci sono dubbi sul fatto che questo lavoro sull'età della pace sappia come catturare l'attenzione dello spettatore, con semplicità e immediatezza.
Su soggetto di Antonietta De Lillo, la sceneggiatura è opera della stessa regista, di Giuditta Rinaldi e Giorgio Magliulo, che cura inoltre la fotografia. Alla televisione, Teo guarda Gli uomini, che mascalzoni... di Mario Camerini. Il film vinse il Nastro d'Argento per la miglior opera prima.