Titolo originale | Kelly's Heroes |
Anno | 1970 |
Genere | Guerra |
Produzione | USA |
Durata | 145 minuti |
Regia di | Brian G. Hutton |
Attori | Donald Sutherland, Telly Savalas, Clint Eastwood, Carroll O'Connor, Don Rickles Gavin MacLeod, Hal Buckley, Stuart Margolin, Jeff Morris (II), Richard Davalos. |
MYmonetro | 2,92 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 4 luglio 2022
Quattro commilitoni americani approfittano di una licenza concessa loro in piena invasione della Normandia per spingersi nel territorio occupato dai t...
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Dopo lo sbarco in Normandia il soldato semplice Kelly apprende da un colonnello tedesco, che ha fatto prigioniero, un'informazione a proposito di una banca, a trenta miglia di distanza da dove si trova l'esercito americano, in cui sono custoditi 14.000 lingotti d'oro equivalenti a 16 milioni di dollari. Approfittando di tre giorni di riposo concessi dal comandante Kelly convince il sergente Big Joe, suo diretto superiore, ed altri commilitoni a tentare l'impresa. Si uniscono a lui il più che interessato furiere e un carrista tanto stravagante quanto pronto all'azione.
Un film ibrido che ben rappresenta, anche nei suoi difetti, una fase di passaggio del cinema bellico made in Usa.
Correva l'anno 1970 e I guerrieri si inseriva alla perfezione nel filone dei coevi M.A.S.H. e Comma 22 cioè di quei film che rompevano il cordone ombelicale con il genere bellico classico inserendovi elementi di satira che, più o meno direttamente, rimandavano al dissenso sulla guerra nel Vietnam ancora in atto e che si sarebbe conclusa 5 anni dopo. Eastwood ha votato per Nixon ma non approva il conflitto e chiede alla produzione di scritturare Brian G.Hutton, con il quale ha già lavorato in Dove osano le aquile. La location la si trova nella Jugoslavia di Tito, disallineata rispetto all'URSS e pronta ad offrire la più ampia collaborazione.
Si crea una mezza 'sporca dozzina' attorno a Eastwood, il cui personaggio domina il titolo originale e fa da motore a tutta la vicenda, con nomi di spicco come Telly Savalas e un giovane Donald Sutherland entrambi reduci dal film di Aldrich. Hutton intende avvalersi appieno della nuova immagine che Eastwood sta costruendo dell'eroe dopo quelli tormentati portati sullo schermo da Marlon Brando. Con Clint si attua un ritorno al passato con il protagonista di poche parole ma sicuro e finalizzato al raggiungimento dell'obiettivo che si è prefisso.
I problemi nascono non tanto dalla sceneggiatura quanto dalla lunghezza delle riprese sul set nonché da quanto accade successivamente. Il film finisce con il trovarsi invischiato in un passaggio di consegne non proprio lineare all'interno della MGM. Il nuovo direttore di produzione James Aubrey (che ha il soprannome di 'cobra sorridente') è attratto da film come Easy Rider che sono costati poco ed hanno incassato molto.
Quindi questa grossa produzione ereditata non lo interessa. Decide quindi, andando contro i tentativi contrari di Eastwood, di togliere il montaggio finale del film ad Hutton per spostare l'asse narrativo in favore della commedia. Questa decisione fece sì che la critica conservatrice lo definisse un film su una rapina mascherato da film bellico e gli altri ne sottolineassero la confusione di generi priva di un equilibrio definito e percepibile. Visto a distanza di più di mezzo secolo conserva tutti i suoi difetti ma ci mostra un Eastwood in fase di costruzione di una propria identità, anche senza Don Siegel al fianco, e un Sutherland magistralmente svaporato.
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Alla fine dei conti questo I guerrieri altro non è che un ottimo film antimilitarista, la trama è molto semplice e strizza un pò l'occhio al nostrano il buono,il brutto e il cattivo. Come nel capolavoro Leoniano anche qui un manipolo di manigoldi si mette alla caccia di un favoloso bottino, lo sfondo non è la guerra di secessione bensì la seconda guerra mondiale; lo sfondo che gli americani usano da [...] Vai alla recensione »