Il rapporto tra Seneca e Nerone. Uno mentore dell'altro fino al noto epilogo. Espandi ▽
Robert Schwentke costruisce
Seneca sulla voce e sul corpo di John Malkovich. Quasi un
one-man show, con l’istrionico mattatore che trasforma il filosofo morale della tradizione in un logorroico e contraddittorio solone. Seneca diviene una voce, narcisistica e disillusa, dell’etica in un mondo che della cultura non sa più che farsene: una landa selvaggia e desolata, dove la brutalità e la corruzione sono all’ordine del giorno. Schwentke parla della Roma imperiale per raccontarci il presente e i corsi e i ricorsi di una storia che finisce per indulgere nei medesimi errori. Il film resta un piacere per pochi, inclini a seguire l’andamento altalenante di una narrazione meta-teatrale, ma la forza dissacrante della sceneggiatura e dell’interpretazione di Malkovich mantengono un fascino indubbiamente contagioso.