Titolo originale | Taji Ga Mitsuryo Suru Toki |
Anno | 1966 |
Genere | Psicologico |
Produzione | Giappone |
Durata | 72 minuti |
Regia di | Kôji Wakamatsu |
Attori | Hatsuo Yamane, Miharu Shima . |
MYmonetro | 3,06 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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CONSIGLIATO SÌ
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Una commessa viene sedotta dal proprietario del grande magazzino dove lavora. L'uomo la porta in un appartamento semivuoto dove la tiene prigioniera e la sottopone a sevizie e brutalità, spinto da una psicosi che gli impedisce di avere rapporti normali con qualsiasi donna, comprese l'ex-moglie e la defunta madre. Vol. II della serie "Violence movies". Più violento che mai, Wakamatsu è all'acme della sua visionarietà, riuscendo in un connubio tra sadismo e poesia che a parole sarebbe difficile spiegare. Disturba, e non poco, più perché spinge ad inquietanti riflessioni che non perché disgusti.
Sedotta dal direttore del grande magazzino in cui lavora, una giovane e bella commessa viene condotta nell'appartamento privato di quest'ultimo e seviziata fino all'alba. Riuscirà a liberarsi a scapito del suo aguzzino. Cupo e sadico dramma dell'abbandono edipico, questo pinku eiga di Kōji Wakamatsu ne rappresenta la prima produzione indipendente ed una riflessione [...] Vai alla recensione »
Wakamatsu è uno stupefacente regista che è riuscito ad andare oltre uno spirito di rivolta nato dalle discriminazioni che lui stesso aveva patito in gioventù (quando si aggregò addirittura a una banda di gangster) a causa di un grosso talento espressionista e una lucida visione intellettuale (qualcuno ha parlato di un anarco-illuminista).
Già dalla sua prima opera,Wakamatsu non ha mezze misure:un gioco al massacro orchestrato secondo il sadismo misogino tanto caro ai nipponici,con ribaltamento dei ruoli nel finale.Fantasie estreme e scene di violenza piuttosto spinte per l'epoca,e un discorso a parte(non del tutto convincente)sulla posizione della donna sfruttata e remissiva di vaga ispirazione Godardiana.