Titolo originale | Diävulens öga |
Anno | 1959 |
Genere | Commedia nera |
Produzione | Svezia |
Durata | 87 minuti |
Regia di | Ingmar Bergman |
Attori | Bibi Andersson, Gunnar Björnstrand, Jarl Kulle, Stig Järrel, Nils Poppe Gertrud Fridh, Sture Lagerwall, Georg Funkquist, Gunnar Sjöberg, Torsten Winge, Axel Düberg, Kristina Adolphson, Allan Edwall, Ragnar Arvedson. |
MYmonetro | 3,03 su 3 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
|
Ultimo aggiornamento lunedì 26 giugno 2023
Il diavolo manda Don Giovanni sulla terra per sedurre una giovane ragazza. Ma questa sembra non volersi arrendere.
CONSIGLIATO SÌ
|
"La verginità di una donna è un orzaiolo nell'occhio del diavolo" così recita un detto irlandese e quando il diavolo ne soffre, a causa della giovane e bella Britt, decide di mandare sulla terra Don Giovanni assieme al fidato scudiero Pablo. La missione è semplice: sedurre la fanciulla, figlia di un pastore protestante, facendo così scomparire l'affezione oculare. Ma, al contrario delle aspettative, la figlia è meno arrendevole della madre (che interessa a Pablo) e l'amore è in agguato.
Bergman passa con consumata abilità dal rigore narrativo e stilistico de La fontana della vergine a questo divertissement che nasconde tra le pieghe, come sempre, più di una riflessione di livello alto.
A partire da quella sull'amore di cui Don Giovanni, che non ci ha mai creduto, si trova a dire: "Ho veduto l'amore da vicino. È un dono eccezionalmente raro. I mortali capaci di amare sono in numero ristretto e la loro sofferenza è grande. Pare che essi siano vicini a Dio, che siano il suo specchio e riflettano la sua luce e rendano la vita sopportabile agli altri che brancolano nel buio. Forse sarà così ... Io ho scelto un'altra strada che si chiama disprezzo e indifferenza". In una sola battuta di questo film, diviso teatralmente in tre atti, il regista riesce a condensare una riflessione sul sentimento inserendovi un collegamento con il Dio costantemente cercato. Ovviamente è ben lungi da romanticismi svenevoli e ci ricorda (lui ormai giunto al quarto matrimonio) che il talamo coniugale è il luogo più adatto per spegnere l'amore. Lo fa con la riservata sposa del pastore che non resiste alle lusinghe di Pablo che soddisfa il diavolo più del suo padrone, costretto ad agire in tempi diversi da quelli in cui era abituato ad intervenire e destinato ad essere al contempo sconfitto da Britt ricevendo però da essa il dono (non contraccambiato) del sentimento d'amore. La fanciulla corrisponderà non ai canoni imposti dallo stereotipo sulla donna scandinava ma alle caratteristiche descritte al seduttore prima dell'inizio della sua impresa. Basterà però la promessa matrimoniale perché anche per lei scatti l'ora della bugia. I finali dei film bergmaniani, anche i più apparentemente consolatori, hanno sempre un po' di veleno nella coda.
Satana è indispettito perché una giovane ragazza è giunta vergine alle soglie del matrimonio. Per farla cedere invia sulla terra Don Giovanni col compito di circuirla. La ragazza, però, nonostante le sue attenzioni, gli concede solo un bacio. Il demonio ha la sua rivincita quando la ragazza, mentendo al fidanzato, gli assicura di non aver mai baciato nessun altro uomo.
L'OCCHIO DEL DIAVOLO disponibile in DVD o BluRay |
DVD |
BLU-RAY |
||
€9,90 | – | |||
€9,99 | – |
Bella commedia,dialoghi raffinati e umorismo nascosto. Da vedere e rivedere per sorridere sotto i baffi.
Non è una commedia. Non c'è nulla che faccia ridere e non diverte per nulla. C'è la solita introspezione dei personaggi che si interrogano l'uno con l'altro. Non strappa una sola risata (non ci prova neppure) e annoia tutto il tempo. Attempatissimo. Bergman ha fatto solo 2 film belli. (7 sigillo, il posto delle fragole).
Si sbaglia a pensare che l'unico registro artistico di Ingmar Bergman sia quello del dramma. Certo, i suoi film passati immediatamente alla storia del cinema - Come in uno specchio, Il settimo sigillo, Il posto delle fragole, Persona, Sussurri e grida, Fanny e Alexander - hanno privilegiato la drammaturgia dalle forti tinte esistenziali. Ma Bergman, da conoscitore delle molteplici forme della rappresentazio [...] Vai alla recensione »