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Ultimo aggiornamento lunedì 11 novembre 2019
Il film introduce uno stile unico che unisce tecniche d'animazione tradizionali (disegnate a mano) con tecnologie all'avanguardia. Il film ha ottenuto 1 candidatura a Premi Oscar, ha vinto un premio ai BAFTA, 1 candidatura agli European Film Awards, 2 candidature a Goya,
CONSIGLIATO SÌ
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Jesper Johansonn è il rampollo viziato del direttore della Regia Accademia Postale. Rivelatosi svogliato e incapace in qualsiasi mansione dell'istituzione, viene mandato dal padre, per punizione, a fare il postino nella remotissima e gelata isola di Smmerensburg: solo se riuscirà a smistare seimila lettere entro la fine dell'anno, potrà ottenere un trasferimento. L'impresa appare subito disperata: gli abitanti di Smmerensburg, infatti, appartengono a due clan rivali, che pensano soltanto a litigare e di certo non lo fanno via lettera, ma a colpi di ascia e fucile. Un giorno, però, quando sta ormai per gettare la spugna, Jesper incontra un vecchio eremita, di nome Klaus, che fabbrica meravigliosi giocattoli di legno e che, con il suo aiuto, potrebbe riscrivere completamente le abitudini e i connotati di quel luogo. E non soltanto di quello.
Prodotto a Madrid, con il contributo di un team internazionale di talentuosi disegnatori a mano, il film di Sergio Pablo ci ricorda la bellezza dell'animazione pre-CGI e dimostra la sua perfetta compatibilità e complementarietà con le moderne tecnologie.
L'origine spagnola spiega forse anche il coraggio dell'impresa: cimentarsi in un'origin story di Babbo Natale non è, infatti, cosa da poco. Se il cinema per ragazzi, di anno in anno, non smette giustamente di aggiungere nuovi particolari al suo paffuto ritratto, e qualche volta anche nuovi membri alla sua famiglia (Fred Claus, Le 5 Leggende), spingersi a raccontare la genesi primigenia delle sue gesta è altra cosa, perché significa, per esempio, offrire delle motivazioni per esse, valide in ogni tempo e in ogni luogo. La Spagna, che ha importato la tradizione ma non l'ha partorita (tutt'ora è più spesso il Tió de Nadal a portare il regali ai bambini), ha messo da parte le remore e fatto un ottimo lavoro in questo senso, libero dai soliti clichés e capace di restituire la magia di una leggenda che affonda nella neve e nei sogni contagiosi dei bambini.
Al di là del motto, che attraversa il film, per cui "un atto di generosità ne genera un altro", in un effetto a cascata che è poi ripreso dall'immagine delle letterine che si accumulano una sull'altra in un crescendo insperato, è proprio nell'idea di concepire la storia come un manifesto contro l'odio ingiustificato, oltre che come superamento di una perdita e allargamento universale del concetto di famiglia, che sta il tocco di classe di Klaus.
Le tradizioni, insomma, non nascono dal nulla e non sono immutabili per dogma: la consuetudine alla violenza, al disprezzo e all'individualismo può cessare così com'è sorta, con un'ondata collettiva, ed essere commutata nel suo più allegro, romantico e soddisfacente contrario.
Se si aggiungono la simpatia del personaggio di Jesper, il fascino di quello di Alva, la tenerezza della piccola sami, lo humour ben dosato e le meravigliose ambientazioni, di interni ed esterni, si può scommettere che Klaus entrerà di diritto nel novero dei film animati di Natale da vedere e rivedere ogni dicembre, per lasciarsi ispirare, carta e penna alla mano, nella scrittura della fatidica letterina.
Il viziato e lavativo Jesper viene inviato a lavorare come postino in una località isolata e distante dove due fazioni diverse sono in contrasto costante tra di loro e in una zona piuttosto distante da quel luogo tetro e infelice vive un anziano eremita alto che intaglia il legno ed appare come un uomo taciturno e riservato, ma conoscendolo meglio, Jesper scopre il suo passato e, [...] Vai alla recensione »
Questo film siul natale (Klaus) non è il solito cinepanettone Italiano, ma è molto coinvolgente come storia. La grafica è fatta benissimo, sembra quasi che siano degli attori che stiano recitando. Forse non è molto adatto ai bambini perché non è di facile comprensione.
Il cartone animato in questione è un capolavoro, i disegni sono splendidi, richiama a quando ancora ne facevano a mano.. La storia è originale e mai banale. Commovente e avvincente. Non c'è nessun paragone.. È sicuramente il cartone animato più bello di sempre.
Ormai non ci sono dubbi.Ogni sacrosanto Natale,come ogni genitore si rispetti,sei "costretto" a sorbirti ore di polpettoni animati e non a tema natalizio insieme ai tuoi figli.All'ennesima proposta di mio figlio di guardare questo nuovo film,beh,non ero molto disponibile,ma la bontà genitoriale ha preso il sopravvento e... fantastico!Una storia nuova, semplice ma mai banale, divertente e commovente.Un [...] Vai alla recensione »
«Il primo film di animazione di Netflix» - così recita la frase di lancio - è anche un bel film. Apparente ossimoro per chi reputa gli "originali" Netflix sempre un gradino al di sotto della sufficienza (esclusi ovviamente gli Autori come Cuarón, Scorsese, Soderbergh...). Invece la scelta di Netflix di scommettere sul regista Sergio Pablos, co-ideatore di Cattivissimo me ma, prima, animatore tra gli [...] Vai alla recensione »
Jesper, un rampollo viziato, viene mandato dal padre in una sperduta isola per fare il postino. Potrà tornare a casa solo se smisterà un certo numero di lettere entro la fine dell'anno. Impresa disperata vista la rivalità tra i due clan che popolano la cittadina. Un giorno, però, incontra un vecchio eremita, Klaus, che cambierà le sue sorti. Il più bel cartone di questo Natale 2019 è disponibile su [...] Vai alla recensione »
Figlio di papà e peggior studente, Jesper (voce di Marco Mengoni) deve abbandonare gli agi della Regia Accademia Postale per prendere servizio su un'isola artica, per di più assai conflittuale. Con l'aiuto - da negoziare - della bella insegnante Alva (Ambra Angiolini) e del nerboruto falegname Klaus (Francesco Pannofino), riuscirà il postino suo malgrado a consegnare seimila lettere, viatico per la [...] Vai alla recensione »