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Rassegna stampa di Leni Riefenstahl

Leni Riefenstahl (Helene Bertha Amalie Riefenstahl). Data di nascita 22 agosto 1902 a Berlino (Germania) ed è morto il 9 settembre 2003 all'età di 101 anni a Poecking (Germania).

LUIGI PAINI
Il Sole-24 Ore

La regista del Trionfo della volontà e di Olimpia, due film sui quali si è costruita l’immagine trionfante del nazismo. Era stato Hitler a volerla. Aveva capito che quella bella e ambiziosa trentenne, arrivata al cinema prima come attrice e poi anche come regista, aveva davvero della stoffa. A lei venne affidato il compito di organizzare le riprese del colossale appuntamento nazionalsocialista di Norimberga, dal 4 al 10 settembre del 1934. Quasi 800mila partecipanti, chiamati a raccolta da tutto il Reich per celebrare i fasti del regime. E la volitiva Leni ebbe a disposizione mezzi da favola: addirittura una novantina di cineoperatori, che fissarono sulla pellicola ogni istante del diabolico evento. Sono immagini che ognuno di noi conosce a memoria, anche se non lo sa. Sono i fotogrammi in uno scultoreo bianco e nero ripetuti mille e mille volte da tutte le ricostruzioni storiche di quei tragici giorni. Il genio della Riefenstahl - perché di genio si tratta, anche se il riconoscerlo provoca dolore - fu quello di organizzare in modo perfetto quella macchina, e poi di montare superbamente l’enorme materiale filmato. L’arrivo in aereo del Fuhrer (un dio che scende dal cielo...), il sorvolo della città, le folle osannanti, le feste, le musiche marziali e, infine, il discorso del capo che tutti unisce, mobilita, rende partecipi di un avvenimento unico, irripetibile. Poco tempo dopo arriva il nuovo, gigantesco impegno, sempre per ordine del capo supremo e dell’onnipotente Goebbles: riprendere le Olimpiadi del 1936 a Berlino, nuova tappa nella costruzione dell’immagine del Reich nei confronti del mondo. Ancora una volta il risultato, intitolato semplicemente Olimpia, è pari all’impegno: la regista filma la bellezza dei corpi, il pubblico in festa e il gesto atletico, l’emozione e lo spasimo di ogni gara. E, soprattutto, fa precedere le quattro ore di proiezione da un prologo che canta il neopaganesimo armano, la diretta filiazione del nazismo e della sua aberrante ideologia dalla Grecia classica. Poi la guerra, il processo davanti a un Tribunale alleato, l’assoluzione e, per molti anni, il silenzio. Fotografa in giro per il mondo, appassionata subacquea, tenace e testarda nel sostenere la sua estraneità al nazismo. Ora, il giudizio è affidato per sempre a un altro Tribunale.

ALESSANDRA VENEZIA
Panorama

Prediletta a suo tempo da Adolf Hitler, che in lei vedeva una sorta di 'musa' del regime nazional-socialista, dopo la II Guerra Mondiale aveva continuato a lavorare, sia pure tra mille difficoltà, approfondendo la sua ricerca documentaristica e cercando di allontanare da sé i fantasmi del suo passato di artista simbolo del regime. Dopo la caduta del regime, ha spesso polemizzato con quanti la volevano inchiodare al suo passato di ritrattista ufficiale del Fuhrer e negare così il valore artistico della sua opera. «A guidarmi fu l'arte, non la politica», soleva dire. Rifiutando di chiedere scusa per la precedente collaborazione col nazismo, la Riefenstahl ha vissuto gli anni successivi al crollo del Terzo Reich come perseguitata dai fantasmi, intrappolata da quella nomea di ritrattista ufficiale del Fuhrer che la rese invisa ai più grandi direttori dei giornali tedeschi fino ai giorni nostri. Ancora oggi, di fronte alla notizia della sua morte, il ministro della cultura tedesco, Christina Weiss, ha voluto ricordare non la bellezza struggente di alcune sue opere, ma le sue responsabilità nella creazione del mito dell'uomo ariano. Aggiungendo poi, secondo uno schema che ha perseguitato la regista per tutta la sua vita, che «ella non ha mai voluto affrontare la questione dell'asservimento della sua opera». Quasi che il giudizio sull'arte debba essere piegato a un principio sostanzialista, e non alle emozioni che essa sa produrre, anche nell'ora della sua morte le polemiche non si sono placate.

News

Firmò opere che fanno parte della Storia del Cinema. Come Olympia, il racconto delle Olimpiadi di Berlino del 1936.
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