19 film i film in concorso tra i quali spiccano i nomi di Richard Linklater, Michel Franco e Radu Jude. Nella sezione Berlinale Special si attende il ritorno di Bong Joon-ho. Il nuovo doc dei fratelli De Serio in Forum. Al via il 13 febbraio.
di Tommaso Tocci
La Berlinale, tradizionale primo grande appuntamento dell’annata cinematografica europea e mondiale, entra con il 2025 in una nuova fase. C’è una nuova direttrice, l’americana dai lunghi trascorsi britannici Tricia Tuttle, che sostituisce l’italiano Carlo Chatrian e sembra aver voluto snellire i contorni dell’evento.
Questa 75.ma edizione prenderà il via il prossimo 13 febbraio e nel programma appena annunciato Tuttle promette una selezione eclettica, con un concorso di diciannove film che verranno sottoposti all’attenzione della giuria guidata da Todd Haynes. I nomi non sono troppo diversi da quella che è un’ideale tradizione berlinese: ci sarà il ritorno di Richard Linklater, che nella capitale tedesca undici anni fa presentò Boyhood (portandosi a casa il premio per la miglior regia) e che ora ci riprova con Blue Moon, forte di un cast che include il vecchio amico Ethan Hawke, Margaret Qualley e Andrew Scott. Gli fa compagnia il messicano Michel Franco, tanto eclettico quanto controverso, che però dopo la buona accoglienza avuta con Memory a Venezia ripete la collaborazione con Jessica Chastain in Dreams, incentrato su una giovane ballerina messicana che cerca di sfondare a San Francisco.
Il rumeno Radu Jude, che qui vinse nel 2021 con Sesso sfortunato o follie porno, dà seguito a uno dei suoi film migliori (Do not expect too much from the end of the world) con Kontinental ’25, consueto mix di grottesco, humor e satira tagliente dei nostri tempi. E poi il simbolo della continuità berlinese, quel Hong Sang-soo che prosegue nel suo percorso originale di dramma e commedia sudcoreana lieve e dolceamara: stavolta ci sarà con What Does That Nature Say To You. Dalla Francia, Lucile Hadzihalilovic è in corsa con il fantasy The Ice Tower, in cui si segnala la presenza di Marion Cotillard.
Sul versante degli esordi, vedremo il primo film dell’autrice teatrale (che nell’ultimo decennio si è anche affinata come sceneggiatrice per il cinema) Rebecca Lenkiewicz, pronta a prendere il timone della regia con il britannico Hot Milk. Dall’Ucraina arriva invece il documentario Timestamp di Kateryna Gornostai, che fa la cronaca della vita scolastica mentre il paese continua a essere in guerra.