
Tra le interpreti francesi più amate della sua generazione, sarà protagonista di Le déluge - Gli ultimi giorni di Maria Antonietta del regista italiano Gianluca Jodice. Dal 21 novembre al cinema.
di Francesca Pellegrini
Il cinema francese ha dato vita ad alcune delle interpreti più straordinarie del panorama mondiale, da Catherine Deneuve a Juliette Binoche, ma poche possono eguagliare il talento di Mélanie Laurent. L'attrice parigina affronta i suoi personaggi con un approccio istintivo, infondendo autenticità in ogni sua performance: memorizza le battute, aspettando fino all'ultimo istante per lasciarsi travolgere al suono del ciak... «Azione!». Oggi, è al cinema nel corsetto e nel volto incipriato di Maria Antonietta nel dramma storico Le Déluge (Il Diluvio) del regista italiano Gianluca Jodice. Il film segue gli ultimi giorni di Luigi XVI (interpretato da Guillaume Canet) e l'ultima regina di Francia dell'ancien régime, sua consorte, prima della loro esecuzione.
Figlia di una ballerina e di un doppiatore, Laurent visitò il set di Asterix e Obelix insieme a un'amica. Fu lì che la sua carriera ebbe inizio. Gérard Depardieu, notandola, le chiese se le sarebbe piaciuto recitare. Lei, senza esitazione, rispose: "Perché no?". Intravedendo in lei un talento naturale, il divo francese le diede tre consigli: non studiare recitazione, non imparare il copione troppo presto e non aver paura di sentirsi ridicola. Così, a soli 16 anni, le offrì una parte in Un pont entre deux rives, un dramma co-diretto con Frédéric Auburtin. Il ruolo della svolta arrivò nel 2006 con Je vais bien, ne t'en fais pas di Philippe Lioret, dove interpreta Lili, vincendo il César Award come attrice più promettente.
Nel 2009, Laurent debuttò a Hollywood nel «rouge à lèvre» della vendicativa operatrice cinematografica ebrea, Shosanna, in Bastardi senza gloria di Quentin Tarantino. Dopo la sua apparizione nell’epico blockbuster bellico, Laurent venne rapidamente pubblicizzata come la prossima grande star francese, comparendo al fianco di Ewan McGregor in Beginners, Jake Gyllenhaal in Enemy di Denis Villeneuve e per il duo Brangelina in By the Sea. Non solo attrice divisa tra cinema e teatro, Laurent è anche una regista, cantante e sceneggiatrice apprezzatissima. Ha ancora un sogno nel cassetto: lavorare con più donne registe. Ricordiamo, le sue 5 interpretazioni «formidables».
Nel dramma psicologico famigliare di Philippe Lioret, l’attrice incarna Lily. Una ragazza di 19 anni che torna dalle vacanze per scoprire che suo fratello gemello Loïc (Julien Boisselier) ha lasciato la casa, dopo una violenta lite con il padre. Disperata per la mancanza di notizie del gemello, tenta di lasciarsi morire. Una sua lettera, però, la risolleva e la spinge a partire alla sua ricerca. Ma durante il viaggio, scoprirà una verità sconvolgente. Laurent offre una performance incredibile di una giovane donna emotivamente perduta che lotta per raggiungere l'indipendenza. Il film approfondisce le conseguenze del dolore e della perdita, facendo luce su come tali esperienze traumatiche aiutino a plasmare le persone. La prestazione le vale numerose nomination e riconoscimenti, tra cui il premio Romy Schneider et il Premio César come migliore promessa femminile.
Ispirata a una toccante storia vera, questa dramedy francese diretta da Radu Mihaileanu racconta la storia di un ex direttore d'orchestra dell’iconico Bol'šoj, ridotto a fare l'addetto alle pulizie nel teatro che un tempo lo aveva celebrato. La sua carriera fu distrutta per aver rifiutato di espellere i musicisti ebrei dalla sua orchestra, un gesto di integrità che lo portò a essere emarginato e dimenticato. Un giorno, coglie l’occasione di riunire la sua vecchia orchestra per un’esibizione a Parigi. Al suo fianco c’è la Anne-Marie Jacquet di Laurent, una violinista che non ha mai osato suonare il temuto concerto di ?ajkovskij. Il film esplora temi profondi come l'identità culturale, raccontando la lotta degli immigrati russi. Vincitore del Premio César per la migliore colonna sonora originale e il miglior suono, è un omaggio al potere trasformativo della musica e alle seconde possibilità nella vita.
Da Mike Mills, una dramedy LGBTQ+ essenziale per il curriculum di Mélanie Laurent. Il film racconta la storia del giovane Oliver (Ewan McGregor) la cui vita viene sconvolta quando l’anziano padre vedovo, interpretato dal Premio Oscar Christopher Plummer, gli fa una doppia confessione: di avere un cancro terminale e di essere stato sempre omosessuale. L’attrice parigina entra alla perfezione nei panni dell'affascinante fidanzata di Oliver. Beginners è un'esplorazione toccante dell'amore, della perdita e delle complessità delle relazioni umane.
Laurent debutta a Hollywood nel «rouge à lèvre» di Shosanna Dreyfus, in quello che è (probabilmente) il film più importante di tutta la sua carriera. Da Quentin Tarantino, il war movie che reinventa la Seconda Guerra Mondiale e immagina un complotto (a buon fine) per assassinare Hitler. La trama è incentrata su un gruppo di soldati ebrei americani, guidati dal tenente Aldo Raine di Brad Pitt, che progettano di eliminare i maggiori gerarchi del Terzo Reich durante la première di un film a Parigi. Nel frattempo, l’operatrice cinematografica ebrea di Laurent pianifica la sua vendetta contro il colonnello nazista che ha sterminato la sua famiglia. Quel sadico e algido Hans Landa incarnato dal Premio Oscar Christoph Waltz. Mélanie diventa internazionale in un ruolo iconico, molto più vicino a lei di quanto si possa immaginare. L’attrice francese è di origine ebraica sia ashkenazita (ebrea polacca) che sefardita (ebrea tunisina). Suo nonno, deportato dalla Polonia durante l'occupazione nazista, riuscì a sopravvivere. I nonni materni, invece, erano editori di locandine cinematografiche.
Laurent intrappolata e monitorata contro la propria volontà, nello sci-fi ansiogeno di Alexandre Aja. Il maestro contemporaneo dell’horror francese dirige un one (wo)man show in cui una donna si risveglia senza memoria in una minuscola capsula criogenica; l’ossigeno sta per finire e se vuole sperare di sopravvivere, dovrà ricordare chi è. Basato sulla sceneggiatura di Black List del 2016 di Christie LeBlanc, il thriller survival-claustrofobico era originariamente previsto per essere girato in inglese con Anne Hathaway come protagonista. In seguito è stato trasformato in un progetto guidato da Noomi Rapace con Franck Khalfoun alla regia e Aja alla produzione. Alla fine, la pandemia da Covid-19 ha fatto naufragare i piani originali e Aja ha assunto il ruolo di timoniere con Laurent nel ruolo di Liz, una dottoressa che apre gli occhi in mezzo a un labirinto di fili e tubi in uno spazio estremamente angusto e senza idea di dove si trovi o perché. L’attrice ha ammesso di non aver dormito dopo aver letto il copione.