In streaming su MYmovies ONE un film raffinato, coinvolgente e poetico che rende giustizia alle donne che hanno lottato nei secoli per essere accettate e agli uomini che hanno saputo amarle in modo incondizionato. GUARDA ORA »
di Claudia Catalli
Un film potente contro i pregiudizi secolari sulle donne e contro chi punta il dito sul diverso. È l’appassionante Rosalie, film firmato da un’autrice mai banale come Stephanie Di Giusto, che mette in scena una storia di emancipazione e lotta alla discriminazione.
GUARDA ORA IL FILM
Siamo nella Francia rurale del XIX secolo, Rosalie è una fanciulla che il padre fa fatica a “sistemare”. Quando finalmente convince un uomo a sposarla, lei ha una paura tremenda di venire rifiutata. Si fatica sulle prime a capirne il motivo, poi si scopre - insieme al neosposo - che si tratta di una donna che soffre di irsutismo. Parte da qui una storia che si svolge sul doppio binario di accettazione e integrazione sociale, e insieme di emancipazione personale.
La talentuosa Nadia Tereszkiewicz, la cui bravura è pari solo alla sua bellezza come già ampiamente dimostrato in Forever Young di Valeria Bruni Tedeschi e Mon Crime di Francois Ozon, dà vita a un personaggio che resta nel cuore e che già in scrittura esplode piano piano.
All’inizio è solo una ragazza del suo tempo, una figlia che spera di non deludere suo padre e una creatura che teneramente teme di essere rifiutata per la sua diversità. Appena prende fiducia in se stessa riesce non solo a sfidare la diffidenza degli sguardi altrui, esibendo fiera la sua barba, ma anche a scalfire la coltre di dolore e rabbia di un marito ferito, con le sue cicatrici anche emotive.
È intraprendente, Rosalie. Fa leva sulla curiosità della gente per far arrivare più persone possibili nella locanda di suo marito, per aiutarlo a colmare i debiti. E metterà in campo tutta una serie di altre idee e iniziative che la descrivono per quella che realmente è: non “la donna barbuta”, ma una donna sorprendente e dal grande cuore, in grado di trattare con tutti e di stupire in senso positivo.
Benoît Magimel non è da meno, la sua esperienza di attore di spessore e di carriera gli consente di dotare di carisma e umanità un personaggio che rischiava la caricatura, il marito-zimbello del paese, chiamato a dover decostruire per primo la mentalità patriarcale per amare la sua donna per quella che è veramente. E la regista Di Giusto è capace a rendere tutto in maniera verosimile, portando sullo schermo una storia che respira lo spirito del suo tempo eppure riesce a raccontare molto anche della società di oggi, della visione subalterna della donna, della sua mancata libertà di presentarsi al mondo come meglio crede.
Non depilata, con abiti succinti, magari con un bicchiere di vino in mano e delle idee chiare da esprimere. Rosalie sfida i benpensanti con la sua barba e il suo carattere, finendo inevitabilmente per scontrarsi contro il potere maschile e contro una società bigotta per cui lei, e tutto quello che rappresenta, è troppo (avanti).
La seconda parte del film si rivela tutt’altro che tenera, si apre a poco a poco la voragine della discriminazione e della mancata accettazione sociale della “diversità” della protagonista, con conseguenze drammatiche. La regista non si serve di nessuna retorica, come di nessun lieto fine telefonato, firma un film raffinato, originale e coinvolgente, a tratti visivamente poetico, che rende giustizia alle donne che hanno lottato nei secoli per essere accettate e agli uomini che hanno saputo amarle in modo incondizionato.