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NO, la guerra ad altezza di bambino. Guarda il corto inedito di Marco Tullio Giordana, per non dimenticare

In esclusiva su Repubblica il film che Marco Tullio Giordana, maestro del cinema civile e autore di opere come I cento passi e La meglio gioventù, ha firmato per ricordare l’inizio dell’invasione russa in Ucraina. GUARDA ORA IL FILM »
di Marzia Gandolfi

venerdì 24 febbraio 2023 - Focus

Soltanto un anno fa, le immagini dei bambini ucraini che fuggivano la guerra nelle prime ore del conflitto, soli o accompagnati dalle loro madri, risvegliavano la parte oscura della memoria collettiva europea: le guerre del XX secolo, la mobilitazione del 1915, l’esodo istriano… Ieri come oggi, i bambini sono ugualmente e direttamente coinvolti.

GUARDA ORA 'NO' DI MARCO TULLIO GIORDANA
Durante l’assedio di Mariupol’, il maggio scorso, sono stati bombardati ospedali e scuole. Nonostante le convenzioni internazionali vietino di colpire i civili e in particolare i bambini, questo tabù viene regolarmente trasgredito. E la guerra tocca duro i bambini perché le famiglie vengono spezzate. Isolati, rischiano di ritrovarsi in situazioni pericolose. Secondo l’Unicef più di mille sono stati uccisi o feriti dall’inizio dell’invasione russa.

Se la guerra è dichiarata dall’adulto, il bambino ne subisce tutte le conseguenze, ritrovandosi presto separato, sfollato, se non addirittura deportato, violato, orfano. Quando un bambino è di fronte alla guerra, tutto il suo mondo crolla. È esposto alla morte e alla disumanizzazione totale. Intrappolato sulla linea del fronte è condannato a un’insicurezza permanente dove la vita si gioca al ritmo dei bombardamenti.

È vittima ma anche attore come dimostra Marco Tullio Giordana. In una manciata di minuti e con lo stile sobrio che gli è proprio, l’autore prende le misure delle conseguenze traumatiche delle ‘bombe’ sui bambini ma si concentra soprattutto sulla loro resilienza, quella capacità di adattamento straordinaria che permette ai ‘figli della guerra’ di attraversare il conflitto e la fase successiva, quella della ricostruzione e della ricerca di una vita normale. 

Lontano dall’infantilizzazione in cui la storiografia ha a lungo relegato i bambini, Marco Tullio Giordana segue (idealmente) le parole di Manon Pignot e gira “la guerra ad altezza di bambino”. Come la storica francese, che ha fatto ‘parlare’ i loro disegni dando accesso a una visione della guerra diversa da quella degli adulti, Marco Tullio Giordana sceglie la loro testimonianza storica e la prende sul serio.

NO scorre in quattro minuti i volti e i corpi di bambini che traducono il momento in cui la sicurezza del loro mondo crolla. E lo fanno meglio di un libro di storia perché la loro testimonianza è vissuta nel momento e non retrospettivamente. L’autore valorizza negli intensi primi piani l’interiorità e l’intimità dei bambini, disperati o impotenti ma più spesso curiosi e vigili. E per un fanciullo che calcia un pallone in un deserto urbano “anno zero” o una bambina che saluta il suo papà dietro al vetro appannato di un pullman in partenza, ce n’è uno che colpisce inconsolabile l’elmetto di un soldato. Un’immagine innaturale che racconta bene come la violenza della guerra spinga a forza i bambini fuori dall’infanzia

Marco Tullio Giordana ha sempre scelto la via del melodramma per raccontare i nodi irrisolti e le contraddizioni laceranti della realtà sociale (I cento passi, La meglio gioventù, Quando sei nato non puoi più nasconderti…), per dire storie d’amore nutrite di slanci appassionati e tragici impedimenti, per dire adesso la guerra lontano dai toni della cronaca come da quelli della fiction televisiva corrente. 

Un “piccolo film” in esclusiva sul sito di Repubblica e sulle note ‘pizzicate’ di Salvador Bacarisse, restituisce ai bambini il loro posto. Intorno a loro organizzazioni umanitarie ‘improvvisano’ centri di accoglienza, ospedali e una rapida scolarizzazione, perché anche dentro il caos della guerra, il bambino incarna sempre il futuro e una questione politica maggiore.

Marco Tullio Giordana li trasforma in soggetti storici, capaci di agire e di osservare, di osservarci sotto i loro cappelli di lana e dentro i loro cappotti a prova di odio. Un mélange di poesia gioiosa e di durezza che rende NO così commovente. “Se verrà la guerra, marcondiro’ndero, sul mare e sulla terra chi ci salverà?” I bambini, Giordana ne è sicuro. 


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