Simon Reynolds lo chiama “post-punk”, i più si accontentano dell’ondivago “new wave”. La definizione di un genere musicale, sì, ma ancor più di un periodo storico che segna la fine dell’adolescenza musicale e l’inizio di una incerta pubertà stilistica. Dopo che il “no future” gridato da Johnny Rotten fa piazza pulita del gigantismo rock, occorre costruire qualcosa di nuovo, prelevando quel che si può dal passato e scrutando nel futuro. Nascono così gruppi iconoclasti e ancor oggi attuali e sfuggenti come Throbbing Gristle e Undertones, Joy Division e Gang Of Four.
 

Les magnetiques, debutto di Vincent Maël Cardona graziato da una prima alla Quinzaine des Realisateurs 2021 e da un César per la migliore opera prima, si concentra su quel periodo di fondamentale transizione, mettendo in chiaro sin dall’epilogo il ruolo centrale della colonna sonora per contestualizzare l’inquietudine che innerva la vicenda di Philippe, del fratello Jérome e di Marianne; che è anche la vicenda di Radio Warsaw, stazione libera e folle che diffonde musica post-punk e idee pacifiste. È una voglia di cambiamento che converte l’ottimismo dei Sessanta in disillusione e negatività, dalle derive autodistruttive.

È il 1981 ed è come se i personaggi percepissero il vento del cambiamento, la brezza del liberismo che metterà fine alle utopie. Cardona colloca la vicenda in un punto di svolta, l’elezione di Mitterrand a Presidente della repubblica francese, accolta con entusiasmo per la sua militanza socialista. Ma è anche il giorno della morte di Bob Marley e Jérome capisce subito cosa rappresenti: noi spettatori sappiamo cosa porterà in serbo il decennio nascente e che questi saranno gli ultimi fuochi dell’idealismo.

Il trio dei protagonisti incarna aspetti differenti di questa inquietudine: Philippe è il timido e introverso genio del mixaggio, che sfrutta mezzi analogici per realizzare quel che un decennio dopo sarà digitale e assai più agevole; Jérome la “rockstar”, folle e dissoluta, che rifiuta le proprie radici ed è incapace di stabilire un contatto con il padre; Marianne, ragazza madre amata da ambedue, incarna la speranza e il sogno, l’illusione di una fuga dalla provincia francese e da una dimora opprimente. Il lavoro sulla scenografia della casa paterna, dominata da tappezzerie e mobili di dubbio gusto, è mirabile per come riesce a trasmettere una sensazione di claustrofobia e decadenza.

Les magnetiques è insieme un coming of age, che segue l’inquietudine delle dinamiche esistenziali dei due fratelli, e una storia d’amore, inevitabilmente tormentata, immortalata da una macchina da presa che evita i primi piani e mette in prospettiva tanto il caos che ribolle a Radio Warsaw che le geometrie dell’ordine costituito – come nella sequenza del servizio militare a Berlino. L’incipit pseudo-documentaristico mostra il gusto e la preparazione di Cardona, profuse in un primo lungometraggio che mostra già uno sguardo maturo e consapevole.

Consigliato a tutti gli amanti del cinema d’autore e tassativamente ai musicofili con un debole per la new wave.

Les magnetiques rimarrà disponibile in streaming su MYmovies ONE - grazie alla selezione di MyFrenchFilmFestival -  fino al 13 febbraio.