giovedì 28 luglio 2022 - Mostra di Venezia
“Un programma che è sì eco dei tempi bui e angosciosi che stiamo vivendo, ma è anche un atto di resistenza”: così la Direttrice artistica Gaia Furrer descrive la 19esima edizione delle Giornate degli Autori, al Lido dal 31 agosto al 10 settembre nell’ambito della Mostra del cinema di Venezia. In cartellone ci sono “opere che raccontano i distanziamenti, i dolori e i disagi del mondo, ma che in modo ancor più deciso narrano di sodalizi e complicità. Questione politica, rielaborazione del passato, osservazione dello status quo e tentativo di proiettarsi in un futuro diverso, solitudine umana e conseguente bisogno di alleanze, sono i temi portanti”. “Un’idea comune: raccontare il mondo e la sua complessità con le immagini e le parole, con le testimonianze e i sogni, senza barriere tra invenzione e documento, senza gerarchie tra maestri ed esordienti, soprattutto senza paura di avere coraggio”, concorda il Delegato generale Giorgio Gosetti.
IL CONCORSO
Dieci i titoli in gara, fra cui due italiani: Bentu di Salvatore Mereu, “storia di grano e vento ambientata nella Sardegna degli anni Cinquanta”, e Padre Pio di Abel Ferrara, protagonista Shia LeBeouf nei panni del santo di Pietrelcina, ambientato nel contesto storico delle lotte fra contadini e latifondisti del 1920 culminate nell’eccidio di San Giovanni Rotondo.
Quattro le opere prime, che concorreranno insieme alle opere seconde per il nuovo premio BNL x Cinema del futuro, decretato da cinque studenti del CSC – Scuola Nazionale di Cinema, del valore di 3.000 euro assegnato ai primi e secondi film “distintisi per coraggio e innovazione”. I titoli in gara sono: Blue Jean di Georgia Oakley, ambientato nell’Inghilterra di Margaret Tatcher e imperniato sulla legge omofobica approvata dalla Lady di ferro; The Last Queen di Adila Bendimerad e Damien Ounouri, sulla figura della leggendaria Regina Zaphira contro lo sfondo dell’Algeria del ‘500; The Maiden del canadese Graham Foy, protagonisti tre adolescenti alle prese con una giornata estiva che volge in tragedia; e Wolf and Dog della documentarista Claudia Varejao, che parla di discriminazione di genere in Portogallo immergendosi nella giovane comunità queer dell’isola di Sao Miguel. Come sottolinea Furrer, quest’anno alle Giornate “c’è una parità di genere che rispecchia la crescita di autrici finalmente libere di esprimersi”.
Coerentemente, la giuria sarà presieduta dalla regista francese Céline Sciamma, “da sempre interessata alle questioni dell’identità”.
Completano la selezione da Dirty, Difficult, Dangerous del regista libanese Wissam Charaf, storia d’amore (contrastato) tra un rifugiato siriano e una badante etiope; Ordinary Failures di Cristina Grosan, “autrice a metà tra il cinema e l’arte”, in cui tre donne “si ribellano ai ‘fallimenti ordinari’ del titolo”; The Damned Don’t Cry di Fyzal Boulifa, storia di una madre e un figlio attraverso un Marocco lacerato dalle disparità economiche e sociali; Stonewalling, firmato dalla coppia di registi Huang Ji, autrice della trilogia femminista di cui questo film rappresenta l’ultimo capitolo, e Ryuji Otsuka, che “attraverso lo sguardo di una giovane donna rivela le nuove regole della gig-economy, del mercato grigio e parallelo, del Multi Level Marketing e delle sue truffe nella Cina delle metropoli moderne”.
In chiusura Fuori concorso The Listener del regista-attore Steve Buscemi, protagonista l’attrice afroamericana Tessa Thompson nei panni di una volontaria presso una helpline telefonica di supporto psicologico, che ha qualche motivo personale per mettersi al servizio del prossimo.
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EVENTI
Evento di apertura Fuori concorso è il film Marcia su Roma del regista e storico del cinema irlandese Mark Cousins, narrato nell’edizione italiana da Alba Rohrwacher, che ripercorre l’ascesa e l’espansione del Fascismo lanciando campanelli d’allarme ai Paesi contemporanei minacciati dai nuovi sovranismi.
Seguono il documentario Alone dell’iraniano Jafar Najafi, il cui protagonista quattordicenne non vuole che le sorelle dodicenni si sposino e cerca di cambiare la cultura maschilista del proprio Paese; in Siamo qui per provare, Greta De Lazzaris e Jacopo Quadri mescolano vita e spettacolo inseguendo i registi teatrali Daria Deflorian e Antonio Tagliarini sulle tracce di uno spettacolo che tarda a prendere forma; Casa Susanna, terzo capitolo di una trilogia sulla transessualità del regista francese Sébastien Lifshitz, protagoniste due testimoni ottantenni di un’America rurale in cui il cross-dressing aveva però trovato un suo piccolo rifugio; infine Acqua e anice, opera prima di Corrado Ceron, un road movie che tratta anche il tema della memoria interpretato da Stefania Sandrelli e Silvia D’Amico.
NOTTI VENEZIANE
Nove i titoli in cartellone nello spazio creato in accordo con Isola Edipo e dedicato alla ricerca d’autore del cinema italiano, dal film di apertura, Le Favolose di Roberta Torre, che vede un gruppo di transessuali intente a restituire dignità al cadavere di un’amica seppellita in abiti maschili, all’opera prima Spaccaossa di Vincenzo Pirrotta, storia di truffe assicurative nei bassifondi di Palermo ispirata a vicende reali e interpretata dallo stesso regista accanto a Luigi Lo Cascio e Giovanni Calcagno; dal documentario (prodotto da Nanni Moretti) Las Leonas di Isabel Achaval e Chiara Bondi, che mette in primo piano, e al centro di un campo da calcio, colf, babysitter e badanti latinoamericane immigrate a Roma, a Un nemico invisibile di Riccardo Campagna e Federico Savonitto, in cui due contadini istriani novantenni cercano verità e giustizia insieme alla figlia per il loro figlio morto durante un TSO; da La timidezza delle chiome di Valentina Bertani, che vede al centro due gemelli ebrei diciannovenni affetti da una disabilità intellettiva e uniti da un legame unico ma in cerca della propria strada individuale.
E ancora Se fate i bravi di Stefano Collizzoli e Daniele Gaglianone, “diario dell’elaborazione, stilato a posteriori”, dei tragici fatti del G8 di Genova nel 2001, un evento “ancora abbastanza vicino da poter parlare al presente”, come dicono i registi, “per andare oltre Genova, e per capire cosa Genova significa”; dall’excursus nella storia travagliata del Burkina Faso, compresa la fine della dittatura e le prime elezioni libere, ne Il paese delle persone integre di Christian Carmosino Mereu, alla “storia d’Europa vista dalla Grecia” Kristos, l’ultimo bambino di Giulia Amati, dove l’unico bambino residente sull’isola di Arki dovrà capire se lasciare l’isola per continuare a studiare; fino a Pablo di Neanderthal di Antonello Matarazzo, che attraverso il lavoro dell’artista Pablo Eucharren pone la domanda: “Cosa sarebbe successo se l’uomo di Neanderthal fosse prevalso sull’Homo Sapiens?”
INCONTRI E MASTERCLASS
Come sempre saranno alle Giornate i Miu Miu Women’s Tales, che vedranno protagoniste Natasha Lyonne e Katherine Waterston in House Comes With A Bird di Janicza Bravo e Angela Molina in Carta De Mi Madre Para Mi Huo di Carla Simon.
Tre le Masterclass realizzate con la Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia: con Celine Sciamma, celebrata come parte della sua nuova collaborazione con Giornate anche da MUBI che ha dedicato alla regista il focus “Cuori in Fiamme”, ed Edgar Reitz, cui verrà anche consegnato insieme a Giornate il Premio speciale per il 75esimo della Fondazione Ente dello Spettacolo, a trent’anni esatti dalla scoperta, da parte della Mostra del cinema, del suo Heimat 2 che verrà presentato alle Giornate in versione restaurata. La terza masterclass? “Una sorpresa che verrà presto annunciata”, afferma Furrer.
Fra gli incontri promossi dalla SIAE attesissimo quello con Bob Odenkirk, il mitico Saul Goodman delle serie Breaking Bad e Better Call Saul, che accompagnerà la presentazione di Worlds Apart di Cecilia Miniucchi, del quale è protagonista. Il direttore della fotografia Daniele Ciprì presenterà invece, sempre in contesto SIAE, il suo film breve La fornace.
I MAGNIFICI 27
27 giovani cinefili provenienti dai paesi membri dell’Unione Europea e coordinati dal direttore del Festival di Karlovy Vary Karel Och sceglieranno insieme alla Presidente di giuria Céline Sciamma il vincitore del GdA Director’s Award, unico riconoscimento ufficiale della sezione autonoma, giunto alla nona edizione. Il premio di 20.000 Euro verrà ripartito tra il/la regista e il venditore internazionale del film vincitore. Il tutto nel quadro del progetto 27 Times Cinema organizzato dalle Giornate degli Autori, il LUX Audience Award del Parlamento europeo ed Europa Cinemas, in collaborazione con Cineuropa, in cui i giovani giurati saranno anche ambasciatori e promotori degli eventi legati al LUX Audience Award sui social e nei cinema del circuito di Europa Cinemas, raccontando la loro avventura veneziana.