Anno | 2022 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Italia |
Durata | 70 minuti |
Regia di | Salvatore Mereu |
Attori | Peppeddu Cuccu, Giovanni Porcu . |
Uscita | giovedì 15 settembre 2022 |
Tag | Da vedere 2022 |
Distribuzione | Viacolvento, Artex Film |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,90 su 8 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 13 settembre 2022
Un uomo è inseparabile dalla sua campagna ad aiutarlo c'è solo un giovane ragazzo. Il film ha ottenuto 1 candidatura ai Nastri d'Argento, 1 candidatura a David di Donatello, In Italia al Box Office Bentu ha incassato 45,6 mila euro .
ASSOLUTAMENTE SÌ
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Sanluri, seconda metà del '900. L'anziano contadino Raffaele prepara la sua terra per l'arrivo di quel ventu, "bentu" nel dialetto di Sardegna, che "libera il grano dalla paglia" in modo naturale, al contrario della trebbiatrice meccanica che appartiene ai padroni (e sostituisce il lavoro umano campestre). Angelino ha dieci anni e un grande desiderio: cavalcare il cavallo di Raffaele: ma secondo il vecchio lui è ancora troppo piccolo. Nel suo modo burbero però Raffaele consente al ragazzino di "alzare l'aria", cioè di fare come il vento e sollevare il suo raccolto di grano da terra. Ma il tempo non si ferma, come vorrebbe il contadino, né si fermano i desideri pericolosi degli uomini e la loro voglia di correre incontro al futuro.
Liberamente tratto da un racconto di Antonio Cossu che fa parte della raccolta "Il vento e altri racconti", Bentu riporta Salvatore Mereu a raccontare il rapporto fra la terra di Sardegna (e non solo) e i suoi abitanti, divisi fra chi resta ostinatamente intenzionato a mantenere un rapporto stretto con la natura, e chi invece è disposto a forzare quel rapporto in nome del progresso o di un'ambizione personale.
Di durata contenutissima per un lungometraggio, Bentu è una favola essenziale e crudele che non spreca neanche una parola (o un'inquadratura) per arrivare alla sua conclusione, una scena magnifica sia dal punto di vista narrativo che da quello cinematografico, tanto da farci chiedere come il regista abbia potuto girarla in quel modo.
Il cinema di Mereu è fatto di dettagli, che qui sono le anguille che vecchio e bambino pescano e che cercano di sfuggire al loro controllo, la paglia che si stacca dal grano con fatica, il rumore del vento che fa da sottofondo alla sua attesa. E i due protagonisti sembrano incarnazioni stesse di quella terra selvatica e ostinata, ruvida nell'espressione dei sentimenti, fieramente determinata nel perseguire i propri obiettivi. Come nel precedente Assandira il contrasto è anche generazionale, ma rimane soprattutto una lotta fra volontà contrapposte.
Raffaele conosce il valore del tempo e ha imparato ad aspettare, Angelino invece ha fretta, e più di lui ha fretta quella generazione di mezzo che non si vede ma che fa parecchio danno, in nome di un'economia rurale più avanzata. Ma la natura è più forte degli uomini, rifiuta di essere addomesticata, si ribella alla caparbietà dei singoli e della specie umana. E Mereu sembra essere al suo servizio ritraendola in purezza, più grande e più imprescindibile degli esseri che la abitano, rimpiccioliti nelle inquadrature, resi quasi ridicoli nella loro umana presunzione.
Il regista si prende il tempo dilatato necessario a raccontare la sua storia, che si avvita velocemente solo nel finale: perché il tempo va rispettato senza imporgli forzature, si dipana da solo e da solo precipita, quando la pendenza è quella giusta.
Oltre l'algoritmo, dentro l'umanità. Talento irregolare e non riconciliato del nostro cinema, Salvatore Mereu persegue un'arte dedita alla vita, abitata dalla natura, impastata col tempo. Occupandosi delle cose che contano, che sono poi quelle che restano, non può scendere a compromessi, eppure la sua irriducibilità non è "nostalgia dell'arcadia" ma del futuro.
Ad accoglierci nella Sardegna di Salvatore Mereu è sempre un silenzio spettrale, come se da un momento all'altro qualche vecchia divinità ormai dimenticata emergesse fra le ombre dei colli, fra i rivoli assetati, fra il grano crepitante di metà estate. È proprio dal grano, infatti, che il regista intesse la sua tela, soffermandosi sui campi in fiamme e sulle notti senza fine già immortalate in Assandira. [...] Vai alla recensione »
Bentu è perfetto per chi volesse fare una esperienza di cinema differente da quella imperante e commerciale. Riscoprendo il gusto di un film d'autore essenziale, senza troppi fronzoli, che va al nocciolo del racconto. Il grande protagonista è il vento, più del vecchio sardo Raffale che lo aspetta per la raccolta del grano. O del giovane Angelino che lo va a trovare, desideroso di salire a cavallo. Vai alla recensione »
Il vecchio e il vento. Una simbiosi imperfetta tra uomo e natura in un entroterra sardo fuori dal tempo ma non dalle stagioni, quello in cui l'anziano Raffaele, raccolto il grano che sarà la scorta per tutto l'anno, attende con cocciutaggine l'arrivo del vento che lo aiuterà a separare i chicchi dalla paglia. Attende, ma la brezza non arriva; attende lontano da tutto e tutti, in campagna, con pazienza [...] Vai alla recensione »
Come si filma il vento? È da sempre una delle grandi domande. Sempre in campo, sempre fuoricampo. Qualcosa di intrattenibile e di intrattabile. Da inseguire tra le foglie, gli steli, i rami, i capelli, i vestiti. Un'ossessione contro cui combattere. Da arginare, per non esserne travolti. O magari da attendere, come una liberazione. Ecco, con Bentu, Salvatore Mereu ingaggia la sua battaglia con il vento. [...] Vai alla recensione »
Bene hanno fatto le Giornate degli autori, sezione autonoma all'interno della Mostra del cinema, a prendere "Bentu" di Salvatore Mereu. Due anni fa il regista sardo portò fuori concorso nella selezione ufficiale il suo "Assandira", che avrebbe meritato una collocazione migliore. Questo nuovo "Bentu", prodotto dalla società Vialcolvento in collaborazione con l'università di Cagliari e la Film Commission [...] Vai alla recensione »
Liberamente tratto dal racconto Il vento di Antonio Cossu (scrittore sardo nato nel 1927 e morto nel 2002), il nuovo film di Salvatore Mereu è frutto di un progetto nato all'Università di Cagliari nell'ambito del corso di laurea in Produzione Multimediale. Regista e studenti a un certo punto sono usciti dalle aule per misurarsi col cinema: "E ci si ritrova, tutti insieme, a fare un film nonostante [...] Vai alla recensione »