Il film di Claudio Ripalti soffre i limiti di budget ma non manca di coraggio e ambizione. Da giovedì 20 settembre al cinema.
di Andrea Fornasiero
Marche, 1860: l'unità d'Italia è considerata alla stregua di una guerra di conquista, il potere espresso dalla Corona del resto è rigido e spregiudicato nei suoi tentativi di consolidarsi. Un avvocato al servizio del Ministero della guerra cerca però di vederci chiaro sul destino della Banda Grossi e si reca in carcere a interrogarne un membro, Olinto Venturi. Questi racconterà la storia di Terenzio Grossi, di come insieme hanno lottato contro gli sfruttatori dei contadini, contro i borghesi e anche contro i carabinieri, in nome del popolo marchigiano. Tra i briganti emerge prepotente oltre al leader, a suo fratello meno propenso alla violenza, e al braccio destro Olinto, la figura del selvaggio Sante Frontini, il più brutale della banda.
Se già il brigantaggio meridionale non è molto trattato nel cinema italiano, ancora meno lo sono gli episodi dell'Italia centrale, infatti è la prima volta che la storia della Banda Grossi arriva sullo schermo, grazie anche a un'operazione di crowdfunding di grande successo.