Una storia di resilienza politica e di empowerment femminile. Dal 26 luglio al cinema.
di Paola Casella
Tunisi ai giorni nostri. Miriam ha 21 anni e una gran voglia di festeggiare: ha organizzato un party per studenti universitari dove gli ospiti sono invitati a "fare tutto quello che vogliono". Al party Miriam incrocia lo sguardo con Yussef, un bel ragazzo che non le toglie gli occhi di dosso. I due escono insieme nella notte stellata, diretti alla spiaggia poco distante. Nella scena successiva Miriam è in fuga, terrorizzata, e ha addosso i segni di una violenza appena subita. È l'inizio di una notte di incubo in cui la ragazza si confronterà con la polizia, il sistema sanitario e l'intera società tunisina, della quale lei - in quanto giovane donna - rappresenta la componente più vulnerabile.
La bella e le bestie è tanto una storia di resilienza politica quanto di empowerment femminile: quello che può trasformare uno chador in un mantello da supereroina.
Il film narra l'odissea di una ragazza che deve denunciare una violenza sessuale in un Paese che, all'indomani della caduta della dittatura di Ben Ali ma anche della Primavera araba, vorrebbe dirsi liberato, e in realtà conserva una mentalità autoritaria e maschilista appoggiata tanto dalla religione quanto da una burocrazia disegnata per opprimere.