Lanthimos guarda a Kubrick in una nuova e malsana parabola sulle nostre paure più inconfessabili. Recensione di Emanuele Sacchi, legge Roberta Azzarone.
di A cura della redazione
Steven è un cardiologo: ha una bellissima moglie, e due figli, Kim e Bob. All'insaputa della famiglia Steven incontra spesso un ragazzo di nome Martin. Quando Bob comincia a presentare strani sintomi, la verità su Steven e Martin sale a galla.
Come nella versione originaria di 2001 - Odissea nello spazio (guarda la video recensione), è un minuto di buio a introdurre il film, sulle note dello Stabat Mater di Schubert.
L'immagine successiva è un intervento a cuore aperto. Veniamo così calati, in maniera brusca e disturbante, in una vicenda tragica di espiazione e vendetta.
Come in The Lobster non ci sono innocenti nell'universo di Lanthimos, qui alle prese col tentativo di far sua l'eredità di Kubrick e Haneke e spingersi oltre. Il suo è un cinema lucidamente spietato, ossia ciò di cui i tempi di inquietudine che stiamo vivendo hanno bisogno.
In occasione dell'uscita al cinema de Il sacrificio del cervo sacro (guarda la video recensione), in sala dal 28 giugno, Roberta Azzarone interpreta la recensione di Emanuele Sacchi.