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Günter Grass: il tamburo non batte più

ONDA&FUORIONDA di Pino Farinotti.
di Pino Farinotti

In foto il premio Nobel Günter Grass.
Günter Grass 16 ottobre 1927, Danzica (Polonia) - 13 Aprile 2015, Berlino (Germania).

domenica 19 aprile 2015 - Focus

Per tanta gente, per i tedeschi senz'altro, faccio valere con un po' di enfasi una frase della mitologia della scrittura, di John Donne: "... E dunque non chiedere mai per chi suona la campana: suona per te". Günter Grass era per i tedeschi e per ciascuno di noi che ha a cuore la cultura, la letteratura e l'impegno, un modello garante e sicuro. Il sentimento tedesco in queste ore è certo questo: "come faremo adesso, senza di lui?" Grass è stato uno dei maggiori e più popolari autori tedeschi, significa maggiori e popolari in assoluto. Come sanno essere i tedeschi. La cadenza di quella grandezza può essere dettata dai Nobel attribuiti ai tedeschi, un percorso dorato che parte da Thomas Mann (1929) prosegue con Herman Hesse (1946), Enrich Böll (1972), e Grass (1999).
L'ossessione e la cultura di Grass erano il nazismo. Ha passato gran parte della sua vita a confrontarsi con quell'immane peccato originale della Germania. Un peccato originale che gli apparteneva, perché a 17 anni Günter era entrato volontario nelle famigerate Waffen-SS. Quando gli dicevano "eri un adolescente, non conta", lui rispondeva "conta, eccome se conta". Per riscattarsi da quel peccato mortale lo scrittore ha impegnato la propria intelligenza, il talento e la vita. Non è stato l'autore, l'intellettuale che guarda da un angolo le vicende del mondo, ha partecipato, con assiduità, persino con violenza, alla vita, anche politica del suo Paese. Venne definito "il sismografo spirituale della Germania", il "piedestallo etico che denunciava la vera ulcera della storia tedesca". Sostenne la candidatura del socialdemocratico Willi Brandt e lo indusse a inginocchiarsi sulle rovine del ghetto di Varsavia, grande vergogna tedesca. Si arrabbiò molto Grass, quando il presidente americano Reagan rese omaggio, insieme al cancelliere Kohl, ai caduti delle SS sepolti accanto a quelli americani nel cimitero di Bitburg.
Grass era uno spirito supercritico, se la prese sempre con tutti. Ma certo portava argomenti forti, veniva ascoltato. Come scrittore "era", di fatto la Germania. Pochi libri hanno influenzato cultura e società come "Anni di cane" (1966), "Il mio secolo" (1999) e "Sbucciando la cipolla" (2007). E poi, "Il tamburo di latta", naturalmente. Un libro della Germania, e del mondo, è del 1959. Il racconto è complesso, articolato, surreale, carico di simboli. A cominciare dalla decisione del protagonista Oskar, una volta intuita la situazione, di ritornare nel ventre della madre e comunque di non crescere, dopo i tre anni, per non entrare nel mondo degli adulti. La parabola viene raccontata, a posteriori, da Oskar, dal manicomio dov'è rinchiuso. Le fasi saranno poi quelle dell'opposizione, dell'adesione al nazismo. Il tutto cadenzato dal suono del tamburo. Alla fine della guerra il ragazzo decide di crescere. Diventerà compositore di musica da tamburo, di successo, entrando e uscendo continuamente dal manicomio. Simboli potenti e suggestivi, da "leggere" conoscendo la storia di Grass, di cui Oskar è, naturalmente l'alter ego.

Movimento
E poi, il film, del 1979. La produzione affidò il romanzo a Volker Schlöndorff, uno dei profeti del magnifico movimento del cinema tedesco di quei decenni, insieme a registi come Wenders, Fassbinder, Herzog e Kluge. Il titolo era in buone mani. Sopra ho definito lo scrittore come uno fra i maggiori e popolari della Germania e del mondo. La popolarità: il grande salto in quel senso è indubbio che lo debba al cinema. Succede spesso. "Il gattopardo" di Lampedusa e "Il nome della rosa" di Eco, per stare dalle nostre parti, devono molto al cinema, anche se la qualità dei romanzi era alta e riconosciuta. Ma apparteneva alla fascia che legge e si informa, alla cosiddetta intellighenzia. Coi film vennero aperti altri orizzonti, soprattutto quello del mercato. Non era un dettaglio. Un altro caso esemplare: quale sarebbe il peso di Harry Potter e di J.K. Rowling senza i film? Grass era già un gigante letterario prima del 1979. Ma il film gli diede quella spinta esponenziale, e popolare. La qualità, molto alta, della versione cinematografica - anche se riaccordata, semplificata secondo le regole del cinema - fece de "Il tamburo di latta" non solo un libro, ma un libro/film. Inoltre, cosa rarissima, vinse sia la Palma d'oro di Cannes che l'Oscar, i due massimi riconoscimenti del cinema. E a suggello una cosuccia come il Nobel. Grass era dunque completo per l'universo. Davvero non potevi permetterti di non conoscere Günter e il suo "tamburo". L'intellighenzia ti avrebbe discriminato.

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