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Berlinale 2015, l'omaggio al cinema di Wim Wenders

In concorso oggi con il film Every Thing Will Be Fine.
di Gabriele Niola

In foto il regista Wim Wenders che riceverà nei prosimi giorni l'Orso alla Carriera.
Wim Wenders (Ernst Wilhelm Wenders) (78 anni) 14 agosto 1945, Düsseldorf (Germania) - Leone. Regista del film Wim Wenders - Ritorno alla vita.

martedì 10 febbraio 2015 - News

Forse il più grande omaggio che la Berlinale offre a Wim Wenders, in questa 65esima edizione che lo vedrà anche ricevere il premio alla carriera, è di programmare il suo ultimo film Every Thing Will Be Fine (e una serie di suoi classici all'interno della retrospettiva) assieme al nuovo film di Werner Herzog, Queen of the Desert, con il quale condivide un attore: James Franco. La simbolica coincidenza di questi due film e autori nelle sezioni più importanti del festival tedesco per eccellenza, racconta bene come quella generazione e le sue idee nuove sul linguaggio del cinema abbiano segnato l'arte dagli anni Settanta ad oggi. Wenders, come Herzog, è stato cineasta ma anche altro (soprattutto fotografo), ha realizzato film di finzione ma, sempre come Herzog, ultimamente sembra dare il suo meglio nei documentari. Entrambi hanno usato storie vere o scritte appositamente per esplorare il mondo.
Nel corso dei suoi 45 anni di carriera Wenders ha adattato grandi autori, messo al centro delle sue pellicole i grandi maestri del cinema e non che stavano per scomparire, da Ray ad Ozu fino al Salgado di Il sale della terra, ha sperimentato con il digitale e anche con il 3D in più di un film. Ha forzato come poteva l'immagine, cambiato di continuo formati, colorazioni, estetiche e ossessioni per mutare il suo sguardo sul mondo e non rimanere mai fermo.
In anni di profonda crisi dei film commerciali tedeschi la generazione del "nuovo cinema" di cui Wenders fece parte era emersa come una controriforma, pronta a disobbedire a tutti i dettami che stavano crollando e determinata a farsi da sè il proprio cinema. Dunque, tra tutti i cineasti di quella generazione, se Herzog è stato il più avventuriero, Reitz quello più legato al suo paese e Fassbinder il più cinefilo, Wenders si è dimostrato da subito il più cosmopolita.
I quasi 50 film che vanta sulle sue spalle li ha usati per filmare quante più parti del pianeta l'uomo ha saputo colonizzare, senza lo spirito battagliero ed estremo di Werner Herzog (che invece predilige gli scenari naturali), ma con la curiosità dell'appassionato. Il suo occhio si è lasciato ammaliare dai paesaggi americani (molto) come dalle metropoli asiatiche o dalle città italiane al pari della provincia tedesca.
Ora Every Thing Will Be Fine, rimpicciolisce quei frame che solitamente il regista riempie di paesaggi attraversati in viaggi senza una meta precisa, per inquadrare una storia di perdita. James Franco e Charlotte Gainsbourg sono infatti una coppia a cui muore un figlio che deve venire a patti con l'evento barcamenandosi tra senso di colpa ed esigenza di continuare a vivere (tema che torna anche nel film della sezione Panorama Chous).

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