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Berlinale 2015, il viaggio di Cloro

Uno dei film più importanti tra gli italiani presenti al festival.
di Gabriele Niola

In foto una scena del film Cloro di Lamberto Sanfelice, presentato alla Berlinale nella sezione Generation +14.
Sara Serraiocco (33 anni) 13 agosto 1990, Pescara (Italia) - Leone. Interpreta Jenny nel film di Lamberto Sanfelice Cloro.

domenica 8 febbraio 2015 - Incontri

Partecipa a Generation 14+, una delle più importanti tra le 5 opere italiane presentate alla Berlinale: Cloro. Girato dall'esordiente Lamberto Sanfelice, è la storia di una ragazza sradicata da Ostia per finire in un paese dell'Abruzzo al seguito di un padre che ha perso tutto, dopo la scomparsa della moglie, e che cerca rifugio dal fratello. A Jenny, la protagonista, l'Abruzzo non piace, non gli piace la gente che vede, non si trova bene e trasferisce nel cambio di ambiente i dolori del cambio nella sua vita familiare, solo il nuoto sincronizzato sembra una dimensione in cui trovare serenità.
"Mi piaceva molto che la protagonista praticasse il nuoto sincronizzato" ci ha raccontato Sanfelice durante la Berlinale "perchè è una disciplina in cui esiste un mondo della superficie, molto ordinato, e uno che sta sotto completamente diverso, più furioso e in un certo senso scomposto". Curiosamente il nuoto sincronizzato è presente anche nel capofila dei film italiano a Berlino di quest'anno, Vergine giurata, lì è la nipote di Alba Rohrwacher a praticarlo. "Sì, lo sapevo" dice Sanfelice "ma non ho ancora visto il film nè ne ho potuto parlare con Laura Bispuri, che non conosco".
A testimoniare l'importanza che ha lo sfogo acquatico (e quindi le scene subacquee) nel film è la preparazione che Sara Serraiocco, l'attrice che interpreta Jenny, ha intrapreso prima del film: "Per 6 mesi mi sono allenata in piscina con una squadra di nuoto sincronizzato. Alla fine stare con loro e andare ogni giorno agli allenamenti era diventata la mia vita".
Sara non è per la prima volta in un grande festival, due anni fa il suo esordio al cinema, Salvo, si fece notare (con premio) alla Semaine de la critique di Cannes. Lì interpretava una non vedente, ora invece una ragazza sradicata: "Jenny ha in testa solo il nuoto, le accadono molte cose che poi sono la storia del film ma lei pensa sempre a quello, che poi è il suo sogno".
Il cinema italiano è sempre più un viaggio nella provincia. Nelle commedie di maggiore incasso è un trasferirsi da una realtà disumana ad un luogo da sogno, paesini irreali da favola, mentre nei film d'autore è uno sradicamento. Come Cloro anche Padroni di casa di Edoardo Gabbriellini o Corpo celeste, l'esordio di Alice Rohrwacher narrano il medesimo "viaggio" verso il malessere: "Non lo so davvero se ci sia qualcosa di più grande in tutto questo" dice Sanfelice, "io mi ero innamorato di questi paesaggi desolati di certe zone dell'Abruzzo e mi pareva interessante poter ambientare lì un film". Non fosse stato possibile girare in Abruzzo per una qualsiasi ragione questo film si sarebbe potuto fare anche altrove? "Non lo so, di certo altre regioni con Film Commission più quotate o potenti mi avrebbero aiutato di più ma io volevo l'Abruzzo".

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