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ONDA&FUORIONDA

Il vostro parlamento come un mio film. Di Frank Capra.
di Pino Farinotti

Frank Capra 18 maggio 1897, Bisacquino (Italia) - 3 Settembre 1991, La Quinta (California - USA).

domenica 5 maggio 2013 - Focus

Come molti sapranno io sono nato in Sicilia e anche se sono un "regista americano" la mia radice la sento e come. E dunque sono sempre interessato a ciò che succede in Italia. Vi seguo, anche da qui. E le vicende italiane di questi ultimi tempi mi hanno rimandato ... a Frank Capra, a certi miei film.
A volte di una vicenda si dice che sembra un film. Perché è improbabile, è un sogno, non dovrebbe far parte della vita reale. E' quanto accade... sembra accadere, nel vostro parlamento. Non intendo fare analisi politiche, ne fate dovunque minuto per minuto, e poi non è il mio mestiere. Dunque ricondurrò la politica al cinema. Quando il vostro neoeletto Presidente del Consiglio ha fatto il suo discorso alla Camera, seduto vicino a lui c'era il "vice", e ministro dell'interno, che ha detto: "il discorso del presidente era musica per le mie orecchie". Una frase che stonerebbe se riguardasse un amico, o un alleato, figuriamoci due che fino a un giorno prima non... simpatizzavano, diciamo così. Sappiamo tutti della drammaticità del momento, e della necessità di fare un fronte comune per impedire la morte, sì la morte del "nostro" Paese. Tuttavia, insisto, sembra un film diretto da Frank Capra.
Ci sono stati momenti storici in cui occorreva allearsi. Durante la guerra civile, il repubblicano Lincoln convinse i democratici a collaborare. Lo abbiamo visto tutti, nel magnifico film di uno che a volte, per attitudine sentimentale chiamiamola così, un po' mi assomiglia, Steven Spielberg, che al momento opportuno, conoscerò molto volentieri. Anche il grande antagonista interno di Lincoln, Thaddeus Stevens - nel film di Spielberg è Tommy Lee Jones -, ancora più radicale e antischiavista del presidente stesso, decise di non opporsi, ma mai le loro parole erano musica per l'uno o per l'altro.

Nel 1932, eletto per la prima volta (di quattro) Franklin Delano Roosevelt, presidente democratico, si trovò a governare un Paese in ginocchio - le industrie chiudevano, la disoccupazione era da record, le banche fallivano, sappiamo- così studiò, e realizzò riforme dure e buone, il famoso New Deal, e salvò la nazione. E in un discorso al Congresso aveva chiesto la collaborazione di tutti, anche dei "nemici" repubblicani. Conosco molto bene quelle vicende. Posso dire, senza niente millantare, che ne ero un protagonista. E ricordo una telefonata del presidente, la prima di molte: "Caro signor Capra, faccia film felici, magari delle favole, ma dove ci sia qualità, profondità e intelligenza, insomma che sembrino favole realizzabili, lei ne ha il talento." E io ... li ho fatti. In Mr. Smith va a Washington, molti lo ricorderanno, James Stewart-Smith è un giovane pulito e ingenuo, un boyscout, che un gruppo di politicanti fa eleggere per farne lo strumento delle loro speculazioni. Ma Smith non è quello che sembra, scopre l'intrigo e smaschera tutti al Congresso. Ci mette tanta passione e onestà che il capo dei cattivi si arrende, si alza e urla: "Tutto ciò che dice questo ragazzo è vero, siamo disonesti e criminali... voglio morire."
Nel Parlamento italiano questa è un' esagerazione, nessuno vorrà morire, però un'autocritica e un'autocoscienza corali qua e là si sono palesate. A ispirarle non è stato mr. Smith, ma un gruppo di quei goliardi aggressivi e spoliticizzati che non salveranno il Paese, e non sono "capriani", ma certo hanno schockato e sparigliato. Tutta gente, peraltro, perfetta per il cinema. Prevedo in quel senso un vero e proprio ... mini-genere, in futuro. Io interpretavo i sogni e le speranze. Erano un modello di partenza, tutti sapevano che nella realtà le mie indicazioni erano semplicemente... cinema. Ma la gente si accalcava nelle sale, e usciva dallo spettacolo più serena. Era l'America quella, e se ti si diceva di pazientare che poi le cose si sarebbero risolte, potevi crederci. E infatti si risolsero.

Voi avete quella tassa sulla casa -lo ribadisco, sono informato - volgare e violenta. Il cittadino dice "va bene pagare i servizi, le strade, la luce, le scuole e tutto il resto, ma non fatemi pagare il tetto sulla testa, per carità." "Hai ragione, non la pagherai più" dice il governo "anzi, ti restituiremo il maltolto." E' Frank Capra. Un politico dice "siamo più di mille, ne bastano un terzo, io mi chiamo fuori, tornerò a... lavorare e saranno costi in meno per te cittadino." E' Frank Capra. Il governo ti dice: "Per cominciare ti abbiamo tolto quella tassa stupida e cattiva sulla casa, e poi, se sei povero, non hai lavoro, ti diamo tutti i mesi di che sopravvivere, vitto e alloggio, è una buona partenza". Anche questo sono io. Poi c'è la favola (e che favola) del "re-presidente." E' come Clarence, l'apprendista angelo che salva James Stewart e la città dai cattivi ne La vita è meravigliosa (mio). E così ottiene le ali. Vivrà fino a 95 anni , il re-presidente, per ottenere quelle ali. Ma sarà un legittimo angelo. Più "Capra" di così.
E speriamo che tutto questo, almeno il primo tempo -non pretendiamo l'impossibile- non rimanga film.

Di Frank Capra

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