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Il motore che gira adesso: fra concorrenza sleale e cattivi modelli. Di Pino Farinotti.
di Pino Farinotti

In foto l'attore Peter Sellers in una scena di Oltre il giardino di Hal Ashby.
Peter Sellers (Richard Henry Sellers) 8 settembre 1925, Southsea (Gran Bretagna) - 24 Luglio 1980, Londra (Gran Bretagna). Interpreta Chance-Chauncey Gardiner nel film di Hal Ashby Oltre il giardino.

domenica 6 maggio 2012 - Focus

La spirale sporca del trash: è il pubblico che la vuole o il pubblico la subisce perché il mercato gliela impone? Il fronte è stato rotto di recente – ne ho già parlato - da tre inversioni decisive, magnifiche novelle, lo smascheramento del grottesco Celentano, il depennamento del Grande Fratello e il ridimensionamento del supersostenuto "romanzo" di Piazza Fontana. Il grande pubblico comincia a prendere coscienza di due codici prevalenti della comunicazione e... della vita: la concorrenza sleale a i cattivi modelli.

Adesso percorrerò dei luoghi comuni, che purtroppo diventano tali perché, impietosi, sono l'istantanea della realtà. I giovani. Li frequento, insegno in due università, e vedo, in casa, gli amici di mia figlia, ragazzi fra i venti e i trenta. Tutti laureati, tutti volonterosi, e disponibili a ogni impiego. Ne conosco a decine e una ragazza, una sola, è inserita in una situazione di sicurezza, è avvocato ed è assunta in uno studio importante di Milano. Tutti gli altri sono precari, alcuni si ritengono fortunati perché hanno contratti di tre, quattro mesi, a meno di 500 euro al mese. Prospettive di miglioramento, o solo di sopravvivenza autonoma, speranze di una casa e di una famiglia: zero. L'ho detto che avrei percorso luoghi comuni. Ed è qui che inserisco un modello coetaneo. Chiamiamolo così. Una bella ragazza argentina che guadagna milioni, che non le bastano e ricorre a trucchi continui per guadagnare ancora di più. Una ragazza che si è prestata a tutto – sappiamo - e che tutte le testate celebrano e santificano, che ottiene pagine intere sui quotidiani nobili, il Corriere per cominciare. Che ha il suo momento in tutti i tigì di tutte le ore. Lei, eletta a modello a fronte di centinaia di migliaia di giovani a disagio e in sofferenza, che devono sopravvivere con un millesimo del guadagno dell'argentina. Magnifico esempio di distribuzione della ricchezza, delle risorse e del merito. E splendido esempio morale, anche se il concetto è fuori moda.

Libri
La concorrenza sleale la inquadro in tre vicende. La prima riguarda i libri, che adesso non vengono più scritti dagli scrittori. Adesso gli scaffali sono pieni di libri firmati, per lo più, da "televisivi". Alcuni nomi: Pupo (titolo "La confessione"); Martina Colombari ("La vita è una"); Alba Parietti ("Da qui non se ne va nessuno"); Veronica Pivetti ("Ho smesso di piangere"); Flavio Insinna ("Neanche con un morso all'orecchio"); Tiberio Timperi ("Nei tuoi occhi di bambino"); Benedetta Parodi ("Cotto e mangiato"); Carlo Verdone ("La casa sopra i portici"). Proprio non me la sento di affrontare un'esegesi rispetto a ciascun titolo. Diciamo che il libro della Parodi ha un'identità precisa e univoca, la cucina. Anche il volume di Verdone ha una sua ragione: si racconta di quella casa, frequentata negli anni da gente come De Sica e Fellini, oltre che dai Verdone, magnifica famiglia. L'argomento l'ho già affrontato, adesso alla lista dei dilettanti della scrittura si aggiunge Ilaria D'Amico, de La 7, col suo romanzo "Dove io non sono". Questo nuovo mercato è una tragedia. Per cominciare la qualità letteraria non c'è, e trattandosi di letteratura non è dettaglio da poco. Avevo già scritto: "c'è superficialità, c'è velleità, e arroganza. Una fa la modella, o roba del genere, a un certo punto decide 'faccio la scrittrice'. Ma non è così semplice: quella profondità, quella cultura, quell'attitudine... ci sono? Non si possono inventare, o improvvisare. La Scrittura (esse maiuscola) è qualcosa di terribilmente serio. Ed è faticosa e dolorosa, viene da lontano, da una dotazione che ti è stata affidata e che hai perfezionato, progressivamente, in una vita". Inoltre le storie sono quasi tutte insopportabilmente auto-referenziali, perché questa gente abituata al voyeurismo popolare ritiene che la propria depressione o il disagio o gli amori, siano importanti, un indispensabile segnale per la nazione. E poi il marketing, la complicità, la concorrenza sleale, perché tutti hanno spazio nei programmi televisivi, uno è complice dell'altro, lo chiama nel proprio spazio e sarà chiamato nello spazio dell'altro. Si innescano una spirale e una catena infinite, una divulgazione esponenziale devastante. Devastante soprattutto per chi i libri li scrive di mestiere, e li scrive bene. E si vede sottrarre quell'invisibile angolo di mercato che era rimasto alla letteratura. È la solita legge economica della cattiva moneta che espelle dal mercato quella buona.

Tutto
"Concorrenza sleale" invade tutto, lo sappiamo. Quanti speaker o conduttori della tivù sono diventati politici, grazie a quella popolarità, in chiave politica anomala e distorta. Lo ricordiamo tutti, uno come Piero Marrazzo. Le testate in questi giorni rappresentano un altro grande, stucchevole teatro della concorrenza. Ci saranno le nuove nomine per il cda della Rai. Arrivano al presidente del consiglio, cui spetta la decisione, i curricola di papabili. Michele Santoro, carattere aggressivo e auto-fideista assoluto, si propone come direttore generale con a fianco il suo amico Carlo Freccero. Da giorni i suoi compagni di appartenenza, e sono molti, "occupano" molto e sono attivi, lo ospitano nei programmi. Se accendi la tivù e cominci a scorrere i canali non c'è una probabilità su un milione che non arrivi Santoro a promuovere se stesso come necessaria, inevitabile e sacra soluzione per la salvezza della comunicazione, della cultura e del Paese. La faziosità, e anche la competenza dell'anchor sono note, ma per un ruolo che deve essere centrale ed equidistante, forse la faziosità è troppa. E poi c'è sempre quella molesta concorrenza sleale, della quale Santoro sta abusando. Poi c'è Grillo, aggressivo, estremo, guastatore. Ma almeno si è costruito di suo, nelle piazze, una piattaforma. Non concorre slealmente. Però che fai cittadino? Grillo è un creativo, urlatore simpatico che tira fuori dal proprio stomaco quello che tu hai sullo stomaco. E tu sei lì a urlare con lui. E allora? Affidi a un guastatore il tuo pensiero politico e poi la realizzazione del pensiero stesso? L'evoluzione, lo sviluppo, il passaggio dall'urlo all'azione politica non è semplice. E non appartiene mai al medesimo soggetto.

Complice
E poi la politica, appunto. Come sempre il motore-media è complice a scapito della cittadinanza. È interessante, in chiave di propaganda generale la filiera: il racconto dei fatti (che non avvengono mai) e sono sempre espressi con taglio teleologico, l'assiduità e l'invadenza della comunicazione e, aspetto molto importante, l'estetica. Non entro nel merito, discrezionale, sulla qualità di chi ha preso il timone del Paese. Però non è difficile rilevare i fatti, e il rilievo è oggettivo. Rientro nel concetto "luoghi comuni ma veri". Il tracollo generale: lavoro, giovani, depressione di tutto, gente armata e disperata che entra negli uffici delle tasse, altri che la fanno finita, e tutti, tutti noi (salvo i politici) che stiamo peggio, stiamo male. È la prima volta da sempre che malessere, dramma e tragedia sono così presenti e tangibili. E così non si può non focalizzare la responsabilità di chi ci guida adesso. Mario Monti si è presentato come un eroe calmo e preventivo. E qui parte il film che di fatto è un telefilm. La sua storia era rassicurante. La sua immagine serena, garante ed elegante. Aveva il sostegno dei due grandi schieramenti, dunque della quasi totalità del parlamento. Aveva il supporto quasi assoluto dei media. Veniva ripreso quotidianamente in contesti altamente prestigiosi, accanto presidenti suoi omologhi, da tutte le testate della carta e del video – ecco il telefilm - diceva cose semplici ma, pensavi, dette da lui, devono venire dal profondo, è solo un'apparente semplicità, come una sorta di vangelo laico. Come quei grumi compressi che se li metti nell'acqua si espandono e decuplicano la loro massa. In realtà, la "realtà" ha dimostrato che il profondo non c'era, la compressa rimane compressa. E ribadisco la non discrezionalità, che sta, per esempio, nei numeri del gradimento, che sono in caduta libera. E poi i suoi alleati, proprio i leader, basta "guardare": vengono insultati nelle piazze, aggrediti, allontanati dai cortei. Il cordone sanitario alleato non funziona più.

Anche questa volta i cittadini non si sono fidati della propaganda, non hanno delegato le idee agli speaker e alle "firme". Hanno verificato sulla propria pelle il degrado, la violenza e tutto il resto, e hanno rotto, un'altra volta, il fronte mediatico e complice. Hanno ragionato con la loro testa. Il richiamo cinematografico, in questo contesto si rifà a un titolo famoso, Oltre il giardino, con Peter Sellers, un semplice giardiniere, dall'aspetto distinto, prestigioso e colto, che viene scambiato per un intellettuale importante e finisce alla Casa Bianca. Il richiamo è certo grottesco e satirico, ma di "filmetto" trattasi, con tutte le franchigie e licenze del caso. E la licenza del modello Monti-Sellers può starci benissimo.

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