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Al via la corsa all'Orso d'oro

Si accendono i riflettori sull'edizione numero 61 del Festival del cinema di Berlino.
di Giovanni Bogani

La Berlinale omaggerà quest'anno un grande del cinema italiano: Mario Monicelli. Del regista toscano sarà proiettato Il marchese del Grillo, a suo tempo premiato a Berlino.

giovedì 10 febbraio 2011 - News

Lì, intorno a Potsdamer Platz, tra il buio e il futuro. I grattacieli di vetro, un centro commerciale disegnato da Renzo Piano, il Sony center a metà tra un'astronave e una rosa che si schiude. Insomma, Berlino. Il cuore d'acciaio dell'Europa, vento di tramontana che soffia sul cinema. Migliaia e migliaia di cappotti e di spettatori alla Berlinale.

La Berlinale: uno dei tre festival di cinema più importanti d'Europa. Gli altri sono Venezia e Cannes, non necessariamente in questo ordine. La Berlinale accenderà le sue luci dal 10 al 20 febbraio. Chiusura con l'assegnazione dell'Orso d'oro, e del Pinguino di ghiaccio agli spettatori. Le temperature, a Berlino a febbraio, sono raramente tropicali.

Pochi i film italiani. Nessuno in concorso. Sono anni che i film italiani a Berlino hanno scarsa fortuna: l'ultimo clamore fu per Caos calmo, l'ultimo Orso fu nel 1991. Quell'anno gli italiani ne vinsero addirittura due: d'oro Marco Ferreri con La casa del sorriso, d'argento Bellocchio con La condanna. L'abbiamo pagata con un lungo purgatorio.

Niente film italiani a caccia dell'Orso, ma ci sarà Cetto Laqualunque a parlare di noi. Nella sezione Panorama verrà presentato Qualunquemente di Giulio Manfredonia, con Antonio Albanese. I tedeschi amano i toni grotteschi, colorati, fumettistici: e scuotono sempre la testa, quando si parla dell'Italia e dei suoi usi e costumi, politici soprattutto. Qualunquemente potrebbe essere un successo, in Prussia. Ci sarà anche – italiana al 100 % anche quella – l'ironia sommessa di Gianni Di Gregorio, rivelazione a cinquant'anni con Il pranzo di Ferragosto, che presenta a Berlino, in contemporanea con l'uscita in Italia, Gianni e le donne.

Due grandi del cinema vengono omaggiati dalla Berlinale: uno è italiano. Di Mario Monicelli sarà proiettato Il marchese del Grillo, a suo tempo premiato a Berlino. E una grande retrospettiva onorerà l'arte sgomenta di Ingmar Bergman. Al mercato – che qui, come a Cannes, è importantissimo – verrà presentato Hidden, primo film italiano in 3D, costato 4 milioni e mezzo di euro.

Ma soprattutto, c'è Italia in giuria. La presidente è Isabella Rossellini, ex inviata dell'"Altra domenica" di Arbore, magnetica protagonista di Velluto blu, figlia di Roberto Rossellini, ex moglie di Martin Scorsese. In una parola: il cinema.

Ma in giuria ci sarà una presenza ancora più forte: o meglio, un'assenza. Quella di Jafar Panahi. Membro onorario della giuria. Il regista iraniano, premiato in tutti i festival mondiali, Orso d'argento a Berlino con Offside nel 2006, è da un mese in carcere in Iran. L'anno scorso, quando fu arrestato – ed era già la seconda volta – con l'accusa di preparare un film ostile al regime, le lacrime di Juliette Binoche davanti a tutti i fotografi del mondo riuscirono a sbloccare la sua situazione. Adesso, Panahi è stato condannato a sei anni di reclusione. Gli è stato proibito di girare film, viaggiare all'estero e rilasciare interviste per vent'anni. Sembra troppo assurdo per essere vero. Per lui ci sarà una poltrona vuota nel Berlinale Palast. E l'11 febbraio, giorno dell'anniversario della rivoluzione iraniana, sarà proiettato il suo film Offside.

Ventidue i film in concorso, in gran parte anteprime europee e mondiali. Dal Turin Horse del maestro ungherese Béla Tarr a Les contes de la nuit di Michel Ocelot, genietto dell'animazione. Ma i big del cinema d'autore saranno anche fuori concorso: Wim Wenders, regista-filosofo, cittadino del mondo, berlinese di adozione, presenta Pina, un suo ritratto di Pina Bausch. Ralph Fiennes dirige e interpreta Coriolanus, il dramma di Shakespeare ricollocato nei Balcani. Film di apertura, sempre fuori concorso, True Grit dei fratelli Coen, ovvero "Il Grinta". Con Jeff Bridges, Matt Damon e Josh Brolin.

Sarà un festival glamour? Tra i volti da flash, si aspettano Diane Kruger e Liam Neeson, protagonisti di Unknown, e poi Demi Moore, Joseph Fiennes, Jeff Bridges, Matt Damon, Josh Brolin. Un po' meno glamour per il grande pubblico il volto di Armin Mueller-Stahl, grande attore tedesco, per trent'anni confinato nel cinema di là dalla cortina di ferro, poi ritrovato dal grande cinema internazionale, e quest'anno onorato con l'Orso d'oro alla carriera.

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