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Far East, a tempo di musica, siamo tutti divi!

October Sonata, Bandage e The Actresses.
di Nicoletta Dose

Il killer con il cappottino rosso

martedì 27 aprile 2010 - News

Il killer con il cappottino rosso
Il viaggio verso il lontano est continua senza sosta. Ieri mattina, dopo esserci imbattuti in un disastro naturale che ha tenuto sulle spine il pubblico in sala (parliamo del catastrofico Haeundae), una delle commedie più apprezzate della giornata ha invaso il teatro di Udine. Con l'originalità del cinema giapponese più eccentrico e colorato, Wig ha conquistato il consenso della platea. La storia di un impiegato qualunque con l'ossessione per i capelli è diventato, in breve, un incredibile interprete comico: le risate in sala erano autentiche e qualcuno ha già gridato alla vittoria. La previsione appare un po' azzardata, vista la varietà di film che dovranno ancora essere proiettati ma intanto possiamo dichiarare che anche quest'anno il Feff ha presentato un piccolo film che in breve potrebbe diventare un cult.
Nel pomeriggio ci siamo spostati in Indonesia, dove abbiamo incontrato la regista indipendente Upi alle prese con Last Wolf, un gangster movie estremo che ricorda il grande cinema americano di Coppola, Scorsese e De Palma. Anche se esagerato nell'evoluzione finale della storia, il lavoro di Upi si è dimostrato un vero e proprio colpo emotivo, dove il confine tra il lecito e l'ingiusto si è trasformato in una nebulosa distinzione senza senso. Dopo l'incursione di Jackie Chan in Little Big Soldier, la serata si è trasformata in un omaggio al noir di Hitchcock: Zero Focus, malgrado qualche dissapore, ha portato in sala lo stile degli anni Cinquanta, con una cura di dettagli davvero notevole. Tra uno sguardo assassino della killer di Zero Focus e quello ironico di Moriyama di Wig, il programma di ieri ha offerto una varietà di stili degna delle precedenti edizioni del Feff.

Riflessioni su musica e cinema
Continua la rassegna dedicata a Patrick Lung Kong, ma è a teatro che si respira l'aria più inquieta del festival. A mettersi in coda per entrare in sala si sono accumulati i più romantici degli accreditati: la programmazione inizia infatti con il thailandese October Sonata, melodramma affascinante che racconta la storia d'amore tra due amanti giovanissimi, ostacolati dalle incombenze della vita a vivere serenamente la loro relazione appassionata. Dall'amore impossibile spostiamo l'attenzione sui guai di un gruppo di adolescenti amanti della musica, protagonisti del giapponese Bandage, dove una ragazza si inserirà prima come fan della band, poi come manager della loro scalata verso il successo.
Anarchia giovanile è una caratteristica anche del film successivo, The Horizon Glitters, meno del ritratto femminile The Actresses, direttamente dalla Corea del Sud, dove si riflette sul mondo della recitazione assieme a un gruppetto di famose attrici del cinema. Il punto di vista sul fenomeno del divismo si incrocia con lunghi e approfonditi pensieri sul cinema come forma d'arte; il risultato è un dramma intimista che non mette in secondo piano una critica dura nei confronti del mondo dello spettacolo. Thriller e kung-fu invadono invece la serata del festival: si comincia con il cinese The Message per continuare con Gallants, capace di mescolare le coreografie del kung-fu con la forza dissacrante della commedia. Un mix unico, impossibile da dimenticare.

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