Anno | 2009 |
Genere | Azione |
Produzione | Indonesia |
Durata | 135 minuti |
Regia di | Upi Avianto |
Attori | Fathir Muchtar, Vino G. Bastian, Dallas Pratama, Dion Wiyoko, Ali Syakib . |
MYmonetro | Valutazione: 3,00 Stelle, sulla base di 1 recensione. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 26 aprile 2010
CONSIGLIATO SÌ
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Piccoli giochi di potere nei quartieri poveri di Jakarta danno il via a una serie di lotte tra giovani gang emergenti. Tra tutte spicca un gruppo formato da cinque ragazzi scapestrati, Ale, Jarot, Jago, Lukman e Sadat, uniti da un patto d'amicizia eterno che sembra inossidabile. Un gesto di rabbia di Jarot porta alla morte uno degli avversari. In breve si ritrova rinchiuso in prigione a subire i maltrattamenti degli altri carcerati: nuove regole e nuovi soprusi che lo rafforzano rendendolo ancora più arrabbiato. Finito il tempo della riabilitazione, esce dal carcere ma non trova nessuno dei suoi vecchi compagni ad accoglierlo. Abbandonato dai compari e ripudiato dalla famiglia, Jarot si unisce alla banda dei 'Black Dragon' dove trova Fatir, un ragazzo muto con il quale già da adolescente aveva creato un'innata simpatia. La conquista di nuovi territori di azione porterà "l'ultimo lupo" a combattere contro gli 'amici' di un tempo.
Sembra un gangster movie americano ma con un impatto emotivo sullo spettatore ancora più intenso. Upi conosce bene i riferimenti sui quali fare affidamento per realizzare un buon film d'azione. Lo sguardo d'intesa si volge ai classici di Coppola, Scorsese e De Palma. Le dinamiche emotive delle lotte tra bande sono sviscerate in modo preciso, mettendo in luce la cura con la quale l'autrice ha studiato la storia delle gang di Jakarta. Lo stile risponde all'esigenza di raccontare una storia vera, ispirata a fatti di cronaca che quotidianamente riempiono le pagine dei giornali indonesiani.
Duro e spietato come la materia trattata, la forma copre il tutto sotto uno strato di grezza fattura. La tecnica usata si accorda agli aspetti più angosciosi e terribili del soggetto. Reggere la brutalità con la quale i rapporti tra Jarot e gli altri piano piano si spezzano, è una prova per lo spettatore. Soprattutto perché, quando il finale sembra sopraggiungere, si innesca un altro gioco violento che scala con agilità una montagna di emozioni forti (a tratti spropositati) che non risparmia nessuno. Né i protagonisti fittizi del film né il pubblico. Così, malgrado un'eccessiva (seppur dichiaratamente voluta) tendenza a puntare sul melodramma, il lavoro di Upi si dimostra un buon prodotto di genere, consapevole della struttura tecnica e della sceneggiatura di un gangster movie.
Primo film di gangster del cinema indonesiano ... e si vede. Recitazione approssimativa, regia impacciata, scene di azione mal eseguite, dialoghi da dimenticare, eccessi melodrammatici ai limiti del ridicolo: dispiace dover segnalare tutto questo, ma sono giudizi inevitabili dopo aver visto questo film, ma al tempo stesso bisogna sottolinearne la straordinaria energia, la voglia di rischiare, il [...] Vai alla recensione »