Cosa c'è di meglio di una notte in un motel di assassini, per riaffiatare una coppia in crisi?
di Claudia Resta
Il film
Una deviazione in piena notte, l'auto che rimane in panne in un'isolata strada di campagna, e una giovane coppia piomba in un incubo inimmaginabile. Appiedati in un luogo buio e deserto, David Fox (Luke Wilson) e la sua quasi ex moglie Amy (Kate Beckinsale) sono costretti a passare la notte in un decrepito motel gestito da un proprietario un po' eccentrico ma apparentemente inoffensivo (Frank Whaley). I due si sistemano in una stanza spoglia e sudicia, in cui trovano decine di film dell'orrore inquietantemente realistici. Quando si rendono conto che i sanguinosi video sono girati proprio nella stanza in cui si trovano, David e Amy capiscono di essere le nuove vittime di sadici assassini. Per uscire vivi dall'incubo dovranno mettere da parte i conflitti che li separano.
Il mio primo horror
Non avevo mai avuto l'occasione di girare un horror, anche se è un genere che mi piace. Avevo lavorato a un film di cui non ricordo nemmeno più il nome, ma non era niente di paragonabile. Quando ho incontrato Clint Culpepper e Nimrod Antal, autori e produttori di alcuni film che amo come Kontroll e Silent Hill, non potevo dire di no.
Paura... con classe
I nuovi film americani d'orrore, come Hostel II e Saw, sono eccessivamente splatter, centrati più sul voyeurismo delle persone che sulla qualità della trama. Non li evito a priori, ma indubbiamente non li guardo. Preferisco un film di Kubrick, come Shining: mette decisamente più paura.
Un classico degli horror
Vacancy non è splatter: ti spaventi per quello che può accadere anche se non vedi il momento in cui, in effetti, accade. È più simile a un film di paura degli anni '70 in cui si rompe la macchina di una coppia in vacanza proprio accanto a un motel abbandonato.
I miei horror preferiti
Come ho detto, ho adorato Shining. Anche L'esorcista mi piace molto ma è quasi eccessivo per i miei gusti. Sono cresciuto con i film di Halloween e Venerdì 13. Vacancy, però, è più un thriller psicologico, non uno pieno di sangue, come Saw.
Come topi in trappola
I tunnel sono stati costruiti sul set, divisi in parti differenti, quindi non davano troppo fastidio, nemmeno a Kate che è claustrofobica. Il problema vero erano i ratti: quelli sì che mi hanno inquietato. Volevo fare anche le mie scene di stunt ma il regista non ha voluto.