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Pupi Avati: vi invito alla mia cena

Esce venerdì il nuovo capolavoro del regista emiliano
di Tirza Bonifazi Tognazzi

martedì 30 gennaio 2007 - News
Ci piace pensare che questo sia l'anno buono per la produzione cinematografica tricolore. Gli ottimi risultati ottenuti al botteghino da due pellicole italiane (a dir la verità una è italiana solo a metà) ci fanno sognare, almeno per un po', una rinascita nel Bel Paese di quest'arte meravigliosa che è il cinema. La cena per farli conoscere - in uscita venerdì 2 febbraio - mantiene vive le speranze perché ci consegna un Pupi Avati in ottima forma, un po' nostalgico nei confronti del grande cinema ma ben calibrato tra la battuta e il pugno nello stomaco, tra la commedia e il dramma. Protagonisti del suo nuovo capolavoro sono Diego Abatantuono e un quartetto di "ragazzette" - come le chiama il Maestro - composto da Francesca Neri, Violante Placido, Vanessa Incontrada e Inés Sastre.

"Questo film mi ha dato tanta gioia" ha commentato Avati subito dopo la presentazione alla stampa de La cena per farli conoscere. "Mi sono divertito, ma allo stesso tempo mi sono anche commosso. Ho potuto utilizzare lo strumento che è il cinema per parlare della sorella minore, la televisione, e raccontare di questi cadetti che non hanno mai avuto la possibilità di accedere al cinema, né alla televisione di serie A". Il cadetto in questione, nel film di Avati, è interpretato da Abatantuono, un attore sull'orlo del precipizio, che non è mai stato il "genere" dei grandi registi, ed è costretto a battersi per mantenere un posto sul piccolo schermo perdendo anche l'ultimo ruolo che la tv gli ha concesso. Abatantuono è anche un padre assente che conosce a malapena le tre figlie sparse per l'Europa e con le quali tenta un approccio quando entra in crisi.

"È un rapporto struggente" ha dichiarato il regista emiliano "che ho voluto rappresentare attraverso questa figura paterna che io e mio fratello non abbiamo mai avuto. Ho passato l'adolescenza nell'indifferenza assoluta ma da qualche anno mi rendo conto di quanto mi piacerebbe poter tornare a casa e confrontarmi con un padre, raccontargli la mia giornata. Solo due attori potevano interpretare questo ruolo: Ugo Tognazzi e Diego Abatantuono. Ho scritto il personaggio di Sandro Lanza pensando a Diego. Sapevo che mi avrebbe capito benissimo e che lo avrebbe reso credibile. In quanto alle attrici avevo già avuto modo di lavorare con Inés e Vanessa. Non conoscevo Violante ma il suo personaggio me l'ha suggerito lei dopo averla incontrata, mentre Francesca, nonostante lo neghi, circa quindici anni fa rifiutò una parte che le avevo proposto, e l'ho voluta 'punire' dandole questo ruolo che l'ha molto stupita. Lei non era del tutto convinta ma io ho insistito con la certezza che fosse la persona giusta e avevo ragione".

"Mettere insieme un cast è un po' come organizzare una cena e decidere chi invitare" rivela Avati. "Ti chiedi sempre se questo potrebbe andare bene con quello, cercando di non creare combustioni". A proposito della sceneggiatura il Maestro commenta: "Scrivo nell'inconsapevolezza più totale. È l'irragionevolezza che mi permette, a 68 anni, di fare ancora questo mestiere. Nonostante l'aspetto fisico, la mia parte più intima è ancora molto infantile. Ho iniziato addirittura a confondere la mia vita con il cinema, faccio così tanti film che non ne vedo altri. Forse questo è un difetto, forse una colpa, ma mi dà una sorta di autonomia e indipendenza da quello che è stato fatto. In qualche modo mi preserva".

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