Sceneggiatore e autore di film sperimentali mise in luce un forte temperamento realistico e una particolare ricchezza di analisi psicologica fin dai suoi primi lungometraggi, Verginità (1937), tratto da un romanzo di Maria Majerovà, e Gaudeamus igitur (1937), ispirato ad un romanzo di Jirasek. Ancora da un romanzo - questa volta di Karel Capek Chod - si ispira per Umoresca (1939) mentre alla base di L'amante mascherata vi è Balzac. Della filmografia postbellica, più che La krakatite, una satira della mitologia scientifica ispirata a un romanzo di Karel Capek, e la notevole trilogia storica Hussita (1954-1957) ispirata al ciclo romanzesco di Alois Jirasek, va citato Barricata muta, un film resistenziale, tratto dai racconti di Jan Drda, che è forse l'opera più matura e più stilisticamente organica del regista. Si meritò comunque un posto anche nella nuova ondata degli anni Sessanta, sia come maestro delle giovani leve, quale direttore della facoltà del Cinema di Praga, sia con due amare introspezioni psicologiche: La ranetta d'oro (1965) e Romanza per flicorno (1966). Girò in seguito Giorni di tradimento (1972) e Sokolovo (1975). Nel 1980 scrisse e diresse Dark Sun, nel 1985 realizzò Oldrich a Bozena.