Into the Wild - Nelle terre selvagge

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Un film di Sean Penn. Con Emile Hirsch, Marcia Gay Harden, William Hurt, Jena Malone.
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Titolo originale Into the Wild. Drammatico, durata 148 min. - USA 2007. - Bim Distribuzione uscita venerdì 25 gennaio 2008. MYMONETRO Into the Wild - Nelle terre selvagge * * * 1/2 - valutazione media: 3,88 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   

Psicologia dell'ammiratore di Chris Valutazione 3 stelle su cinque

di luc


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domenica 24 febbraio 2008

Tutti voi avete un Chris nel vostro inconscio, normale, la nostra società contrasta alcuni istinti naturali e spinge alla ribellione e al rifiuto. Nessuno di voi andrà mai a fare l'eremita in Alaska. Questo crea un conflitto che deve essere risolto, per non mettere a repentaglio la salute mentale individuale da un lato e la stabilità sociale dall'altro. Arriva Sean Penn e, novello Sofocle, propone una TRAGEDIA che avrà la funzione catartica di risolvere il conflitto. La vostra coscienza soffre per la brutta fine di Chris, dovreste allora odiare questo film, perchè invece amate un film che vi fa soffrire? Se Chris fosse sopravvissuto, se avesse vinto, lo avreste odiato, sarebbe diventato il simbolo di una ribellione possibile e vincente, avrebbe fatto sentire stupidi tutti quelli che si alzano tutte le mattine alle 6 per andare a lavorare e accettano loro malgrado tutti i compromessi del sistema. Il conflitto, lungi dal risolversi, si sarebbe inasprito. No, il vostro inconscio aveva bisogno di un sacrificio umano, di una vittima espiatoria, Chris doveva morire perchè il vostro inconscio potesse pensare: "meglio a lui che a me, tutto sommato è meglio accettare le regole". Voi non ve ne rendete conto, ma è proprio la morte di Chris che risolve il conflitto (a favore dell'adeguamento conformista) e vi dà sollievo e piacere. E del resto, Cristo-foro non significa PORTATORE DI CRISTO, l"agnello che toglie i peccati del mondo"? E adesso, visto che siamo in tema, crocifiggetemi pure, ma almeno, prima, rifletteteci su.

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claudia domenica 24 febbraio 2008
madonna... in gondola.
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il mio inconscio mi dice solo che l'eremitaggio a volte fa bene perché libera da alcuni umani che si divertono,con cinismo tutt'altro che divertente,a "psicanalizzare" anche chi conoscono poco (o niente) pur di dare sfoggio del proprio acume.Almeno LUI è riuscito a liberarsi... NOI ancora no.

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luc domenica 24 febbraio 2008
beh, anche in italia...
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...ci sono le bacche avvelenate...e non solo. vicino roma c'è il famoso "ponte di ariccia", è molto alto e se non si usa il paracadute, ci si libera facilmente dagli umani e dalle verità scomode.

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andrea domenica 24 febbraio 2008
non del tutto d'accordo
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Capisco cosa vuoi dire riguardo la funzione intrinsecamente esorcizzante della morte di Chritstopher, ma c'è anche da puntualizzare un paio di cose: Christopher è morto davvero, e la sua morte non mi sembra strumentalizzata da Penn se non per dire che ha vissuto meno, anche se meglio. E poi, se Christopher non fosse morto, a me avrebbe fatto piacere, anzi, chissà quanti altri viaggi si è perso una maledetta pianta sbagliata...

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claudia domenica 24 febbraio 2008
per andrea
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che cosa glielo spieghi a fare... se non l'ha capito finora... Neanche lo spirito del defunto è servito... Il cattivo gusto non si raddrizza.

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claudia domenica 24 febbraio 2008
p.s.
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Si dedichi alle sue compagne e non pensi per gli altri.Che ce ne ha di pensieri...

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lilli domenica 24 febbraio 2008
x luc
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Luc mi sono accorta solo ora della tua recensione!!Ribadisco che purtroppo non ho ancora visto il film..visione slittata a domani,spero. In genere se il personaggio di un film o di un libro mi colpisce,mi auguro sempre che non muoia,come Andrea, perchè mi "affeziono" e vorrei che vivesse"per sempre"..tuttavia, ammetto per l'ennesima volta che le tue obiezioni mi fanno sempre riflettere. Io ammiro molto chi lo fa ma non so se ce la farei a mollare tutto e a scegliere "l'avventura"..ma credo sia una questione di carattere non di adeguamento conformista. ps.più giù ti ho riportato un pezzo di Buk.

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luc domenica 24 febbraio 2008
l'unica abruzzese...
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...è anche l'unica a non avere la "coccia dura". lo volete capire che esiste una coscienza e un'inconscio e che atteggiamenti contraddittori indicano un conflitto fra i due? che sean penn non se ne va a fare l'eremita in alaska? che non c'entra niente che chris è morto davvero, quello che conta è la scelta di penn di questo soggetto? che bisogna essere coerenti e non si può ammirare chris e poi domani andare a lavorare con macchina e cellulare? che è stancante vedere gente che si sente alternativa se non rivoluzionaria solo perchè ha visto un film? ci sono film in cui i protagonisti fanno scelte alternative e che mi colpirono: fandango, il bounty, salvador. risultato: ho preso e me ne sono andato pure io. [+]

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chris pentito domenica 24 febbraio 2008
vi spiego com'è andata
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ero un figlio di papà con grossi problemi con le ragazze. ho voluto prendermi una vacanza, infatti stavo tornandomene alle comodità di casa, se non fosse stato per quella maledetta pianta velenosa. ho sbagliato tutto, dovevo andarmene in brasile a trovare luc! c'è una certa claudia che, a proposito del mio amico luc, parla di cinismo, cattivo gusto e cose che non si raddrizzano. claudia, io sono andato in mezzo alla foresta con gli orsi, tu, con quei tacchi a spillo e le calze a rete non potresti neanche fare una passeggiata in giardino. ti ho vista, dopo il film sei andata a mangiare il pesce col tuo ragazzo, 150 euro, ha pagato lui, e il giorno dopo ti sei andata a comprare il nuovo cellulare: è così che ammirate la mia scelta alternativa? mo' vado alla villa di sean penn e gliene dico quattro pure a lui.

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reiver domenica 24 febbraio 2008
beh...
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Sono d'accordo con Luc su una cosa:i pistolotti moraleggianti non mi piacciono,da qualunque parte vengano.Alcuni recensori su questi forum dopo la visione di un film vengono colti da crisi mistico-rivoluzionarie,salvo poi tornare (presumo) gli stessi "borghesi" che erano prima.Lanciano anatemi contro la società moderna,l'occidente,e così via ma se poi chiedi loro di rinunciare alla minima comodità si tirano indietro.No no no,non si fa così.

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lilli lunedì 25 febbraio 2008
per luc (e/o chris pentito???)da coccia dura
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Luc,da quello che mi è stato raccontato,io ammiro Chris come"ammiro"(tra virgolette perchè più della loro"follia"ammiro il loro modo di scrivere)quei due"scavezzacollo"diMiller e Buk perchè seguono percorsi che molto difficilimente io sarei in grado di seguire.Per questioni caratteriali però:io non sono,ad es.,impulsiva ed avventurosa come mia sorella.Lei forse sarebbe capace di partire con uno zainetto sulle spalle e di fare il giro del mondo dormendo per strada.Io non ho questo spirito del"vediamo dove riusciamo ad arrivare"facendo l'autostop(per dirne una),lei sì.Per dire una sciocchezza:io senza il mio phon non vado da nessuna parte(anche Lilli ha le sue manie..)ma ora non mi crocifiggere tu. [+]

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andrea lunedì 25 febbraio 2008
per luc e tutti
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Non penso che la fruizione di un opera debba comportare il nostro totale abbandono a quello che l'opera ci propone. Altrimenti, sarei dovuto già dovuto salire più volte sul Discovery diretto a Giove, oppure sarei dovuto andare da don Corleone a farmi fare una proposta che non posso rifiutare. Insomma, il bello della creazione artistica, della fantasia, è anche quello di "viaggiare" illusoriamente. Coerenza non sarebbe prendere il fagotto e andarsene in Alaska. Avendo il viaggio un valore metaforico, può farci bene anche se rimaniamo qui in Italia, perché la tecnologia, le comodità, il progresso buono non ce lo scrolliamo di dosso, così come non ci scrolleremo quello cattivo. Sbaglia chi ha reazioni rivoluzionarie, basta che l'opera ci faccia riflettere, o cambiare nel nostro piccolo mondo. [+]

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claudia lunedì 25 febbraio 2008
dimenticavo,al "medium"
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purtroppo lo "spirito" che alberga in lei non è quello giusto...

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chris pentito lunedì 25 febbraio 2008
x lilli
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non ti crocifiggo, sei sempre sincera e coerente. non posso controllare su joice perchè post office ce l'ho a roma. io lo so che in italia le donne (di classe proletaria) hanno sempre lavorato nei campi (ma nelle miniere no!), infatti la frase è di buk e non di luc. forse in california le donne non lavoravano nei campi e a giudicare dai milioni di ragazze che si guadagnano la vita facile facendo "certe cose" su "certi siti"...mo' claudia dirà che sono invidioso e voglio fare il gigolò (non ne sarei tecnicamente capace).

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chris pentito lunedì 25 febbraio 2008
x andrea
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ah, ah, pensa se tutti quelli che vedono film porno si abbandonino a quello che l'opera propone, il mondo sarebbe migliore. non nel caso dei film di guerra. non mi sono spiegato bene. ho letto molte recensioni di persone che si sono totalmente identificate con chris, la cosa mi pare ridicola e io le punzecchio dicendo di andare in alaska. così come mi pare ridicolo osannare penn per aver scelto una storia che sfrutta comprensibili residui ribellistici. in piena era iperconsumista e di omologazione totale sto film è totalmente fuori luogo, se non come valvola di sfogo. ma allora l'arte è un "oppio dei popoli" nè più nè mano che la religione. c'è gente che considera sean penn una specie di lenin e io gli ricordo la sua bella villona. [+]

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andrea lunedì 25 febbraio 2008
oppio dei popoli
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No, non è l'arte l'oppio dei popoli, secondo me è il calcio. Almeno qui in Italia. L'arte, come dice lo stesso Freud, è un modo "elegante" di tirare fuori le proprie nevrosi... Dunque è uno sfogo per l'artista, e un piacere per chi ne fruisce. E, si spera, anche un modo per imparare qualcosa, per riflettere.

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lilli lunedì 25 febbraio 2008
per tutti
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Sicuramente quando un'opera ci fa riflettere è un buon segno.Da quello che ho capito il messaggio di questo film è(in un certo senso)"non perdere di vista le cose essenziali della vita".Pur ammirando queste persone per il loro coraggio,io non sarò mai nè un'eremita nè una rivoluzionaria ribelle perchè non ne ho la stoffa;questa mia"inattitudine"alla fuga non mi impedisce però di far mio(nel senso di renderlo più vicino al mio modo di sentire)questo "monito",come dice Andrea:ricercare nella mia vita"ordinaria"quelle cose che mi fanno stare bene.(Spero che non appaia come un sermone)Io ritengo che il progresso sia importante ma dobbiamo trovare anche tempo per noi:nel nostro "mondo"dobbiamo lavorare per guadagnarci da vivere ma anche per divertirci, svagarci, riflettere,conoscere. [+]

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luc lunedì 25 febbraio 2008
claudia in contraddizione
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ti lamenti che psicoanalizzo gli altri senza conoscerli, però mi appioppi "invidioso" senza conoscermi. è perchè TU pensi che sia normale e doveroso desiderare il lusso. rifiutai la carriera dirigenziale in banca, chissà, a quest'ora la villona ce l'avrei pure io. e che io ho categorie estetiche diverse, vivere da "povero" è più divertente. ho categorie diverse anche per il "successo": l'harem, 200 fidanzate, cose speciali create col TALENTO, questo successo alcuni non me lo perdonano e vorrebbero che lo giustificassi. il lusso? karletto parlava di "feticismo delle merci", sigismondo di "feticismo" e basta, attaccamento morboso agli oggetti di natura quasi erotica. ti risparmio l'analisi dei meccanismi profondi che portano a questo, se no ti cali qualche bacca velenosa e poi con chi li fac [+]

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lilli lunedì 25 febbraio 2008
miniere,donne,gigolò ed arte
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Luc per fortuna sei uscito da quel corpo,facevi impressione!!!!Scherzo..per quanto riguarda il lavoro nelle miniere(massima stima e rispetto per i minatori)sì,forse hai ragione.Però alcune donne nate negli anni '20 oltre ad avere un impiego,finito il lavoro andavano a lavorare nei campi e magari dovevano(contemporaneamente) badare a 4 figli e,siccome le famiglie una volta erano non allargate come oggi ma super-allargate(in un piccolo spazio),avevano(sempre contemporaneamente)anche suoceri o genitori anziani(magari reduci)un pò messi male da accudire.Insomma non la vita di un minatore ma una bella vita impegnativa comunque..io credo che tutti abbiano fatto la loro parte.Ma,come dici tu,Buk,che raccontava della vita in "ti sogno California",questo non lo poteva sapere. [+]

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claudia lunedì 25 febbraio 2008
a luc
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io ho scelto l'ipotesi più lusinghiera... se ho sbagliato,pazienza.E' lei che si è occupato delle fortune di Penn immaginando di trovarsi ai bordi della sua piscina,mica io!E' lei che ne ha deprecato il suo stile di vita perché non consono al tono del film!Sono considerazioni stupide.Almeno capisca quello che dice,tra una citazione e l'altra.

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claudia lunedì 25 febbraio 2008
a luc/2
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Naturalmente il TALENTO che deve giustificarsi non era il suo ma del proprietario della piscina.

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andrea lunedì 25 febbraio 2008
per lilli sull'arte
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Di solito l'arte, o più in generale la creatività, viene fuori da delle sofferenze, come via di fuga. Non ci è mai capitato di scrivere qualcosa per sfogarci dopo una giornata "no"? Almeno per quanto mi riguarda, i momenti di maggiore creatività li ho quando sono deluso - o inc... nero - per qualcosa. Non a caso noto in alcuni miei amici, che fanno una vita più "omologata" della mia, e sono anche leggermente meno "sensibili", una mancanza di passione nei confronti di qualsiasi tipo di arte. Non a caso l'arte è stata definita come sfogo del represso da Orlando, che ha rivisitato Freud.

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claudia lunedì 25 febbraio 2008
a luc(semierrore)
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...lo stile di vita...

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paleutta lunedì 25 febbraio 2008
l'ho visto anche io questo film
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buona l'intenzione, non altrettanto la conclusione. Penn non è Altman, secondo me per fare questi film intimisti e minimalisti ci vuole un talento che non ci si può improvvisare. Non so, c'è qualcosa oltre la retorica evidente, che non convince.Questo ragazzo non coinvolge, si assiste agli eventi senza troppa partecipazione forse perchè, come avete già sottolineato, la tematica è un pò scontata e fuori tempo. Penn ci prova a fare questi film di riflessione dove personaggi a più o meno disadattati cercano in qualche modo un riscatto e quasi sempre falliscono. Questo è quello che penso di questo film e di Sean Penn. D'altronde stiamo pur sempre parlando di uno che ha sposato Madonna e ho detto tutto, per concludere alla Peppino de Filippo.

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andrea lunedì 25 febbraio 2008
non una novità, ma non retorico
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Ragazzi, ma se è retorico questo, allora il recente "Non è mai troppo tardi" con Nicholson e Freeman cos'è? Sono temi triti e ritriti, ma raccontati da Penn con sincerità. E' ovvio che non sia un autore davanti al quale inchinarsi, ma c'è del merito nell'operazione. Paleutta, non ho avuto la tua stessa impressione nei confronti del protagonista, a me è sembrato molto ben interpretato e sono stato coinvolto emotivamente molto, soprattutto nel secondo tempo. Il tema della fuga, sì, non è affatto nuovo, ma scontato no.

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luc lunedì 25 febbraio 2008
x lilli
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luc avrebbe difficoltà "tecniche" a fare il gigolò perchè è viziato, è abituato a donne giovani, belle e simpatiche e donne così è quasi impossibile che siano costrette a rivolgersi a un gigolò. vi si rivolgono donne dai 50 in su e non credo che il mio "fratellino" accetterebbe il sacrificio...

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andrea lunedì 25 febbraio 2008
non una novità, ma non retorico (2)
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Che cos'altro c'era da aspettarsi da una vicenda autobiografica? Per quanto possa essere narrata nei modi più bizzarri e disparati, c'è da ammettere che il tema non è originale perché è quello che ha fatto nella realtà il protagonista a non far scaturire temi originali. Quel ragazzo è fuggito davvero. E allora, di cos'altro poteva mai trattare il film, se non della fuga? Dunque, una tema non originale, ma ben raccontato.

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reiver lunedì 25 febbraio 2008
calcio-oppio=2-0
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Non potrò mai prendere il patentino da intellettuale,lo ammetto.Il calcio mi piace,piace alla metà "sociale" della mia anima (l'altra metà preferisce il tennis,sport individualista e psicanalitico).Non starò a dire le solite cose,che il calcio è arte, che è come la vita,eccetera.Ma non si può negare che emozioni,che sia drammatico,a volte persino tragico.Che faccia sorridere,e a volte commuovere.A me è capitato,un paio di volte.Il calcio è anche scienza:tattica,strategia,fisiologia,fisica,geometria,ingegneria...Non so cosa sia esattamente,se sia o no "oppio",ma per me "E'" qualcosa.

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paleutta lunedì 25 febbraio 2008
andrea
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ho capito che questo film ti è piaciuto e non voglio certo convincerti del contrario. Lo spunto è sicuramente buono, fa anche riflettere per carità, non sto dicendo che è una patacca. E' chiaro che quando ci si lancia in un operazione del genere ci si espone ad una critica un pò più elevata di quella che possono sollevare questi polpettoni hollywoodiani con Nicholson (da vecchio è diventato insopportabile,fa solo smorfie e bofonchi) e Freeman o cose del genere. Il film ha un costrutto molto particolare, troppo particolare per lo spessore di Sean Penn, non so se riesco a rendere l'idea. Non è retorico il tema proposto, sono retoriche certe situazioni, certi dialoghi, su tutte il dialogo col vecchio in cima alla collinetta. [+]

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paleutta lunedì 25 febbraio 2008
andrea 2 (commento tagliato)
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e Commander a fronto di Mel Gibson che ti fa un Apocalypto. Tra i due c'è un abisso in spessore, sensibilità, modalità espressiva. Non so se ora è un pò più chiaro quello che intendo dire. E' ammirevole lo sforzo di Sean Penn però nei momenti cruciali, in alcuni passaggi viene fuori la retorica un pò stucchevole, checchè tu ne dica caro andrea. Forse sono un pò troppo vecchio (si fa per dire) e un pò disincantato di fronte a queste illusioni di distacco totale dal quotidiano che la nostra società ci impone. Anche se colgo in pieno il messaggio e lo condivido in linea di principio. Che te devo da dì? L'impressione che ho avuto è questa. Mi ha fatto un pò l'effetto che un treno che passa fa alla mucca nel prato che mentre rumina solleva la testa per guardarlo.

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nadia martedì 26 febbraio 2008
ho recensito "caos calmo",
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si accettano critiche.

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nadia martedì 26 febbraio 2008
p.s.
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solo serie.

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lilli martedì 26 febbraio 2008
viva l'arte
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Sì Andrea ovviamente è capitato anche a me..quando si "soffre" si "produce" di più perchè si cerca di "tirare fuori" quasi di allontanare questo stato di malessere.Però anche nei momenti sereni vengono fuori opere buone. In questo caso queste non descrivono un dolore ma sono piene di entusiasmo..e non è detto che siano meno profonde. Comunque viva l'arte..

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lilli martedì 26 febbraio 2008
incorreggibile luc..
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Già già..non l'avevo considerato..Lilli ogni tanto c'ha delle botte di ingenuità!

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andrea martedì 26 febbraio 2008
per paleutta
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Io ho trovato retoriche nel vero senso della parola solo alcune battute, come quella che Chris pronuncia nei confronti della ragazza: "Se vuoi una cosa allunga il braccio e prendila". I momenti col vecchio mi sono piaciuti molto, quel personaggio mi ha fatto tenerezza se devo essere sincero. Una specie di nonno, una figura affascinante. Certo, la collina da scalare è un simbolo un po' prevedibile, ma penso che queste cose siano successe realmente - anche se poi romanzate da Penn - nella vicenda del ragazzo. Tante volte nella "vita vera" ci troviamo in delle situazioni che se si guardano dall'esterno sembrano retoriche. Io non ho trovato l'operazione di Penn pretenziosa, è evidente che ce la metta tutta per dare il meglio, in alcuni punti con qualche forzatura, ma mi è sembrato che volesse comunicare tematiche semplici con semplicità, non banalità. [+]

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maggotbrain martedì 26 febbraio 2008
sacro-santo
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SACRO-SANTO!

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andrea martedì 26 febbraio 2008
per paleutta (2)
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Il fatto che Penn non sia Weir si sa, quindi non c'era da aspettarsi "L'attimo fuggente". Considerando che sia proprio un regista non eccezionale l'autore, allora ritengo che sia un prodotto valido. Prendendo come confronto un altro film in sala, devo dire che l'ho preferito anche a "Sweeney Todd", nonostante si tratti di due opere di diversissima fattura. Da Tim Burton ci si aspetta molto di più di quanto ci si possa aspettare da Penn, ma purtroppo ci ha regalato un esercizio di stile di splendido valore estetico (fotografia, e scenografia di Ferretti vincitrice dell'Oscar), ma davvero povero di contenuti. Ma quello è Tim Burton, e i critici ormai sbavano, qualsiasi cosa faccia. Dopo "Big Fish", non ha più fatto chissà quali capolavori. [+]

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lilli martedì 26 febbraio 2008
x reiver
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Sul calcio: non sono una tifosa "seria" nel senso che ogni tanto mi ricordo di esserlo ma più che altro quando a cena tra amici ci si "sfotte" per via delle diverse appartenenze calcistiche(tra l'altro prima che parta lo sfottò devo ricordarmi di chiedere informazioni sulla posizione in classifica della "mia" squadra per non fare figure di cavolo).Per quanto riguarda gli "interrogativi" che poni non so se il calcio sia arte però di sicuro so che quando Fabio Grosso(che solo qualche anno prima era un "solito ignoto")ai mondiali ha segnato quel goal alla Germania mi sono emozionata:mi ha fatto tenerezza.

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claudia mercoledì 27 febbraio 2008
per andrea
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Béh,sei umano... l'hai sparata finalmente!Ti aspettavo al varco,eri troppo perfetto.Dopo "Big fish" c'è stato "La sposa cadavere";se quello non è un capolavoro...

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claudia mercoledì 27 febbraio 2008
sweeney...
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Da quello che ho capito si tratta di un musical gotico che il regista ha "riscritto" addolcendo l'originale proprio per rendere l'idea di una "favola" che non spaventasse ma intrattenesse puntando sull'armonia,frutto del gioco di contrasti e sulla bellezza del "macabro".Nemmeno nell'opera si spiega tutto.A mercoledì prossimo la recensione.Ciao.P.s. Complimenti per il 28.Bravo!P.s. del p.s. Meno male che tra gli argomenti di esame non ti è capitato "il genio", sul dopo "Big fish" avresti rischiato...

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andrea mercoledì 27 febbraio 2008
per claudia
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Parlavo di film in live action, non di animazione, e quindi mi riverivo a "Charlie e la fabbrica di cioccolato", che non è affatto un capolavoro, soprattutto se lo si paragona al piacevolissimo originale con Gene Wylder. E poi, parliamo del pre-"Big Fish": né "Mars Attacks!", né "Sleepy Hollow", né "Il pianeta delle scimmie" sono capolavori. E' un bel po' che non fa proprio scelte degne del suo talento, aspettiamo di vedere cosa farà con "Alice nel paese delle meraviglie". P.S. A quale genio ti riferisci, a Lynch o a Burton?

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claudia mercoledì 27 febbraio 2008
per andrea
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Ah...,pensavo a TUTTA la produzione successiva.Io mi riferivo a Burton,parlavi di lui.

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claudia mercoledì 27 febbraio 2008
p.s
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A proposito della retorica nelle parole pronunciate da Christopher,se fossi stata la ragazza a me sarebbero suonate (sul momento) uno sfregio di cattivo gusto...

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paleutta mercoledì 27 febbraio 2008
charlie??
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scusa andrea ma "charlie e la fabbrica di cioccolato" mi ha fatto schiantare dal ridere...E' "Willie Wonka e la fabbrica di cioccolato", o sbaglio?

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andrea giovedì 28 febbraio 2008
per paleutta su willy wonka
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Quello del '71 con Wylder si chiama "Wlly Wonka and the chocolate factory", mentre quello di Burton si chiama "Charlie and the chocolate factory" (in Italia solo "La fabbrica di cioccolato").

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paleutta giovedì 28 febbraio 2008
scusa andrea
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pensavo avessi cannato il titolo del film, in effetti charlie è il nome del bambino. Mi è suonato buffo il titolo "charlie e la fabbrica di cioccolato" perchè questo film per me è una pietra miliare della mia infanzia (quello con Gene Wylder) ed il titolo originale è Willy Wonka e la fabbrica ecc. amici

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andrea giovedì 28 febbraio 2008
paleutta, vai alla mia recensione di...
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..."Into the wild" a pagine quattro, ci siamo io, Reiver e Luc, che ci sta mandando alcuni suoi racconti! P.S. Secondo me quello del '71 è più carino.

[+] ??? (di essenza)
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claudia giovedì 28 febbraio 2008
ho visto "sweeney"
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potendo gli avrei dato 7 stelle.Bellissimo...

[+] d'accordissimo... (di andyspiz)
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andrea giovedì 28 febbraio 2008
per claudia
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Sarà che non amo i musical, ma a parte un aspetto estetico impeccabile cosa dà a livello di contenuti? Oltre alla solita storia del macabro artificioso e allo stesso tempo ironico?

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claudia venerdì 29 febbraio 2008
cosa dà...
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Dà quello che regala l'opera.Forse a me è piaciuto proprio per questo.Senz'altro lo noleggerò per ascoltarlo senza doppiaggio.Ieri avevo le orecchie impegnate all'ascolto e gli occhi alla lettura.I testi volutamente semplici all'inizio perché funzionali a presentare il misterioso "esule" si complicano man mano col concretizzarsi dei suoi progetti fino a diventare semidiscorsi (non sullo stile di Panella,per fortuna di Burton).Il tutto nella più perfetta armonia.

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tittib71 mercoledì 5 marzo 2008
concordo
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ciao ottima riflessione complimenti sono assolutamente concorde...anche se la mia anima romantica avrebbe accetato il suo ritorno a casa e la riunione familiare...ma io sono una voce fuori dal coro perchè pur essendo civilizzata ne sono sempre stata in un certo qual modo al di fuori e nn permetto alle convenzioni di rendermi schiava! un saluto

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ilfollettodipietra lunedì 21 aprile 2008
sono perfettamente d'accordo.
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passando attraverso un umano sgomento per la fine di chris mi sono chiesta che cosa mi avrebbe lasciato il film se lui fosse vissuto. la mia conclusione si avvicina in modo impressionante alla tua. e, per me, non fa una grinza.

[+] se... (di tyler durden)
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b_vacco martedì 22 aprile 2008
un novello gesù cristo
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Sono d'accordo con te sul significato catartico che attribuisci al film e al suo finale ma io credo che Penn ha posto l'accento su un bisogno pressante della società americana/occidentale. Abbiamo bisogno di qualcosa o qualcuno che ci ricordi che siamo noi il centro dell'universo e la vita che stiamo vivendo è un assurda prigione. Gran film e se alla fine la scena del perdono/riavvicinamento inserita da Penn nella realtà non fosse mai avvenuta?!(in quel caso avrei dato 5 stelle al film).. Magari Penn l'ha scelta per "risarcire" i reali genitori ancora in vita ..

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milomar venerdì 16 maggio 2008
...l'avrei invidiato
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Ti sbagli! "Se Chris fosse sopravvissuto, se avesse vinto" (come Tu scrivi) non l'avrei odiato. L'avrei INVIDIATO. Credo Tu sia una persona cattiva. milomar

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qualcuno a caso giovedì 3 luglio 2008
chiamatemi ipocrita idealista
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Se devo essere sincera per me questo film non ha avuto alcuna funzione esorcizzante, anzi... per quanto mi riguarda -se vogliamo proprio tirare in ballo qualche greco illustre- è un film che potrebbe essere "corruttore" di giovani, caratteristica di cui era stato accusato Socrate. Al termine "corruttore" non attribuisco significato negativo: è semplicemente un film che potrebbe spingere a cercare nella vita cose diverse da quelle proposte dalla nostra società, come soldi e carriera, così come Socrate invitava a dubitare di ogni sapere proposto. La morte di Chris non mi spinge a non provare a fare ciò che lui tentato. Semmai mi insegna ben altre cose... ma che sia morto uno non vuol dire che debbano morire tutti quelli che ci provano. [+]

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filippaccio mercoledì 10 settembre 2008
da un conformista in-adeguato
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Non sono d'accordo ma mi sta bene. Nel senso che sei provocatorio ma hai pesato le cose e le hai argomentate in maniera limpida e personale e io non posso che rispettari per questo. Pero' permettimi di dirti che in mezzo a tutti questi " Che guevara " da ufficio che la sera frustati individuano nella ribellione e nella fuga la propria salvezza, c'è anche chi ha bisogno di pensare che non è tutto cosi, che non è tutto qui, e saperlo e farselo parodisticamente ricordare da un film, in certi momenti puo' anche essere confortante. Non andro' in Alaska con lo zaino, morirei dopo un giorno, però ogni tanto ho bisogno di ricodare che il mondo non comincia e non finisce in un ufficio, in un call center, in un cantiere o in un negozio. [+]

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