Anno | 2020 |
Genere | Documentario |
Produzione | Italia, USA |
Durata | 70 minuti |
Regia di | Duccio Fabbri |
Tag | Da vedere 2020 |
MYmonetro | 3,75 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 2 giugno 2020
L'incredibile vicenda umana e letteraria di Wolfson, lo scrittore americano di lingua francese che ha affascinato Sartre, De Beauvoir, Lacan e Deleuze.
CONSIGLIATO SÌ
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Duccio Fabbri, dopo lunga e paziente attesa, riesce ad incontrare e a riprendere Louis Wolfson, autore apprezzato negli anni Settanta e poi scomparso in un anonimato ricercato e protetto dal mondo esterno.
Louis Wolfson: chi era costui? Qualcuno potrebbe chiederselo. Allora per seguire con maggiore attenzione questo documentario, che premia il lungo appostamento del regista, può essere utile qualche informazione.
Nato negli Stati Uniti e diagnosticato sin da bambino come schizofrenico, Louis sviluppa una tale avversione verso la figura materna da rifiutarne anche la lingua. Inventa pertanto un metodo per tradurre l'inglese in altre lingue (francese, tedesco, russo ed ebraico). La pubblicazione nel 1970 di Le Schizo et les langues lo mette al centro dell'attenzione sia degli psicolinguisti che dei letterati. La morte della madre nel 1977 lo libera dalle tutele legali, si trasferisce a Montreal per poi trovare una collocazione definitiva a Puerto Rico.
È lì che Fabbri lo ha trovato ottantanovenne, solo, in lotta con le istituzioni bancarie che gli hanno fatto investire i proventi di una lotteria in titoli spazzatura. La sua è una vita che uno sceneggiatore come il coeniano Barton Fink avrebbe potuto apprezzare.
Fabbri ce la mostra facendo anche ricorso a ricostruzioni da docufiction, ma quello che rende questo documentario interessante sono il volto e le parole (rigorosamente in francese con qualche eccezione) di un uomo che ha conosciuto la desolazione dell'elettrochoc e il piacere di un'ingente vincita alla lotteria. Il "vampirito", come lo chiamano i vicini che lo hanno salvato da un ictus e che lo vedevano uscire solo la notte, si offre a quelli che spera siano diventati suoi amici e che, come nota ironicamente, non smettono mai di riprenderlo. Ci consente così di ripercorrere la vicenda di un'anima tormentata ma mai domata.