Anno | 2019 |
Genere | Azione |
Produzione | Italia |
Durata | 90 minuti |
Regia di | Toni D'Angelo |
Attori | Marco Bocci, Ksenia Rappoport, Barbara Bouchet, Michele Placido, Alessio Boni Andrea Arru, Saverio Malara, Mattia Bisonni, Nils Bokanowski, Jessica Cressy, Pietro Delle Piane, Ferruccio Ferrante, Carlo Gallo, Andrea Garofalo, Carmelo Giordano, Eric Godon, Pasquale Greco, Idris Ibragimov, Temerlan Idigov, Francesco Mastroianni, Annamaria Rossano, Christian Stamm, Antonio Zavatteri. |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 2,80 su 12 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 19 maggio 2022
Un affresco impietoso sulla ndrangheta, fra le più influenti organizzazioni criminali al mondo. Il film ha ottenuto 1 candidatura ai Nastri d'Argento,
CONSIGLIATO SÌ
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Le 'ndrine dei Corapi e degli Scarfò sono in guerra, e in mezzo a loro finisce l'avvocato penalista Piazza, che aveva ordinato ad una hacker di dirottare un trasferimento fondi da cento milioni rimbalzato attraverso mezzo mondo e si è visto soffiare sotto il naso il bottino dalla hacker stessa. Il bottino apparteneva alla 'ndrangheta e si sa, "rubare alla mafia è un suicidio": dunque Piazza è un uomo braccato a livello internazionale. A dargli una mano è Maia Corapi, che è stata la sua compagna molti anni prima, ed ora ha ricevuto l'incarico di proteggerlo. Intorno ai due si aggirano un commissario che "si è stancato di perdere" e un ex carcerato, Rocco Musco, che molto tempo prima ha ucciso l'assassino del padre di Piazza, Ugo.
Se la trama e certi nomi suonano familiari è perché Calibro 9 è il sequel di quel Milano calibro 9 che ha fatto epoca nel 1972.
Non solo i personaggi sono gli eredi di quelli del poliziottesco firmato da Fernando Di Leo, ma il regista Toni D'Angelo e gli sceneggiatori Gianluca Curti (figlio di Ermanno che ha prodotto Milano calibro 9 ed è l'ispiratore di questo progetto), il giallista Luca Podelmengo e il navigato Marco Martani riempiono il loro film di cenni al passato: il protagonista si chiama Fernando e il poliziotto fa di cognome Di Leo, la madre di Fernando, Nelly, è interpretata come nell'originale da Barbara Bouchet (mentre Michele Placido sostituisce Adolfo Celi nel ruolo di Rocco Musco), e via elencando.
Calibro 9 è dunque un dichiarato omaggio al suo predecessore, e un lavoro filologico sul cinema di genere italiano anni Settanta, che tiene conto anche della lezione di Sergio Leone e si appropria di qualche vezzo tarantiniano: del resto Tarantino non fa mistero di considerare Milano Calibro 9 "il miglior poliziesco". E per citare Tullio Kezich, anche di D'Angelo come di Di Leo è "apprezzabile il piglio professionale", già evidente nel suo Falchi.
Quel che manca a Calibro 9 è il ritmo narrativo dell'originale, che si esprimeva attraverso un montaggio serrato e scene d'azione ben scadenzate: anche nel film di D'Angelo l'azione è divertente e coreografata, ma manca quella tensione che Di Leo sapeva costruire così bene. In positivo D'Angelo aggiunge un'ironia che non diventa parodistica ma gioca con i riferimenti al passato cinematografico e ai personaggi ereditati dal film precedente.
Anche in Calibro 9 come in Milano calibro 9 il fuoco d'artificio che aiuta a rileggere tutta la vicenda appena vista è il finale, e vi consigliamo di aspettare i titoli di coda per capire ciò che è realmente successo. Come in ogni noir che si rispetti il tema centrale è quello della fiducia, in particolare nei confronti delle donne, e la passione amorosa se la batte con quella per il denaro.
Intorno ai protagonisti però non c'è dubbio che sia il denaro ad avere la meglio, e poiché i malloppi non passano più di mano in mano ma viaggiano attraverso finanziarie di lusso, la politica architetta alleanze bilaterali che garantiscono che il flusso di denaro rimanga nelle mani delle élites. A ben guardare dunque la trama di Calibro 9 si svolge tutta al di fuori della legge, ma il sangue resta il sangue - compreso quello che D'Angelo fa scorrere in primo piano, fedele al gusto pulp di Di Leo.
CALIBRO 9 disponibile in DVD o BluRay |
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Il poliziesco all'italiana è un genere ,ormai,estinto da più di quarant'anni. Si,abbiamo serie poliziesche nostrane ogni giorno in tv, ma non sono minimamente parenti del genere tanto in voga negli anni settanta. Calibro 9 fa parte del ritorno alle origini. Girato così così ( alcune scene son veramente inguardabili), con un cast bizzarro a dir poco: si va dalla nipote [...] Vai alla recensione »
Precisiamo : Milano calibro 9, il boss , la mala ordina, Milano odia la polizia non può sparare non sono polizieschi, o poliziotteschi ma noir. Nel noir è la malavita la protagonista, la polizia ha un ruolo marginale, nei polizieschi è il contrario. Da decenni purtroppo girano voci su rifacimenti di profondo rossso, sette note in nero , Milano calibro 9, indagine su di un cittatdino... [...] Vai alla recensione »
L''accostamento a Milano Calibro 9 aveva messo in me un''enorme aspettativa, Marco Bocci mi piace come attore come anche Michele Placido in assoluto uno dei migliori attori italiani solo che il film non ha niente di Milano Calibro 9, non è avvincente, gli accostamenti con il precedente non c''entrano niente addirittura Bocci è un''avvocato figlio di Ugo Piazza e Nelly (ruolo di Barbara Bouchet nel [...] Vai alla recensione »
Nell'articolo c'è un errore grande come una casa!A interpretare il ruolo di Rocco non è Adolfo Celi, bensì Mario Adorf!!Chiamarlo sequel è totalmente inappropriato per rispetto alla memoria di Giorgio Scerbanenco (autore del romanzo) e di Fernando di Leo (Regista e Produttore del capolavoro).Il film originale è prima di tutto un manifesto politico e chi ha prodotto questa sorta di storiella arrangiata [...] Vai alla recensione »
Come si può non amare un film così? Rende onore a un genere che è sempre stato snobbato dalla critica ufficiale e pone Toni D’Angelo come regista che riapre con grande stile , le porte al cinema di genere italiano.
Consigliato a chi vede i film in maniera disincantata. Ottimo cast , regia consapevole. Sollima ha un erede
Buon film, consigliato a chi ama il genere poliziesco/azione, la storia ha a che fare con cosche criminali della n'drangheta. Ottima scelta degli attori protagonisti eccezionali professionisti.
Ricordi. L'anno poteva essere il 2001 o il 2002. Sono a casa di Fernando e stiamo parlando delle sue sceneggiature, che sono disposte negli scaffali della sua libreria come soldati, in bell'ordine. A un certo punto, non so come, la conversazione piega su Milano calibro 9 e gli domando, a bruciapelo, come lo farebbe, Di Leo, oggi, un remake o un reboot (ma allora il termine reboot non si usava) o magari [...] Vai alla recensione »
Altra operazione di recupero è quella effettuata da Toni D' Angelo, cineasta vigoroso beneficiato da un carattere d' amianto (considerando la formazione ispirata a modelli mai sottomessi al pur non rinnegato imprinting napoletanissimo), con «Calibro 9» da ieri disponibile su #iorestoinsala e altre, numerose piattaforme on demand che incarna nello stesso tempo un omaggio e il seguito di «Milano Calibro [...] Vai alla recensione »
Dare un seguito, nel 2020, a un classico come Milano calibro 9 di Fernando Di Leo può apparire quasi come una bestemmia. Va quindi dato atto a Toni D'Angelo di aver mostrato una buona dose di coraggio nell'approcciarsi al film originale in modo diretto, immaginando i suoi personaggi - o meglio, i loro eredi - circa 45 anni dopo. L'estetica è inevitabilmente cambiata, così come è stato aggiornato lo [...] Vai alla recensione »
È dura essere Calibro 9 all'ombra di Milano calibro 9. E già far cadere Milano dal titolo vale a provare a prenderne le distanze. Anche perché il sequel di Toni D'Angelo (realizzato da Gianluca Curti, figlio del produttore del film di Di Leo, con Rai Cinema e GapBusters) parte sì a Milano, ma poi si sposta da Anversa alla Calabria, lungo una geografia dei traffici criminali globalizzati e smaterializzati [...] Vai alla recensione »
I dialoghi non sono il punto di forza del bizzarro sequel di Milano Calibro 9 (1972), adorato da Tarantino, firmato dall' altro figlio d' arte della settimana Tony D' Angelo. Presentato fuori Concorso all' ultimo Festival di Torino, Calibro 9 è d' obbligo per chiunque adori l' originale firmato Di Leo anche se qui il romanticismo barocco degli action movie di John Woo anni 90 (baciarsi con passione [...] Vai alla recensione »
In fase di realizzazione si parlò parecchio di Calibro 9 , crime-movie all' italiana che si presentava come un omaggio dichiarato a Milano calibro 9 , cult del 1972 ispirato ai racconti neri di Giorgio Scerbanenco . L' intreccio ne riprende alcuni personaggi, ma delega la parte principale a Fernando ( Marco Bocci ), il figlio del gangster Ugo Piazza ( Gastone Moschin ) ucciso alla fine del prototipo. [...] Vai alla recensione »
Quentin Tarantino probabilmente inorridirebbe, ma chi scrive fino a ieri non aveva mai visto Milano calibro 9 , film del 1972 di Fernando Di Leo, pellicola capostipite del genere poliziottesco tratto da alcuni pezzi di racconti di Giorgio Scerbanenco e amato alla follia dal regista di Knoxville. Dovendo, però, recensire Calibro 9 di Tony D'Angelo, ci siamo messi in pari.
Ritorno al poliziottesco. Ci aveva già provato Netflix con Lo spietato di Renato De Maria, senza risultati clamorosi, perché oggi è un genere non tanto facile da gestire. L'orizzonte criminale si è nei decenni svelato e nascosto, e le odierne tecniche dell'illegalità, radicate in un ambito molto più intricato, rendono ingenue certe soluzioni narrative degli anni Settanta.
Dedicato a Fernando Di Leo fin dal titolo e impreziosito per l'occasione anche dalla presenza di Barbara Bouchet, una storia complessa di cosche legate alla 'ndrangheta, con al centro un avvocato milanese, figlio di un boss ucciso anni prima e di cento milioni di euro spariti nei traffici telematici. Si spara in continuazione, tra inseguimenti e morti; si perdono i confini tra bene e male, con i soliti [...] Vai alla recensione »
Storie di figli: il Fernando Piazza che si ritrova a seguire le orme del padre Ugo, che fu l'eroe di un altro Fernando, il grande Di Leo. Oppure Gianluca Curti, che scrive, produce e soprattutto omaggia il lavoro del padre Ermanno che produsse il film originale nel 1972. Su tutti però c'è Toni D'Angelo, che con il tema ha un rapporto privilegiato, come dimostrava il precedente Falchi, che pure citava [...] Vai alla recensione »
Durante l'indimenticabile piano-sequenza iniziale de I protagonisti, Buck Henry proponeva con apprezzabile gusto farsesco all'executive Tim Robbins di girare il sequel de Il laureato, interpretato dagli stessi attori 25 anni dopo. Gianluca Curti e Toni D'Angelo decidono invece di realizzare il seguito del cult movie di Fernando Di Leo Milano calibro 9, tratto da Scerbanenco, ben 47 anni dopo.