andrea1974
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venerdì 26 aprile 2019
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l'elaborazione del lutto, ineluttabile
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Un manifesto della pop-art, la quintessenza degli States, il cinema che viaggia nel cinema, l'epica contemporanea: Endgame, signori e signore. Così è normale che una battaglia finale diventi un campo da football americano; il memoriale delle vittime di Infinity War ha il sapore del 11 september memorial; l'occhio proiettivo di Nebula una citazione a Metropolis; Doctor Strange novello Mosè intento a trattenere le acque mentre il fumetto passa all'epica del ventunesimo secolo; ineluttabile è Thanos, ineluttabile è la morte, anche per i supereroi. I supereroi non dovrebbero morire, non dovrebbero cedere psicologicamente né moralmente, non dovrebbero piangere, non dovrebbero affrontare il giorno dopo.
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Un manifesto della pop-art, la quintessenza degli States, il cinema che viaggia nel cinema, l'epica contemporanea: Endgame, signori e signore. Così è normale che una battaglia finale diventi un campo da football americano; il memoriale delle vittime di Infinity War ha il sapore del 11 september memorial; l'occhio proiettivo di Nebula una citazione a Metropolis; Doctor Strange novello Mosè intento a trattenere le acque mentre il fumetto passa all'epica del ventunesimo secolo; ineluttabile è Thanos, ineluttabile è la morte, anche per i supereroi. I supereroi non dovrebbero morire, non dovrebbero cedere psicologicamente né moralmente, non dovrebbero piangere, non dovrebbero affrontare il giorno dopo. Invece Endgame affronta tutto questo, diventando elegia della memoria, andando a colpire sotto la cintola di tutti noi, con la possibilità di un dialogo con la madre defunta, una furtiva parola con il padre morto, il desiderio di una vita normale e perciò felice. Il lutto è ancora tutto da rielaborare, e fa davvero pensare che sia la leggera Marvel a farsene un carico così pesante. L'ineluttabilità della morte, affidata agli dei, ai filosofi, agli economisti e ai religiosi, diviene cifra cinematografica. Non tutto è chiaro in Infinity: Endgame, ma non siamo andati al cinema per risolvere un enigma; ci siamo andati per incontrare vecchi amici, per ritrovare tracce delle nostre vite dietro persone con costumi e poteri come noi, per ridere e piangere, per emozionarci. Per ritornare a casa, come Ulissi del ventunesimo secolo.
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[+] il solenne epilogo di una mitologia contemporanea
(di antonio montefalcone)
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writer58
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domenica 28 aprile 2019
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il crepuscolo degli eroi
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Il ciclo degli Avengers ha travalicato l'ambito filmico ed è diventato un fenomeno culturale e mass-mediale di proporzioni planetarie, un terreno dove rappresentare la lotta costante tra luce e oscurità, tra vittoria e sconfitta, tra mediocrità ed eroismo, tra voglia di normalità e desideri di trascendenza. Un campo che attinge largamente ad archetipi trasversali alle diverse culture, provenienze e collocazioni, un'autentica fabbrica di mitologie, icone, simboli, oggetti d'investimento, una macchina spettacolare estremamente potente e diversificata.
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Il ciclo degli Avengers ha travalicato l'ambito filmico ed è diventato un fenomeno culturale e mass-mediale di proporzioni planetarie, un terreno dove rappresentare la lotta costante tra luce e oscurità, tra vittoria e sconfitta, tra mediocrità ed eroismo, tra voglia di normalità e desideri di trascendenza. Un campo che attinge largamente ad archetipi trasversali alle diverse culture, provenienze e collocazioni, un'autentica fabbrica di mitologie, icone, simboli, oggetti d'investimento, una macchina spettacolare estremamente potente e diversificata.
Mi era piaciuto Infinity War anche per la sua conclusione amara, la consapevolezza che pure i supereroi hanno i loro limiti e possono essere sconfitti da un potere superiore, quello del tempo e della morte, impersonato dal titano Thanos. Mi ero chiesto cosa avessero in serbo registi e sceneggiatori per l'ultimo atto, come avrebbero potuto gli Avengers ribaltare una situazione compromessa in un modo così definitivo.
[Attenzione spoiler] La soluzione adottata è tripartita: nella prima ora, i personaggi principali sono colti nella loro dimensione di lutto, rinuncia e disperazione: non hanno più voglia di lottare, qualcuno ha perso la sua famiglia nella decimazione che concludeva Infinity War, qualcuno l'ha trovata; serpeggia un senso di impotenza e fallimento quasi paralizzante. Thor è ingrassato 30 chili, Occhio di Falco è diventato un vigilante solitario, Iron Man non ne vuole più sapere del passato. Thanos viene liquidato in tre minuti, anche lui sembra aver perso la sua energia, dopo aver portato a compimento il suo atroce progetto.
Nella seconda parte, si rispolvera il vecchio (e ormai abusato) viaggio nel tempo. Pur condito da qualche scena ironica, assomiglia alla partita di ritorno dopo un'andata particolarmente sfavorevole o a un tasto "undo" che permette agevolmente di cancellare ciò che si è appena scritto. Anche se i teorici sostengono che viaggiare nel tempo comporterebbe una modifica del flusso e quindi la creazione di un nuovo ramo della realtà che si biforca dando luogo a un universo parallelo, i nostri eroi partono per luoghi e tempi differenti, ma ritornano opportunamente insieme (quasi tutti) nello stesso presente. Non ho intenzione di rivelare l'obiettivo del loro viaggio, mi limiterò a dire che, grazie alla loro incursione temporale, gli Avengers diventano testimoni delle loro imprese passate, come in un gioco ricorsivo e, soprattutto, riescono a ripristinare la situazione precedente allo sterminio operato da Thanos e quindi riappaiono, salutati dalle urla di giubilo del pubblico e da fremiti di vera emozione, tutti gli eroi eliminati: Doctor Strange, Black Panter, Spider Man, Falcon, ecc.
In questo modo, nel terzo tempo del film, può iniziare la battaglia finale, un diluvio più frenetico che epico di scontri, lampi di luce, proiettili di fuoco, in cui pare che la stessa potenza dei contendenti generi un effetto simile a due magneti che si respingono reciprocamente [fine spoiler].
Il film dura tre ore e,nonostante la densità della materia trattata, mi è parso abbastanza prolisso e, a tratti, diluito. Hulk e Thor vengono rappresentati in modo comico e i loro personaggi appaiono un po' sviliti. Certamente, l'obiettivo era quello di celebrare i protagonisti e chiudere la saga con una narrazione che toccasse i punti più alti dell'intero ciclo. In questo senso, la battaglia finale assomiglia un po' a quelle jam session in cui i protagonisti dei festival rock degli anni ' 60 e ' 70 si esibivano tutti insieme davanti a un pubblico in estasi: anche se qualcuno steccava, l'effetto generale era potente ed emozionante, si creavano meccanismi di coinvolgimento e di identificazione tra pubblico e artisti.
Endgame non mi ha convinto, non mi è parso un grande film: usa escamotage narrativi un po' puerili per raggiungere i propri obiettivi, i dialoghi appaiono spesso banali e scontati, il registro comico e quello drammatico non sono ben bilanciati e amalgamati tra di loro.
Tuttavia, costituisce la conclusione di una saga molto spettacolare ed emozionante che ha tenuto inchiodata l'attenzione di centinaia di milioni di spettatori e che ha rappresentato un evento con pochi precedenti nella produzione culturale di questo scorcio di secolo.
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luca capaccioli
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venerdì 26 aprile 2019
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l'epica conclusione di una delle saghe più amate!
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"La fine è parte del viaggio".
È con questa frase, pronunciata da Tony Stark, che si intuisce subito dove i fratelli Antony e Joe Russo vogliono andare a parare. Tuttavia, nonostante sia stato più volte annunciato che Avengers: Engame sarebbe stato il film conclusivo della prima storica saga, i dettagli fornitici dall'intero staff del film sono pressoché minimi, con l'intento di non rovinare l'effetto sorpresa. I due registi, già noti per alcune pietre miliari del genere (ovvero due film di Captain America e Avengers: Infinity War), ci propongono quella che è, a tutti gli effetti, un'opera monumentale che va oltre le più rosee aspettative.
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"La fine è parte del viaggio".
È con questa frase, pronunciata da Tony Stark, che si intuisce subito dove i fratelli Antony e Joe Russo vogliono andare a parare. Tuttavia, nonostante sia stato più volte annunciato che Avengers: Engame sarebbe stato il film conclusivo della prima storica saga, i dettagli fornitici dall'intero staff del film sono pressoché minimi, con l'intento di non rovinare l'effetto sorpresa. I due registi, già noti per alcune pietre miliari del genere (ovvero due film di Captain America e Avengers: Infinity War), ci propongono quella che è, a tutti gli effetti, un'opera monumentale che va oltre le più rosee aspettative. Nel precedente crossover, Thanos ha vinto: con un semplice schiocco di dita ha dimezzato la popolazione nell'universo, inclusi molti eroi, tra cui Spider-Man, il Dottor Strange, Black Panther, Falcon e Wanda. Come se non bastasse, Iron Man e Nebula sono rimasti su Titano, il pianeta natale di Thanos, dopo una devastante battaglia con quest'ultimo, e hanno in seguito intrapreso un disperato viaggio nello spazio con ben poche risorse per dirigersi verso la Terra, dove Captain America, Thor, Vedova Nera, Bruce Banner, James Rhodes e Rocket Racoon escogitano un piano per rintracciare il loro mortale nemico è sottrargli le gemme, grazie alle quali ha commesso il terribile genocidio. Sarà così, dunque, che i restanti Avengers dovranno intraprendere un viaggio emotivo alla riscoperta di loro stessi, in attesa dello scontro più grande della loro esistenza.
Sembra impossibile trattare dell'ultima fatica dei fratelli Russo senza il rischio di cadere nella trappola degli spoiler, esattamente come non si può non fare riferimento al precedente Infinity War (nonostante siano due film completamente diversi), ma una cosa è certa: quello che hanno realizzato è stato il film più maestoso ed epocale dell'intera storia del Marvel Cinematic Universe (iniziato nell'ormai lontano 2008) e non solo, in quanto siamo di fronte a una vera e propria rivoluzione del cinema moderno. Avengers: Endgame chiude un cerchio, ma apre le porte verso un futuro in cui avremo ancora molto da vedere. A differenza di quanto visto precedentemente, il lungometraggio in questione si focalizza maggiormente sull'introspezione emotiva, piuttosto che in numerose sequenze d'azione; se questa, a primo impatto, non sembra rappresentare una grossa novità, occorre ricordare che in adattamenti quasi perfetti come Avengers: Infinity War, nonostante la componente psicologica, vi sono comunque molte più battaglie che, seppur spettacolari, hanno sempre oscurato per esigenze di tempo quel tocco di caratterizzazione in più che avrebbe giovato a trama e personaggi. Endgame presenta fin dai primi minuti una maggiore attenzione ai dialoghi e a sequenze quasi shakespiriane che pongono al centro di tutto dramma, umanità e sentimento, con degli escamotage perfettamente funzionale a una narrazione dal tono bilanciato tra comicità e inquietudine, merito soprattutto di una sceneggiatura straordinaria e di una regia quasi sempre all'altezza. Il ritmo è fluido, ad'eccezione di alcune sequenze un po' lente verso la prima parte del film, complice un minutaggio di tre ore che, però, è necessario per raccontare una storia che è il frutto di ben ventidue film. Ma la vera magia arriva nel terzo atto, durante il gran finale, in quella che è senza dubbio la miglior battaglia, oltre che quella emotivamente più toccante, che sia mai stata realizzata in un film tratto da un fumetto, talmente grande da ricordare a tratti Il Signore degli Anelli: Il Ritorno del Re o Star Wars: l'Impero Colpisce Ancora e di cui è meglio non rivelare troppo, poiché è qualcosa di incredibilmente sorprendente. Per quanto riguarda le interpretazioni, siamo a livelli mai visti in una pellicola del genere: chi si distingue maggiormente è un Robert Downey Jr. più in forma che mai, nei panni di un Tony Stark sofferente e stanco di combattere, che però troverà le energie per un ultimo, grande sacrificio in cui dovrà mettere da parte ogni ostilità nei confronti di Cap e di altri membri della squadra (dopo le vicende narrate in Civil War). Una menzione speciale per Steve Rogers/Captain America (Chris Evans), con ruolo notevolmente ampliato rispetto al precedente capitolo e alle prese con i suoi demoni personali, in quanto privo di quegli ideali ferrei che lo caratterizzavano fin dalla Seconda Guerra Mondiale, esattamente come Thor (Chris Hemsworth), quest'ultimo il più provato, per via della perdita di tutto quello che aveva a cuore, dalla famiglia agli amici, persino Asgard. Viene, inoltre, messo in luce in maniera più marcata il lato più emotivo della Vedova Nera (Scarlett Johansson), la quale, dopo anni di menzogne e un passato oscuro, ha finalmente trovato nella squadra la famiglia che non aveva mai avuto anche se, d'altro canto, ora sa cosa si prova nel perdere una persona cara, il che la rende un personaggio dall'animo tormentato; un discorso simile si può applicare anche per Rocket (Bradley Cooper), l'unico membro sopravvissuto dei Guardiani della Galassia. Ottimi anche Bruce Banner/Hulk (Mark Ruffalo), Clint Barton/Occhio di Falco (Jeremy Renner) e Scott Lang/Ant-Man (Paul Rudd) in ruoli che però non verranno anticipati in questa recensione, dato che vengono loro riservati alcuni dei migliori momenti del film. Uno dei punti salienti di Avengers: Endgame ha a che fare con l'interazione dei personaggi tra l'oro, il che dà vita ad interessanti (quanto improbabili) siparietti, che regalano numerose scene comiche: basti pensare a Tony e Nebula costretti a collaborare nello spazio o Rocket che fa battute a Occhio di Falco (sì, sono entrambi doppiati da Christian Iansante nella versione italiana). Se in Avengers: Infinity War il protagonista indiscusso era Thanos, in questo capitolo i riflettori vengono nuovamente puntati sugli eroi, ma ciò non significa che il Folle Titano venga messo in disparte, nel senso che, grazie alla sempre travolgente interpretazione di Josh Brolin, anche stavolta riesce ad imporre la sua inquietante (quanto imponente) presenza, mostrandoci una versione assai diversa del villain, questa volta ancora più spietato e pericoloso che mai, non mostrando nemmeno quella distorta concezione di pace che lo faceva sentire nel giusto. Non manca il cameo del compianto Stan Lee, forse il migliore visto finora, confermato inoltre come ultima apparizione che vedremo nei film Marvel. Vi sono numerose citazioni dei fumetti originali, alcunie da far venire la pelle d'oca... non occorre aggiungere altro. Per quanto riguarda il comparto tecnico, il film è condito dai migliori effetti speciali mai visti, soprattutto nell'epico terzo atto, per via di un altissimo budget, oltre che sequenze d'azione straordinarie. La battaglia finale, soprattutto, verrà ricordata negli anni a venire, in quanto trasuda emozioni in un modo unico nel suo genere, riuscendo ad omaggiare come meglio non si sarebbe potuto fare la storia dell'MCU. La colonna sonora, ad opera nuovamente di Alan Silvestri, raggiunge il suo apice, omaggiando quello che ormai è il tema più iconico ed inconfondibile che abbiamo imparato a conoscere nello storico The Avengers (2012). In conclusione, quello che la Marvel ha sfornato rappresenta
Il miglior epilogo possibile di una saga che è entrata inevitabilmente nella storia del cinema, grazie a Kevin Feige, il cervello dietro a questo meraviglioso universo condiviso, ma più in generale è un degno omaggio a tutto il resto dello staff, tra cast, registi, sceneggiatori e produttori, che in undici anni e ventidue film hanno reso orgogliosi i fan, e non, in tutto il mondo. Avengers: Endgame è a tutti gli effetti un capolavoro, e questa volta non solo nel suo genere, che apre inoltre il futuro verso nuove prospettive, con una nuova generazione di film in arrivo.
Un tributo speciale a Stan Lee, che grazie alle sue creazioni, a partire dagli anni '60, ha più di chiunque altro contribuito a rendere tutto questo possibile. Grazie di tutto, Stan!
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daniele boia fauss
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mercoledì 22 luglio 2020
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un capolavoro unico nel suo genere
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Questo film va visto... a qualunque costo.
A mio parere il migliore dei 23 del Marvel Cinematic Universe. Battere Avengers: Infinity War era un impresa più che ardua, ma Avengers: Endgame ci è riuscito.
Interpretazione indimenticabile (in particolare nel caso di Robert Downey Jr), colonna sonora fantastica, missione epica, e naturalmente la più grande battagliona finalona della storia, rendono questo film una specie di capolavoro, facendo provare allo spettatore (soprattutto ai fan del MCU) un'emozione e una carica incredibili. Personalmente, non ho mai provato una tale emozione e una tale carica in nessun film che io abbia già visto.
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Questo film va visto... a qualunque costo.
A mio parere il migliore dei 23 del Marvel Cinematic Universe. Battere Avengers: Infinity War era un impresa più che ardua, ma Avengers: Endgame ci è riuscito.
Interpretazione indimenticabile (in particolare nel caso di Robert Downey Jr), colonna sonora fantastica, missione epica, e naturalmente la più grande battagliona finalona della storia, rendono questo film una specie di capolavoro, facendo provare allo spettatore (soprattutto ai fan del MCU) un'emozione e una carica incredibili. Personalmente, non ho mai provato una tale emozione e una tale carica in nessun film che io abbia già visto. E quando lo vedi in sala... SPETTACOLARE. Assolutamente spettacolare.
Non si era mai visto un capitolo conclusivo tanto spettacolare, tanto amato, tanto proficuo e, soprattutto, tanto mastodontico, essendo la fine dei giochi di una saga composta da 21 film, prima di esso. Ci ha fatto ridere, piangere, commuovere, emozionare. Un'ultima battaglia, un ultimo sacrificio, un ultima missione. Un ultimo 'Io sono Iron Man'.
Il mio film preferito, di ogni genere e categoria, senza ombra di dubbio.
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lorenzo perrucci
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martedì 30 aprile 2019
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"avengers: endgame": una conclusione perfetta.
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“AVENGERS: ENDGAME” - RECENSIONE NO SPOILER
Cosa scrivere di questo film? Vi parla un assoluto appassionato del genere supereroistico, un ragazzo cresciuto con i supereroi Marvel e che ogni volta che entra in sala torna bambino. Il primo film dell'MCU che vidi al cinema, fu "L'incredibile Hulk" del 2008. Ne rimasi contento ma allo stesso tempo spaventato, a causa di un uomo capace di trasformarsi in una creatura mostruosa... ma tutto ciò mi affascinò. Continuai a vedere tutti i film MCU, fino al fantastico "The Avenger", un film che riunì per la prima volta tutti i supereroi in un epico combattimento: inutile dire che fu un vero e proprio viaggio ad occhi aperti. Sembrava fosse il massimo a cui potesse ambire un cinecomic, ma con il tempo ci hanno insegnato che si poteva fare molto di meglio.
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“AVENGERS: ENDGAME” - RECENSIONE NO SPOILER
Cosa scrivere di questo film? Vi parla un assoluto appassionato del genere supereroistico, un ragazzo cresciuto con i supereroi Marvel e che ogni volta che entra in sala torna bambino. Il primo film dell'MCU che vidi al cinema, fu "L'incredibile Hulk" del 2008. Ne rimasi contento ma allo stesso tempo spaventato, a causa di un uomo capace di trasformarsi in una creatura mostruosa... ma tutto ciò mi affascinò. Continuai a vedere tutti i film MCU, fino al fantastico "The Avenger", un film che riunì per la prima volta tutti i supereroi in un epico combattimento: inutile dire che fu un vero e proprio viaggio ad occhi aperti. Sembrava fosse il massimo a cui potesse ambire un cinecomic, ma con il tempo ci hanno insegnato che si poteva fare molto di meglio. Infatti da lì in poi sono stati presentati nuovi personaggi che sono entrati nei cuori di tutti noi fan, a partire dal fantastico Doctor Strange, ai Guardiani della Galassia per passare ad Ant-Man o Black Panther. Nuovi personaggi che si sono aggiunti agli Avengers originali, proponendo nuove storie mai viste prima. Un vero e proprio viaggio durato 11 anni: 22 film film mi hanno accompagnato nella mia infanzia ed adolescenza, fino ad arrivare al fatidico "Avengers: Infinity War". In questo film abbiamo assistito ad una conclusione inaspettata: a causa dello schiocco di Thanos, metà dell'universo è scomparso e con esso metà dei nostri supereroi preferiti. Per la prima volta nella storia un cattivo ha prevalso sui buoni, risultando vincitore assoluto. Il 24 aprile 2019 è uscito finalmente "Avengers: Endgame". Come già specifica il titolo, ci troviamo nella "fine dei giochi", infatti gli Avengers affrontano duramente questa sconfitta impartita da Thanos. Un lutto interiore esaminato magistralmente dai Russo, che con questa pellicola hanno firmato il suo personalissimo capolavoro. Da The Winter Soldier ad oggi hanno fatto passi da gigante senza dubbio e questo film rappresenta sicuramente il punto più alto della loro carriera. Partiamo però da un presupposto: è estremamente difficile parlare di questo film e dire qualcosa di interessante senza fare spoiler. Avengers: Endgame è sicuramente la fine di tutto, ma anche un nuovo inizio. Un film di una forza incontrollabile, che però non è esente anche da critiche. Senza fare spoiler, è un film molto, molto intimo. Infinity War si concentrava sulla pura epicità e azione per tutto il film per cercare di fermare Thanos, in vista di una minaccia incombente, invece in questo “Endgame” si avvertono le sensazioni dovute alla prima, vera sconfitta dei supereroi a causa dello schiocco di Thanos. Nel film sono presenti dei dialoghi davvero toccanti che ricalcano le emozioni dei sopravvissuti: una profonda disperazione, rassegnazione e desolazione mai avvertita nei film dell’MCU. Sembra davvero tutto perduto. Ho apprezzato davvero moltissimo l’approfondimento psicologico dei 6 Avengers originali, ma secondo alcuni questo è ciò che dà lentezza al film... può anche essere vero, ma questa è servita per farci capire ulteriormente la psicologia di tutti. Da un film non sempre bisogna avere azione e basta anche se si parla di un cinecomic. In un film di supereroi è fantastico anche trovare un’analisi dei personaggi, così da entrare completamente in empatia con gli stessi: questo film ci riesce alla grande e si distacca dagli altri film perché il pathos è veramente forte e si avverte in un crescendo di dialoghi, sguardi, lacrime e rabbia che porteranno all'inesorabile ed epico finale. Per quanto riguarda l’azione, ne è presente parecchia, ma senza fare spoiler posso dire al massimo che la sequenza finale vi fonderà il cervello da quanto è bella. Prendete tutte le sequenze di azione più assurde dell'MCU e duplicatele: non siete nemmeno vicino a quello che potrete vedere sullo schermo. 3 ore che volano letteralmente. La fotografia in gran parte del film è cupa, ha dei toni molto freddi e una colonna sonora firmata da Alan Silvestri adatta in qualsiasi frangente del film e mai sottotono. La trama inoltre è sorretta da una solida sceneggiatura, il che rende il film più godibile sotto ogni aspetto. Personalmente mi omologo a chi dice che questo film è storia del cinema, per un semplice motivo: questo film è LA storia del cinema d’intrattenimento ora come ora, perché ha saputo dettare la moda del “franchise” come nessun altro ha saputo fare fino ad ora. La DC ci sta provando e molte altre catene filmiche stanno cercando un approccio del genere, fallendo chi più chi meno. Un “esperimento” iniziato nel 2008 con il primo Iron Man e con i successivi film stand-alone sui singoli personaggi hanno creato un film assurdo come quello di “The Avengers”, un autentico successo. Poi la storia è continuata, si sono introdotti nuovi personaggi, fino ad arrivare a questo “Avengers: Endgame”: un film che detta la FINE ma anche un nuovo INIZIO dei nostri supereroi. Una conclusione epica che non può lasciare indifferenti. La Marvel ha avuto la capacità di chiudere ma anche tracciare un nuovo inizio in sole 3 ore. Alcuni lo hanno criticato per alcune cose, probabilmente volute (ve le spiego più giù nella parte spoiler), ma che passano in secondo piano grazie all'assoluta emozione che questo film è capace di donare. Lunga vita alla Marvel, la ringrazio per questi splendidi 11 anni e questo film fantastico. TANTA EMOZIONE E AUTENTICA EPICITÀ. Andate al cinema. VI VOGLIO BENE 3000.
- Perrucci Lorenzo
Qui comincia la parte SPOILER: Molti hanno criticato l'eccessiva lentezza del film. Dal mio punto di vista il film approfondisce perfettamente la psicologia dei 6 Avengers originali dopo lo schiocco di Thanos. Dopo aver ucciso Thanos all'inzio del film ed aver capito di non avere nessuna possibilità di salvare l'umanità a causa delle gemme ormai distrutte da Thanos stesso, passano 5 anni e sulla terra troviamo i nostri supereroi distrutti dalla loro sconfitta, che cercano difficoltosamente di andare avanti. Inizialmente alcuni di loro lo fanno, ma molti vivono nel rimpianto e pensano costantemente ad un modo per risolvere la situazione. Infatti, dopo l'arrivo di Ant-Man, gli Avengers si rimettono di nuovo in gioco per risolvere ciò che è stato fatto da Thanos, trovando una svolta nel viaggio nel tempo. Dalla seconda ora infatti troviamo numerosi viaggi nel tempo: si passa tra le strade della "New York" del 2012 ai tempi del primo "The Avengers", a incursioni in "The Dark World". In questo Thor riprende il suo martello e saluta per l'ultima volta sua madre che morirà poco dopo. Soffermiamoci proprio su Thor: molti non hanno apprezzato il suo cambiamento fisico ed il suo personaggio perché non l'hanno capito fino in fondo. Thor è grasso, un ubriacone e vive come uno straccione: fa tutto questo perché è caduto in una profondissima depressione, perché proprio in "Infinity War" commise l'errore fatale di non uccidere con un colpo alla testa Thanos, che schioccò le dita. All'inizio di Infinity War invece ha visto l'uccisione di metà della popolazione di Asgard e la morte di suo fratello Loki, a cui si aggiunge l'ineluttabile schiocco. Tony invece si è creato una famiglia mentre Hulk si è trasfromato in Professor Hulk, un'altra ardua scelta che a molti non è piaciuta. Io invece la ritengo azzeccata perché da tempo il personaggio di Hulk non ha mai avuto un'evoluzione, come accade spesso nei fumetti. Qui invece è presente ed anche giustificata: da "The Incredible Hulk", Banner cercava in tutti i modi di controllare Hulk e negli anni, nei vari film Marvel, abbiamo visto come la differenza fra le due controparti si è assottigliata sempre di più fino a far diventare possibile la fusione tra le due controparti. Un processo lento, ma ben sviluppato, anche se spiegato frettolosamente in Endgame. Inoltre Hulk è importante ai fini della trama perché sarà colui che indosserà le gemme e farà tornare indietro tutte le persone scomparse nello schiocco. Thor nel film però non è solo ingrassato, ma presenta una folta e lunga barba, nonché dei lunghi capelli che lo fanno ritornare di nuovo alle origini e donano al personaggio un look più vichingo, che ricorda le rappresentazioni non fumettistiche del "Dio del Tuono". Fantastica la scena su Vormir dove ci sono Occhio di Falco/Ronin e Natasha Romanoff che combattono per salvarsi l'un l'altro anche se alla fine muore Natasha, che non aveva nulla da perdere... E che dire del combattimento finale? 40 minuti di goduria ed epicità: Captain America degno con il martello di Thor e pugni fino al fatidico schiocco da parte di Tony Stark che farà morire tutti i cattivi. Una scena molto toccante che segnerà il cuore di molti. E' iniziato tutto con Iron Man e così è finito con la sua frase più famosa: se alla fine del primo Iron Man lui disse "Io sono Iron Man", anche qui finisce allo stesso modo, schioccando le dita dicendo la stessa frase in risposta alla sicurezza di Thanos. Muore davanti a Pepper (con cui ha creato finalmente una famiglia) e il suo beniamino Spider-Man. Una scena straziante senza dubbio. Forse nel corso del film non sono spiegate alcune cose riguardanti i viaggi nel tempo, che non fa quadrare tutto alla perfezione ma sono sicuro che verranno esposte nel corso dei prossimi film. Alla fine poi, Captain America riporta tutte le gemme al loro posto così da non modificare le linee temporali del passato, ma decide di rimanere con Peggy Carter e restituirle il ballo promesso ben 70 anni prima dal primo "Captain America: The First Avenger". Il film chiude con un Captain America attempato, vecchio che passa il suo scudo a Falcon e che rivela di aver vissuto la sua vita con Peggy. L'ultima scena infatti è proprio il ballo tra loro due e un bacio a coronare il tutto. Un film che sa mischiare epicità e dramma come nessun altro film è stato capace di fare, senza nessun dubbio. Nei titoli di coda si susseguono le figure dei sei Avengers originali con tanto di firma come per ringraziare i suoi fan. Un finale perfetto per una conclusione perfetta.
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peppy86
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venerdì 10 maggio 2019
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endgame: ovvero come imparai a fare un film senza sceneggiatura.
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Dopo i catastrofici avvenimenti di Infinity War, Endgame si focalizza sui pochi superstiti dell’universo Marvel. Anziché’ puntare sul dramma o la tragedia (visto il finale del film precedente), i fratelli Russo puntano sulla commedia demenziale. Trasformano quindi Thor nel Grande Lebowski, Valchiria in un facchino presso il porto di “Asgard” e Hulk in un ibrido a metà strada fra Homer e Jack Sparrow. Capitan Marvel arriva sulla terra, ma per un motivo non del tutto chiaro, decide di andarsene in giro per l’universo ad aiutare “gli altri”. Una maniera semplice e furba per evitare che questo “superman” in stile Marvel possa avere alcun peso sugli eventi che avverranno di lì a poco.
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Dopo i catastrofici avvenimenti di Infinity War, Endgame si focalizza sui pochi superstiti dell’universo Marvel. Anziché’ puntare sul dramma o la tragedia (visto il finale del film precedente), i fratelli Russo puntano sulla commedia demenziale. Trasformano quindi Thor nel Grande Lebowski, Valchiria in un facchino presso il porto di “Asgard” e Hulk in un ibrido a metà strada fra Homer e Jack Sparrow. Capitan Marvel arriva sulla terra, ma per un motivo non del tutto chiaro, decide di andarsene in giro per l’universo ad aiutare “gli altri”. Una maniera semplice e furba per evitare che questo “superman” in stile Marvel possa avere alcun peso sugli eventi che avverranno di lì a poco. Ma veniamo subito alla chicca della pellicola: i viaggi nel tempo. Ci sono pochi film che sono stati in grado di gestire le trame sui viaggi temporali in maniera coerente. Tra questi c’è lo sbeffeggiato “Ritorno al Futuro”, che invece avrebbe molto da insegnare a questo Endgame. Riuscire a capirci qualcosa a questo punto diventa frustrante. Come una rete aggrovigliata nella quale non capisci dove sia l’inizio o la fine. Il film va avanti con colpi di scena inspiegabili. Eventi che lo spettatore deve accettare, come se dovesse supplire alle mancanze degli sceneggiatori. Thanos, che nel film precedente era stato presentato come un cattivo forte e giusto, qui perde di coerenza trasformandosi nel classico Villain alla “vi farò fuori tutti”. Tony Stark, forse protagonista principale, scade in delle scelte al limite dell’idiozia. Ma la produzione sa dove andare a parare per coprire questa immensa baracca fatta di cartapesta: il fan service. Tre ore di nulla sono quindi soppiantate da venti minuti di pura goduria per tutti i fan del MCU. Tonnellate di computer grafica che coprono le evidenti macchie sulle pareti di questa pellicola. Non mi resta, quindi, che citare l’unico vero supereroe del film: il Topo!
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[+] critica prevenuta orientata da gusti personali.
(di the factory)
[ - ] critica prevenuta orientata da gusti personali.
[+] d'accordissimo con te
(di fabiant.)
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samanta
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domenica 12 maggio 2019
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state tranquilli non è l'ultimo degli avengers
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Coraggio appassionati di questa semidemenziale saga, il film Avengers Endergame non sarà l'ultimo e neanche il penultimo, vi chiederete il perché: è semplice il film è costato 360 milioni di $ e ne ha già incassati 2 miliardi e 200 milioni, il che vuol dire che detratte le spese e le competenze del distributori ha già fatto almeno un miliardo di utili, di conseguenza ci sono almeno un miliardo di motivi per proseguire. I cinecomics finiranno quando l'ennesima frittata di fantasupereroi farà un flop commerciale.
Oltretutto un certo giro intellettuale di critici da pensiero unico ha rivalutato la figura di Thanos perché in fin dei conti eliminare una metà dell'umanità per fare stare meglio l'altra non è una cattiva idea , anzi come nel finale del film distruggerla tutta per ricrearla in un altro mondo senza ghiribizzi nella testa degli uomini è un'ottima idea; d'altra parte da noi GAIA non auspicava la riduzione dell'umanità a un miliardo per creare un mondo felice?
La trama del film è articolata in un inizio tranquillo: i superstiti Avengers a causa della sparizione di metà dell'umanità verificatosi nel finale di Infinty War, vivono spaesati finché non viene l'idea di utilizzare la macchina del tempo, il c.
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Coraggio appassionati di questa semidemenziale saga, il film Avengers Endergame non sarà l'ultimo e neanche il penultimo, vi chiederete il perché: è semplice il film è costato 360 milioni di $ e ne ha già incassati 2 miliardi e 200 milioni, il che vuol dire che detratte le spese e le competenze del distributori ha già fatto almeno un miliardo di utili, di conseguenza ci sono almeno un miliardo di motivi per proseguire. I cinecomics finiranno quando l'ennesima frittata di fantasupereroi farà un flop commerciale.
Oltretutto un certo giro intellettuale di critici da pensiero unico ha rivalutato la figura di Thanos perché in fin dei conti eliminare una metà dell'umanità per fare stare meglio l'altra non è una cattiva idea , anzi come nel finale del film distruggerla tutta per ricrearla in un altro mondo senza ghiribizzi nella testa degli uomini è un'ottima idea; d'altra parte da noi GAIA non auspicava la riduzione dell'umanità a un miliardo per creare un mondo felice?
La trama del film è articolata in un inizio tranquillo: i superstiti Avengers a causa della sparizione di metà dell'umanità verificatosi nel finale di Infinty War, vivono spaesati finché non viene l'idea di utilizzare la macchina del tempo, il c.d. regno quantico, per andare indietro di 5 anni quando ancora Thanos, è vivo e in possesso delle 7 pietre per impadronirsi di queste e usarle per far ritornare viva l'altra metà. Ci sono quasi tutti gli Avengers superstiti: Iron Man, Capitan America, Hulk, Thor (ingrassato di 30 Kili), la Vedova Nera, Clint Barton che ha visto sparire la famiglia e così via. Questo utilizzo di ritorno nel tempo è a dir poco contraddittorio, d'accordo che non si chiede una logica, ma le scene rimangono confuse, ed è difficile raccapezzarsi, ma d'altra parte la storia è così campata in aria che è meglio fare a meno di una sceneggiatura, per cui ad esempio appaiono contemporaneamente pur in tempi diversi la stessa figlia di Thanos. Di conseguenza una prima parte accettabile con una parte centrale assai criticabile, ma a mio avviso dare a una sceneggiatura simile un pò di coerenza è un'impresa impossibile e quindi effetti speciali a tutto andare. Poi c'è il botto finale la battaglia risolutiva in cui appaiono anche gli Avengers deceduti, veramente ben realizzata e con degli effetti speciali straordinari di primo ordine, con tutti i richiami possibili a film precedenti o a racconti biblici come il Mare Rosso che si divide per fare passare gli ebrei.
Gli interpreti (c'è mezza Hollywood) cercano di fare il loro mestiere alcuni bene come Robert Downey Jr. (Iron Man) Jeremy Renner (Clint Barton/Ronin) e Mark Ruffalo (Hulk), brava anche Karen Gillian (Nebula), altri un pò meno come Scarlett Johansson (la Vedova Nera) che continua ad essere spaesata nel ruolo. In camei appaiono un esercito di attori: Robert Redford, Michael Douglas, Natalie Portman, Michelle Pfeiffer e così via, c'é pure il doppiaggio originale di Bradley Cooper, quanto a Josh Brolin (Thanos) pare rassegnato alla parte.
In conclusione un film discreto per ragazzini dagli 11 anni in sù, ma forse ha ragione il regista Cameron (Titanic e Avatar) che sarebbe meglio mettere un freno a questo dilagare di supereroi, ci sono tante belle storie ancora da raccontare..
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alexander
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venerdì 26 aprile 2019
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un finale perfetto per una saga altrettanto perfetta
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E finalmente si è arrivati alla tanto attesa Resa dei Conti. Dopo gli avvenimenti di Infinity War gli Avengers rimasti non hanno perso del tutto la speranza e continuano a cercare un modo per porre rimedio allo schiocco di dita del Titano pazzo.
Questo il punto di inizio da cui si sviluppa e viene raccontato quello che sarà una sorta di epilogo di una saga giunta tutt'altro che alla fine, ma bensì ad un punto di svolta.
Avengers Endgame risulta essere il connubio perfetto di quanto fatto nel corso di questi 11 anni di MCU, (iniziato nel 2008 con il film Iron Man) pronto a coronare ed omaggiare il lavoro svolto in tutti e 22 i capolavori cinematografici fino ad ora prodotti.
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E finalmente si è arrivati alla tanto attesa Resa dei Conti. Dopo gli avvenimenti di Infinity War gli Avengers rimasti non hanno perso del tutto la speranza e continuano a cercare un modo per porre rimedio allo schiocco di dita del Titano pazzo.
Questo il punto di inizio da cui si sviluppa e viene raccontato quello che sarà una sorta di epilogo di una saga giunta tutt'altro che alla fine, ma bensì ad un punto di svolta.
Avengers Endgame risulta essere il connubio perfetto di quanto fatto nel corso di questi 11 anni di MCU, (iniziato nel 2008 con il film Iron Man) pronto a coronare ed omaggiare il lavoro svolto in tutti e 22 i capolavori cinematografici fino ad ora prodotti.
Il lavoro dei registi Anthony e Joe Russo e del produttore Kevin Feige va oltre ogni più rosea aspettativa. Da parte loro ci era stato promesso un gran finale, un film che tutti avrebbero aspettato con grande ansia, un film che avrebbe fatto la storia del cinema e a parer mio così è stato.
Il film riparte da dove ci aveva lasciato il precedente, con gli Avengers sconfitti, Tony Stark disperso da qualche parte nello spazio cosmico insieme a Nebula e la desolazione della Terra e dell'universo a cui manca all'appello il 50% delle forme di vita, tra cui parte dei nostri eroi.
...ATTENZIONE PRESENZA DI SPOILER...
Lo sviluppo e la concezione di quello che da ora in poi, se avete visto il film, accade a parer mio è pressoché perfetto; un inizio turbolento ed inaspettato con colpi di scena ed un po' di amarezza; una parte centrale in cui torna la speranza e un finale che lascia semplicemente senza parole.
In molti non hanno apprezzato del tutto la caratterizzazione di Thor in questo film e su questo mi sento in dovere di spendere due parole a riguardo. Tanto per cominciare ogni persona che abbia visto almeno una volta i film ultimamente prodotti sa perfettamente che in casa Marvel piace inserire un lato ironico, che possa strappare anche momenti di divertimento al pubblico in sala (e vi assicuro che in sala è successo parecchie volte durante la proiezione) . Detto ciò ritorno a Thor e alla concezione del suo personaggio in Avengers Endgame; tutti eravamo abituati al Dio del Tuono fiero, potente, sicuro di sè e soprattutto muscoloso dei precedenti film, ma in questo risulta praticamente tutto l'opposto. Troviamo il figlio di Odino ingrassato, gobbo, con barba e capelli incolti, senza più alcun ritegno né tantomeno nota di egocentrismo che tanto lo caratterizzava. Ebbene questa sempre a parer mio è stata una delle idee più azzeccate e vi spiego subito il perché: In pochissimo tempo Thor ha perso semplicemente tutto, Sua madre, la donna a cui più teneva (come ci dimostra il film), suo padre, Odino, Re di Asgard che lascia l'onere del comando sul figlio, Asgard stessa, distrutta per sconfiggere la sorella Hela, suo Fratello, Loki ucciso, stavolta per davvero, da Thanos in persona così come Heimdall e parte del suo popolo e infine ha Fallito dove era l'unico a poter trionfare, ossia a sconfiggere Thanos ed evitare l'inevitabile. Quindi in definitiva è stato quasi naturale e normale, anche per un Dio, che alla fine tutto l'odio e la determinazione che provava si siano persi e che sia rimasta solo tanta tristezza e sconfitta che lo ha portato a come noi tutti lo abbiamo visto in questo film.
Un'altra cosa che può non essere piaciuta è l'assenza di scene dopo i titoli di coda e anche qui secondo me è stata una scelta più che azzeccata. Se è vero che Avengers Endgame dev'essere essere il culmine della saga, una sorta di Epilogo per tutti quei personaggi che potremo non rivedere più sul grande schermo e un film Evento, diverso da tutti i precedenti e che lasci il segno beh scusate ma io trovo che abbiamo fatto la scelta più giusta.
I mid-credits sono da sempre state uno degli emblemi simbolo della Marvel e proprio per questo in un film in cui le aspettative vi ho sopra riportato, non vi devono essere, poiché Endgame che ci piaccia oppure no rappresenta la Svolta, un nuovo iniziò e una sorta di Addio agli Eroi da noi tutti Amati e che per sempre ricorderemo come i veri AVENGERS, gli unici, gli originali ed inimitabili; interpretati meno che meno da Robert Downey Jr., Chris Evans, Mark Ruffalo, Chris Hemsworth, Scarlett Johansson e Jeremy Renner.
In conclusione pensò davvero che questa fosse la fine perfetta per un ciclo di lavoro così ampio e soprattutto un modo più che speciale per onorare e ringraziare chi in questi lunghi anni ci ha mostrato un cinema che ha saputo appassionarci e farci affezionare ad una saga che per me Ha Scritto e Continuerà a Scrivere la Storia del Cinema.
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jonnylogan
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venerdì 2 agosto 2019
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la fine dei giochi (??)
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A qualche anno di distanza dallo scontro con Thanos l’unica soluzione percorribile per debellare gli effetti del guanto dell’infinito nelle sue mani è data da Scott Lang (Ant - Man) il quale, dopo essere sfuggito dal regno quantico, ove era stato imprigionato negli ultimi cinque anni, ne consiglia l’uso agli altri Avengers per viaggiare nel tempo e impossessarsi delle gemme prima che queste arrivino a Thanos.
Un voto decisamente migliore rispetto alla penultima fatica del mondo dei Vendicatori, perché per i meno giovani è questo il nome del super gruppo di eroi che a metà dei ’70 invase le edicole della penisola. Più convincente del precedente Avengers: Infinity War, vittima di troppi scontri che ne minarono la comprensione e quindi grazie a una trama più lineare, per quanto succube dei continui spostamenti spazio temporali dei protagonisti, e più intuitiva.
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A qualche anno di distanza dallo scontro con Thanos l’unica soluzione percorribile per debellare gli effetti del guanto dell’infinito nelle sue mani è data da Scott Lang (Ant - Man) il quale, dopo essere sfuggito dal regno quantico, ove era stato imprigionato negli ultimi cinque anni, ne consiglia l’uso agli altri Avengers per viaggiare nel tempo e impossessarsi delle gemme prima che queste arrivino a Thanos.
Un voto decisamente migliore rispetto alla penultima fatica del mondo dei Vendicatori, perché per i meno giovani è questo il nome del super gruppo di eroi che a metà dei ’70 invase le edicole della penisola. Più convincente del precedente Avengers: Infinity War, vittima di troppi scontri che ne minarono la comprensione e quindi grazie a una trama più lineare, per quanto succube dei continui spostamenti spazio temporali dei protagonisti, e più intuitiva. Una trama che inoltre lascia ancora molte porte aperte per futuri sviluppi sia per avventure di ciascun componente degli Avengers, come del resto è accaduto con la nuova puntata dedicata all’arrampicamuri, per l’occasione nel corso di una trasferta itinerante nel vecchio continente, ma anche per una nuova esperienza corale, perché le possibili minacce pronte a volersi impossessare del pianeta terra sono sempre dietro l’angolo.
Ventiduesimo titolo firmato dalla casa delle meraviglie che da qualche anno, dopo il passaggio alla Disney, è anche distributrice della pellicola, e pietra angolare delle future esperienze fatte ancora una volta da molti effetti speciali, molti scontri, per l’occasione intergalattici, ma anche da interpretazioni mai banali. Non dimentichiamoci difatti dei super problemi che da sempre affliggono i personaggi di casa Marvel, incarnati in questo caso dal solito conflitto con il proprio passato che da sempre colpisce Tony Stark, sempre splendidamente interpretato con pathos e tormento da Robert Downey jr. capace di personalizzarlo al punto che ci risulta ormai difficile vederlo diviso dal suo alter ego cinematografico.
Da non mancare se siete appassionati del genere cine fumettistico. Consigliamo invece astensione per tutti gli altri.
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laurence316
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giovedì 25 aprile 2019
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i vendicatori alla resa dei conti
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Dunque, la “fine dei giochi”. Ecco arrivare nelle sale la “grande conclusione” (di quella che, per l'occasione, è stata ribattezza "Infinity Saga"), il compimento e, per alcuni, il coronamento di 11 anni di storie, il punto d’arrivo e convergenza di 21 film e oltre 44 ore di intrecci narrativi, di scontri, battaglie, relazioni, interconnessioni, gioia, felicità, intrattenimento, risate, talvolta anche, forse, lacrime e tristezza. Un traguardo cinematografico con pochi (per non dire zero) precedenti, che ha saputo appassionare, lungo il suo corso, i ragazzini (e non solo quelli) di mezzo mondo.
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Dunque, la “fine dei giochi”. Ecco arrivare nelle sale la “grande conclusione” (di quella che, per l'occasione, è stata ribattezza "Infinity Saga"), il compimento e, per alcuni, il coronamento di 11 anni di storie, il punto d’arrivo e convergenza di 21 film e oltre 44 ore di intrecci narrativi, di scontri, battaglie, relazioni, interconnessioni, gioia, felicità, intrattenimento, risate, talvolta anche, forse, lacrime e tristezza. Un traguardo cinematografico con pochi (per non dire zero) precedenti, che ha saputo appassionare, lungo il suo corso, i ragazzini (e non solo quelli) di mezzo mondo.
Quindi, un punto d’arrivo e ripartenza insieme, certo, di un qualcosa di praticamente mai visto al cinema, indubbiamente, ma che ciò basti a configurarlo come un nuovo capolavoro di genere (come non tanto i fanboys e le fangirls, ma certa critica vorrebbe far credere) appare sinceramente interpretazione un tantino forzata, per usare un eufemismo.
A seguito della inaspettata e tragica conclusione di Infinity War era forse un po’ troppo aspettarsi qualcosa in più, ovvero un’altra linea narrativa, un altro stratagemma per venir a capo della faccenda che non fosse quello che tutti si aspettavano, ma pur tenendo come buona la scelta del soggetto, rimane comunque la consapevolezza del fatto che poteva essere svolto decisamente meglio.
Il primo esempio calzante, a questo proposito, riguarda la durata: bisogna dirlo, pur dovendo gestire una mole di personaggi decisamente maggiore con mezz’ora in meno di tempo, il precedente film aveva fatto (forse proprio per questo motivo) un lavoro di gran lunga migliore in quest’ambito. Endgame, invece, rivela una certa auto-indulgenza nella durata, e ciò provoca un poco simpatico effetto di “stiracchiamento” della narrazione, nella prima parte (ATTENZIONE, SPOILER: tra le altre cose, l’utilità ai fini dello svolgimento della trama di talune digressioni, vedi i colloqui nel passato di Thor e Iron Man l’uno con la madre e l’altro col padre, è piuttosto dubbia FINE SPOILER).
Altra pecca, sempre più presente nella prima parte, ma alla quale non viene certo più di tanto posto argine col procedere della proiezione, consiste nell’ormai imperiosa necessità di inserire a tutti i costi “alleggerimenti comici” che spesso hanno l’unico, e deleterio, effetto di smorzare la tensione. E quando non lo fanno, in ogni caso appaiono inseriti nei momenti più inconsulti (per esempio, nel bel mezzo di una scena di battaglia).
Difetti già non da poco, soprattutto quest’ultimo, in un film che vorrebbe essere prima di tutto, oltre che in qualche misura più “adulto”, cupo e profondo dei suoi precedessori, anche una grande conclusione epica.
Ecco, proprio al riguardo dell’epos e del pathos di cui si è fatto gran parlare, risulta ancora una volta un poco deludente constatare che (fatto salvo, forse, per il finale; e per una scena che, però, ne ricalca alla lettera una del precedente film, solo con differenti personaggi [SEMI-SPOILER: sì, mi riferisco a quella con protagonisti la Vedova Nera e Occhio di Falco FINE SEMI-SPOILER]) anche in questo Endgame non risulti pienamente all’altezza di Infinity War.
Perché, purtroppo, non si avverte mai un senso di reale minaccia, una sensazione che le cose potrebbero andare maledettamente storte, ed anzi fin troppo spesso c’è sempre un bel gadget (SPOILER: vedi il caso del marchingegno per controllare il viaggio nel tempo con cui, a quanto pare, Stark se ne esce in appena una notte; o le “fialette” di Hank Pym FINE SPOILER) o un bel personaggio pronto a risolvere prontamente la situazione (SPOILER: come nel caso di Carol Denvers, alias Captain Marvel: non s’è davvero mai sentito di un caso di deus ex machina più da manuale [addirittura un intero film progettato al fine di introdurre un personaggio che serve all’unico scopo di togliere dall’impiccio i nostri eroi all’inizio di questo film, mentre comunque, nonostante le attese, in seguito si rileva sostanzialmente ininfluente] FINE SPOILER).
E questa si afferma, nel corso del film, come una davvero pessima abitudine, una tentazione costante. Tutto, difatti, pare fluire fin troppo facilmente e appena si presenta un problema, ecco che qualcuno in quattro e quattr’otto se ne esce con una rapida soluzione (SPOILER: sarà forse per questo che gli sceneggiatori hanno sentito la necessità di inserire il sacrificio finale di uno dei personaggi più importanti, in quanto consapevoli che fino a quel momento tutto stesse filando troppo liscio FINE SPOILER).
Come se tutto ciò non bastasse, ATTENZIONE, SPOILER: tutta la questione riguardante il viaggio del tempo lascia non pochi dubbi circa la sua plausibilità (l’intera teoria del film al riguardo ruota intorno, per farla breve, al regno quantistico e all’idea che, andando a ritroso nel tempo e modificando il passato non si modifichi il futuro, ma si vadano a creare tutta una serie di realtà alternative; peccato che questo comporti, seguendo il ragionamento, che i vari gruppi che vanno in epoche diverse dovrebbero finire ciascuno in una realtà differente, a seconda di quello che hanno fatto, alla realtà alternativa che hanno generato per dirla chiaramente, mentre risulta piuttosto difficile credere che riuscirebbero a ritornare tutti nella realtà di partenza, quella a cinque anni dai terribili eventi di Infinity War (perché quella realtà, in pratica, non esisterebbe più, per loro: in sostanza, non è mai reso palese come facciano, per tramite di quale miracoloso marchingegno riescano invece a ritornare alla loro realtà d’origine [e anche Capitan America, che sul finale decide di rimanere nel passato per vivere la sua vita con Peggy Carter, proprio in virtù di questa sua decisione dovrebbe generare una realtà alternativa e non essere più in grado di tornare a quella in cui ha lasciato i suoi compagni, cosa che invece sorprendentemente riesce a fare, vecchio e rattrappito, giusto per cedere lo scudo a Sam Wilson]) FINE SPOILER).
In aggiunta a quanto detto, poi, bisogna anche dire che le battaglie (come quella finale) non appaiono mai realmente “epiche” (quella del Signore degli anelli, per dirne uno, lo sono molto di più) e, come già detto, non generano mai particolare tensione, non sono da cardiopalma, da togliere il fiato come ci si sarebbe aspettati (SPOILER: un altro aspetto sorprendente, ma non in modo positivo, è la rapidità con cui viene fatto fuori Thanos all’inizio, ancora una volta esemplificativo della scarsa tensione presente in momenti cruciali del film FINE SPOILER). Avrebbero forse beneficiato di qualche minuto in più (magari tagliandone invece nella prima parte), in modo da renderle più emozionanti e coinvolgenti (SPOILER: un esempio è l’entrata in scena di tutti gli “scomparsi”, risolta invece troppo rapidamente FINE SPOILER).
In definitiva, è pur sempre vero che questo Endgame non è un pessimo film, solo neanche il grande capolavoro tanto sbandierato: è semplicemente un onesto prodotto d’intrattenimento, e nemmeno il migliore tra quelli targati Marvel; un film ben recitato da quasi tutti, ben diretto e, ovviamente, impreziosito, come c’era da aspettarsi, da effetti digitali allo stato dell’arte.
Un film discreto (anche se certi dialoghi, in tutta sincerità, sono inascoltabili [forse anche a causa del doppiaggio italiano]) ma non particolarmente memorabile (se non per il suo essere la chiusura di un cerchio, la conclusione, come detto in apertura, di una saga cinematografica di ben 21 film interconnessi, un unicum nella storia del cinema). E assolutamente non una nuova vetta del genere: se si è in cerca di quello è meglio virare su altri lidi (vedasi alla voce Cavaliere oscuro).
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