Avengers: Endgame |
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Un film di Joe Russo, Anthony Russo.
Con Robert Downey Jr., Chris Evans, Mark Ruffalo, Chris Hemsworth.
continua»
Titolo originale Avengers: Endgame.
Azione,
Ratings: Kids+13,
durata 182 min.
- USA 2019.
- Walt Disney
uscita mercoledì 24 aprile 2019.
MYMONETRO
Avengers: Endgame
valutazione media:
3,77
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Tutti con il fiato sospeso il gran finale dei supereroi
di Emiliano Morreale La Repubblica
I film Marvel non hanno bisogno della critica cinematografica. Ci vorrebbero piuttosto economisti e filosofi, per leggere questo fenomeno che è il cuore dell'industria del cinema americano. Da un lato, il Marvel cinematic universe (Mcu), ossia il corpus di film, serie e altri prodotti legati ai supereroi della casa, non è leggibile se non in chiave di economia integrata, giochi di multinazionali e di franchise. Dall'altro, è una specie di macchina pensante che riflette su se stessa. L'estetica conta poco, e le stellette in fondo a questa recensione potrebbero essere cinque, o una. Un critico direbbe che gli attori sono legnosi o gigioneggiano (come Robert Downey Jr.), che la vicenda parte dopo un'ora e ha un epilogo di collegamento alla puntata ventura, che c'è una sola grande battaglia, in stile Signore degli anelli, dopo 140'. Ma sarebbero, tutte, osservazioni marginali. L'Mcu è un progetto articolato, nato oltre dieci anni fa, con apocrifi e diramazioni. Un pubblico di milioni di fan è il cuore dell'operazione, e la comunicazione fa parte della struttura delle opere, di questo canone profano su cui operano senza sosta talmudici commentatori del web. È un cinema della mutazione, quasi pedagogico, che educa gli spettatori all'apocalisse e al post-umano, e non ha molto a che vedere con il cinema come lo conosciamo, fatto di cose e corpi reali. Nel nuovo episodio, curiosamente, si esibiscono spesso i corpi degli attori dimagriti o ingrassati: come ad aggrapparsi a una fisicità residua, per timore di essere andati troppo in là. Nel film precedente, l'umanità era dimezzata dal perfido Thanos con un solo gesto. Per far riavviare la storia, gli sceneggiatori mettono in campo una macchina del tempo. Trovata ovvia e perfino sleale, si dirà. Ma il viaggio nel tempo porta con sé una serie di riflessioni: sul concetto di remake (ritornare sulla storia passata, rifarla), sui simulacri (i personaggi guardano in pratica i film precedenti). Quando li vediamo schierati, offerti alla contemplazione come oggetti sacri, questi supereroi ci appaiono con evidenza assoluta come pure immagini della merce. Super-merci che vivono in un oltremondo, sull'orlo di una catastrofe costante: un panorama destabilizzante che il film cerca di esorcizzare e di renderci familiare, con mezzi noti. Ad esempio rievocando il passato più roseo dei media: il ballo lento, i portici, gli aceri rossi di un'America suburbana anni 50 alla Norman Rockwell. Il Paradiso perduto perenne delle merci-immagini e dei supereroi.
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