mauro2067
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venerdì 23 febbraio 2018
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la paura della diversità
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Un’inno all’amore come unica via e soluzione per la combattere la paura della diversità che poi sfocia inevitabilmente nel razzismo.
In un’America concentrata nella lotta contro il nemico russo, perchè diverso nella cultura e nella lingua, in un’America dove una coppia di giovani coniugi non può consumare un dolce perchè ha la pelle nera , in un’America dove sei escluso perchè omosessuale, bene in quest’America tutto diventa accettabile se c’è un essere che è ancora più diverso dei neri e degli omosessuali, che è ancora più "mostro".
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Un’inno all’amore come unica via e soluzione per la combattere la paura della diversità che poi sfocia inevitabilmente nel razzismo.
In un’America concentrata nella lotta contro il nemico russo, perchè diverso nella cultura e nella lingua, in un’America dove una coppia di giovani coniugi non può consumare un dolce perchè ha la pelle nera , in un’America dove sei escluso perchè omosessuale, bene in quest’America tutto diventa accettabile se c’è un essere che è ancora più diverso dei neri e degli omosessuali, che è ancora più "mostro".
Questo essere che non deve essere capito, accolto , non si prova ad interagire e a creare un qualsiasi contatto, ma va studiato e vivisezionato ed usato per vincere la guerra contro il nemico, qualunque esso sia.
E se i veri mostri fossimo noi con i nostri limiti, le nostre ossessioni e paure? se fossimo noi gli esseri inferiori?
Eccezionale l’interpretazione di Sally Hawkins.
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elpiezo
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sabato 24 febbraio 2018
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una favola curiosa!!
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La singolare storia d’amore tra una giovane e muta addetta alle pulizie di un laboratorio segreto e una misteriosa creatura squamosa succube di un pericoloso esperimento governativo.
Guillermo Del Toro si infiltra nel cinico mondo della guerra fredda e vi ricama sopra un’inusuale favola gotica e passionale, un emozionante percorso di suggestioni dall'estetica impeccabile, un prodotto audace ed inconsueto, opera peculiare del controverso e bizzarro regista.
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claudiafuccio
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sabato 24 febbraio 2018
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favola bagnata, favola fortunata!
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Lo dico subito: è un film per inguaribili romantiche come me! Fuori dalle logiche moderne dell'amore che ci mostra il cinema negli ultimi anni, sensualità e attrazione non sono il frutto di giochi erotici 2.0, ma di dettagli attenti e nostalgici di un tempo passato e forse mai esistito. Musiche eccezionali fanno da colonna sonora ad un film delicato in cui si può fare a tratti fatica nell'immedesimarsi, ma ecco che un finale romantico, come tutti i film romantici, trasforma il diverso in comune...Il regista è attento ai dettagli, una sceneggiatura fatte di poche parole ma mille sfumature, proprio come la protagonista, una nuova Amelie ma con i piedi ben saldi per terra, anzi, in acqua.
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angeloumana
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sabato 24 febbraio 2018
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l'amore nell'acqua
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The shape of water è film con tutti gli ingredienti per mietere nominations (13) all'Oscar californiano, forte del già conquistato Leone d'Oro a Venezia 2017. Gli ingredienti sono ricchi e numerosi, per il gradimento del maggior numero di palati, un film acconciato con lo scopo di piacere: è romantico, fantasioso, lambisce l'area militare degli Stati Uniti e naturalmente l'eterna competizione tra Usa e Urss dato che si svolge verso gli anni '60. Non gli manca l'azione, l'avventura, lo spettacolo, qualche angolo di musical e soprattutto non mancano lezioni filosofiche sulla vita. Non può mancare il brutto e il cattivo, che risiedono però nello stesso personaggio, incaricato di braccare la bestia, uno determinato a conquistare il sospirato gradino superiore della gerarchia, non vuol fallire, non per niente legge un libro di Positive thinking.
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The shape of water è film con tutti gli ingredienti per mietere nominations (13) all'Oscar californiano, forte del già conquistato Leone d'Oro a Venezia 2017. Gli ingredienti sono ricchi e numerosi, per il gradimento del maggior numero di palati, un film acconciato con lo scopo di piacere: è romantico, fantasioso, lambisce l'area militare degli Stati Uniti e naturalmente l'eterna competizione tra Usa e Urss dato che si svolge verso gli anni '60. Non gli manca l'azione, l'avventura, lo spettacolo, qualche angolo di musical e soprattutto non mancano lezioni filosofiche sulla vita. Non può mancare il brutto e il cattivo, che risiedono però nello stesso personaggio, incaricato di braccare la bestia, uno determinato a conquistare il sospirato gradino superiore della gerarchia, non vuol fallire, non per niente legge un libro di Positive thinking. Non potrà fallire nemmeno il film, qualcos'altro dovrà pur vincere. Il regista Guillermo del Toro intanto ha “vinto” la direzione della prossima Mostra del Cinema di Venezia.
Due creature che senz'altro si ameranno, come in una favola, nel profondo del mare: l'una è la giovane ragazza muta, senza l'amore della vita ma voluta bene dall'anziano vicino di casa e dalla collega di lavoro. Con questa svolge le pulizie di una base militare, covo di intelligenze e di strategie, dove apprendiamo che alcune delle menti più brillanti pisciano sul pavimento (cosa riscontrabile poco dopo anche nella toilette del cinema di Treviso, evidentemente lo fanno anche cinefili o menti meno brillanti). L'altro è una cosa, così viene chiamato questo essere anfibio con sembianze umane ma anche ittiche, con squame da pesce e placche da rettile, potrebbe trattarsi – dice uno studioso del centro in camice – del soggetto più sensibile mai ospitato in questo laboratorio. Ecco, è questo il motivo principe del film, due creature così diverse, entrambe condannate al silenzio e alla solitudine, si ameranno: lui, la cosa, vede leiper quello che è, e lei ha la sensibilità per avvicinarsi a questa creatura sconosciuta, dapprima offrendogli uova e poi cure e tutta sé stessa. Facile il rimando all'extraterrestre ET, in quel caso le creature sensibili furono dei bambini, o a La bella e la bestia. Potrebbe, il film, suggerire anche l'eventuale immortalità di noi esseri umani, le ferite che si rimarginano e la vita che si ricrea, ma intanto ci spinge all'azione: se mai non facciamo niente, non siamo niente. Ai giurati dell'Oscar l'ardua sentenza, noi preferiamo tenerci il ricordo e le sensazioni trasmesseci dall'ungherese Corpo e anima, sempre d'amore si tratta ma con zero spettacolo e una candidatura a miglior film straniero.
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angeloumana
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sabato 24 febbraio 2018
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l'amore nell'acqua
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The shape of water è film con tutti gli ingredienti per mietere nominations (13) all'Oscar californiano, forte del già conquistato Leone d'Oro a Venezia 2017. Gli ingredienti sono ricchi e numerosi, per il gradimento del maggior numero di palati, un film acconciato con lo scopo di piacere: è romantico, fantasioso, lambisce l'area militare degli Stati Uniti e naturalmente l'eterna competizione tra Usa e Urss dato che si svolge verso gli anni '60. Non gli manca l'azione, l'avventura, lo spettacolo, qualche angolo di musical e soprattutto non mancano lezioni filosofiche sulla vita. Non può mancare il brutto e il cattivo, che risiedono però nello stesso personaggio, incaricato di braccare la bestia, uno determinato a conquistare il sospirato gradino superiore della gerarchia, non vuol fallire, non per niente legge un libro di Positive thinking.
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The shape of water è film con tutti gli ingredienti per mietere nominations (13) all'Oscar californiano, forte del già conquistato Leone d'Oro a Venezia 2017. Gli ingredienti sono ricchi e numerosi, per il gradimento del maggior numero di palati, un film acconciato con lo scopo di piacere: è romantico, fantasioso, lambisce l'area militare degli Stati Uniti e naturalmente l'eterna competizione tra Usa e Urss dato che si svolge verso gli anni '60. Non gli manca l'azione, l'avventura, lo spettacolo, qualche angolo di musical e soprattutto non mancano lezioni filosofiche sulla vita. Non può mancare il brutto e il cattivo, che risiedono però nello stesso personaggio, incaricato di braccare la bestia, uno determinato a conquistare il sospirato gradino superiore della gerarchia, non vuol fallire, non per niente legge un libro di Positive thinking. Non potrà fallire nemmeno il film, qualcos'altro dovrà pur vincere. Il regista Guillermo del Toro intanto ha “vinto” la direzione della prossima Mostra del Cinema di Venezia.
Due creature che senz'altro si ameranno, come in una favola, nel profondo del mare: l'una è la giovane ragazza muta, senza l'amore della vita ma voluta bene dall'anziano vicino di casa e dalla collega di lavoro. Con questa svolge le pulizie di una base militare, covo di intelligenze e di strategie, dove apprendiamo che alcune delle menti più brillanti pisciano sul pavimento (cosa riscontrabile poco dopo anche nella toilette del cinema di Treviso, evidentemente lo fanno anche cinefili o menti meno brillanti). L'altro è una cosa, così viene chiamato questo essere anfibio con sembianze umane ma anche ittiche, con squame da pesce e placche da rettile, potrebbe trattarsi – dice uno studioso del centro in camice – del soggetto più sensibile mai ospitato in questo laboratorio. Ecco, è questo il motivo principe del film, due creature così diverse, entrambe condannate al silenzio e alla solitudine, si ameranno: lui, la cosa, vede leiper quello che è, e lei ha la sensibilità per avvicinarsi a questa creatura sconosciuta, dapprima offrendogli uova e poi cure e tutta sé stessa. Facile il rimando all'extraterrestre ET, in quel caso le creature sensibili furono dei bambini, o a La bella e la bestia. Potrebbe, il film, suggerire anche l'eventuale immortalità di noi esseri umani, le ferite che si rimarginano e la vita che si ricrea, ma intanto ci spinge all'azione: se mai non facciamo niente, non siamo niente. Ai giurati dell'Oscar l'ardua sentenza, noi preferiamo tenerci il ricordo e le sensazioni trasmesseci dall'ungherese Corpo e anima, sempre d'amore si tratta ma con zero spettacolo e una candidatura a miglior film straniero.
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maumauroma
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lunedì 26 febbraio 2018
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la forma dell' acqua
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L' acqua come simbolo vitale di purificazione e rinascita, e l ' uovo come elemento di perenne forza generatrice. Nonostante tutto. Nonostante la discriminazione delle diversita' nell' America degli Anni 60 , tra segregazione razziale, finto perbenismo, omofobia, sessismo, disprezzo inespresso ma tangibile per la disabilita' fisica e sociale. E Il "Mostro", la creatura che vive nell'acqua ed si ciba di uova, paradigma del diverso, meta' uomo, meta' anfibio, con una energia divina che lo avvolge come un' aura, diventa catalizzatore di crudelta' per i discriminanti e demiurgo d' amore per il mondo dei discriminati
Film ricco di suggestione e fascino, tra mito, allegoria, metafora.
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L' acqua come simbolo vitale di purificazione e rinascita, e l ' uovo come elemento di perenne forza generatrice. Nonostante tutto. Nonostante la discriminazione delle diversita' nell' America degli Anni 60 , tra segregazione razziale, finto perbenismo, omofobia, sessismo, disprezzo inespresso ma tangibile per la disabilita' fisica e sociale. E Il "Mostro", la creatura che vive nell'acqua ed si ciba di uova, paradigma del diverso, meta' uomo, meta' anfibio, con una energia divina che lo avvolge come un' aura, diventa catalizzatore di crudelta' per i discriminanti e demiurgo d' amore per il mondo dei discriminati
Film ricco di suggestione e fascino, tra mito, allegoria, metafora. La tematica non e' certo originale. Ma l' abilita' di Guillermo Del Toro sta nella capacita' di fondere tra loro diversi e quasi opposti generi cinematografici in un continuo caleidoscopio di immagini e situazioni, tra horror, commedia sentimentale, noir, dramma, avventura, spionaggio, musical, fantasy. Peccato per il finale un po' troppo prevedibile. Bravissima Sally Hawkins
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ninoraffa
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martedì 27 febbraio 2018
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il rasoio di frate guillermo
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Baltimora anni 50. In un improbabile centro spaziale in cui si entra ed esce come da un supermercato, scienziati e militari cattivi tengono segregata, per improbabili scopi bellici, una creatura anfibia di estraibile sesso maschile, di cui s’innamora una donna delle pulizie sin lì dedita ai piaceri solitari nella sua vasca, che ancora più improbabilmente riuscirà a liberarla.
Favola anfibia che striscia a fatica come opera seria e nuota un po’ meglio nella parodia. Horror, fantasy, spy story, e naturalmente love story; un po’ Mostro della laguna nera, un po’ X-files, passando per La bella e la bestia.
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Baltimora anni 50. In un improbabile centro spaziale in cui si entra ed esce come da un supermercato, scienziati e militari cattivi tengono segregata, per improbabili scopi bellici, una creatura anfibia di estraibile sesso maschile, di cui s’innamora una donna delle pulizie sin lì dedita ai piaceri solitari nella sua vasca, che ancora più improbabilmente riuscirà a liberarla.
Favola anfibia che striscia a fatica come opera seria e nuota un po’ meglio nella parodia. Horror, fantasy, spy story, e naturalmente love story; un po’ Mostro della laguna nera, un po’ X-files, passando per La bella e la bestia. A prenderla sul serio, la Forma dell’acqua scivola fra le dita.
Va bene la metafora morale e istruttiva; vero che i mostri non sono quelli con squame, aculei e pelle verde, ma quegli altri in camicia bianca e grisaglia che i mostri se li allevano nella testa; ottima la difesa della diversità e la denuncia della discriminazione. Ma frullare in una trama non proprio originale, e in un unico personaggio, disprezzo per la disabilità, machismo, sadismo, omofobia, razzismo, sessismo, classismo, militarismo e maccartismo, forse non produce grandi effetti.
Eccellente fotografia, superbo marketing, titolo indovinato. L’acqua può assumere tante forme senza averne nessuna. La Forma dell’acqua più che la sostanza sublime dei sogni sembra possedere quella confusa e furbesca del fumo.
In sala, almeno mezz’ora prima, cominciamo a temere che il cattivo all’ultimo minuto raggiungerà la Bestia buona e la ucciderà insieme alla Bella; i due cadranno insieme tenendosi per mano; e la Bestia un attimo dopo si rialzerà in un crescendo d’orchestra facendo fuori il cattivo in un lago di sangue; e infine si tufferà negli abissi marini con la Bella in braccio, resuscitandola con un bacio. Speriamo di sbagliarci.
E dire che il centro spaziale si chiama OCCAM. Non sappiamo se per coincidenza o dileggio il regista del Toro evoca il suo omonimo Guglielmo da Occam, filosofo e religioso francescano del XIV secolo celebre per il suo rasoio logico, emblema di economia e lucidità di pensiero. Su questo film, più che la nostra, avremmo letto volentieri la recensione del buon vecchio frate Guglielmo.
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marianna
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mercoledì 28 febbraio 2018
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una goccia nel mare, distillato dei nostri tempi
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Con la Forma dell'Acqua, del Toro riesce a trasformare una storia piccolissima, minuscola, in una bolla che interseca tutti i generi e i temi di questo momento storico. Mi spiego meglio.
Prima di tutto, riesce a combinare romanticismo, genere horror, fantastico e fantascientifico, thriller e spy story (nonchè anche musical) arrivando a un risultato non solo convincente, ma allo stesso tempo straniante e assolutamente unico, in quanto riesce a infondere la sua dose di visionarietà: fin dall'inizio infatti, avvertiamo un'ambientazione sospesa, grazie ai colori e all'ambientazione notturna.
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Con la Forma dell'Acqua, del Toro riesce a trasformare una storia piccolissima, minuscola, in una bolla che interseca tutti i generi e i temi di questo momento storico. Mi spiego meglio.
Prima di tutto, riesce a combinare romanticismo, genere horror, fantastico e fantascientifico, thriller e spy story (nonchè anche musical) arrivando a un risultato non solo convincente, ma allo stesso tempo straniante e assolutamente unico, in quanto riesce a infondere la sua dose di visionarietà: fin dall'inizio infatti, avvertiamo un'ambientazione sospesa, grazie ai colori e all'ambientazione notturna. Subito non capiamo in che epoca siamo, se è una visione fantastica del mondo, se è un mondo alternativo. Per questo si conforma fin da subito come una bolla, qualcosa di galleggiante e assolutamente unico nel panorama cinematografico. Non a caso, tutto il film parla di sospensione, di galleggiamento per l'appunto: sospensione prima di tutto dell'incredulità, principio base del cinema che qui del Toro porta a livelli sublimi, proiettandoci in una storia che ci fa apparire perfettamente normali non solo l'innamorarsi di un pesce ma anche intrattenere con lui rapporti sessuali, elemento coraggioso e non scontato a hollywood; inoltre, i personaggi "buoni" sono tutti degli outcast: Elisa è muta, l'amica è nera, l'amico è gay, il loro aiutante indiretto è russo e l'oggetto del desiderio è una creatura divina (e, appunto, un pesce). Gli unici personaggi che si vogliono conformare sono i maschi bianchi americani etero incarnati nel personaggio di Micheal Shannon, che infatti non solo ha pensieri perversi, ma è letteralmente marcio (il dettaglio gore delle dita è piccolo ma affonda efficacemente nella pancia degli spettatori).
Il film è un distillato di correnti, cinematografiche e sociali, di questo momento storico: è postmoderno nel contaminare i generi e nel citazionismo (la scena orinica ricorda la scena del ballo di Frankestein Junior, provocando un loop di citazioni), ma è anche appunto, la raffigurazione di una società sfaccettata e multicolore che però, non sfocia nel politically correct o nella morale.
E' un film da manuale: come i grandi classici del cinema porta sensazioni contemporanee e le innalza conferendole un aspetto originale e personale. A mio parere verrà studiato come indicativo degli anni 10 del 2000 come noi studiamo Antonioni per gli anni Settanta del Novecento.
Infatti, ciò che distacca questo film da altri con gli stessi temi è proprio l'unicità, che lo porta in una dimensione atemporale e universale: alla fine del film si esce dalla sala con la sensazione di aver visto qualcosa che non si è mai visto prima, sia nell'intreccio della storia e nel tocco del regista, unico e riconoscibile in tutta la sua opera; ma più che altro la sensazione è quella di guardare un film sospeso sopra il nostro tempo, come una bolla appunto, guardandolo però dall'alto, contemplandolo da lontano e tirandone le fila.
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mauro
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domenica 11 marzo 2018
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la forma della luce
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Parliamo di cinema e fotografia e allora il titolo giusto dovrebbe essere: "la forma della luce", In questo film di luci ce ne sono tante ed una sola che pervade tutto il girato, quella dei film degli anni 1960, ma c'è anche quella di Amelie, penso che potrebbe essere la versione d'azione di Amelie. Il film è fatto bene per buona parte di esso, ma diciamolo ad un certo punto si pianta e la sexy story tra la bella e la bestia fa un po' sorridere, a tratti è un B movie del mostro del lago. Di pellicole che trattino la diversità e la spietatezza della sociologia umana che ne sono a bizzeffe, Da questo punto di vista non c'è proprio niente di nuovo, nella realtà la natura non tiene conto di altro che non sia la capacità di sopravvivere con ogni mezzo.
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Parliamo di cinema e fotografia e allora il titolo giusto dovrebbe essere: "la forma della luce", In questo film di luci ce ne sono tante ed una sola che pervade tutto il girato, quella dei film degli anni 1960, ma c'è anche quella di Amelie, penso che potrebbe essere la versione d'azione di Amelie. Il film è fatto bene per buona parte di esso, ma diciamolo ad un certo punto si pianta e la sexy story tra la bella e la bestia fa un po' sorridere, a tratti è un B movie del mostro del lago. Di pellicole che trattino la diversità e la spietatezza della sociologia umana che ne sono a bizzeffe, Da questo punto di vista non c'è proprio niente di nuovo, nella realtà la natura non tiene conto di altro che non sia la capacità di sopravvivere con ogni mezzo. E' un film buonista e anche un po' ipocrita, Cosa c'è che rende forte questa pellicola? Prima di tutto la fattura, secondariamente, la curiosità sul mostro, la curiosità di sapere se una muta possa provare gli stessi sentimenti di una persona dotata di tutti i sensi, la spy story. Questo film è un circo Barnum dove vengono presentati vari mostri al prezzo modico del biglietto, Un po' troppo lungo per quello che aveva da dire. Una riflessione però va fatta, perchè per fare un fosso ci vogliono due rive: sono gli altri ad essere spietati, oppure sono i protagonisti ad essere dei disadattati? A volte è semplicemente comodo rifugiarsi nelle proprie debolezze, la realtà invece è che persone con grandissime menomazioni vadano a fare le olimpiadi e altri molto più fortunati si piangano addosso tutta la vita, Come ha detto qualcun altro, hanno ficcato tre o quattro pellicole in un frullatore e frullato tutto, il gusto c'è ma non è da rifare la ricetta.
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ralphscott
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domenica 11 marzo 2018
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echi di cinema anni '50
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Comincerei col dire che quest'anno la giuria degli Oscar ha avuto vita dura. Tra questo ramarro e "Tre manifesti..." ,solo per citarne due belli tra i belli,è stata una stagione di opere originali,ispirate e ricche di fascino. La creatura oggetto del contendere richiama fedelmente "Il mostro della laguna nera" e,più in generale,certo cinema anni '50. L'ambientazione stessa è in quegli anni,con scelta di colori,luci,arredi,abiti tutta da gustare. Il film ha sequenze di poesia cristallina,rapisce,appassiona e commuove. Attori deliziosi. Verrebbe voglia di rivederlo,come non capita spesso. Quattro stelle,almeno.
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