La forma dell'acqua - The Shape of Water |
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Un film di Guillermo Del Toro.
Con Sally Hawkins, Michael Shannon (II), Richard Jenkins, Doug Jones.
continua»
Titolo originale The Shape of Water.
Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 119 min.
- USA 2017.
- 20th Century Fox Italia
uscita mercoledì 14 febbraio 2018.
MYMONETRO
La forma dell'acqua - The Shape of Water
valutazione media:
3,77
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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una favola per grandidi ZararFeedback: 13464 | altri commenti e recensioni di Zarar |
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sabato 24 febbraio 2018 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
lo scienziato russo spia diviso tra la fedeltà al suo paese e la sua umanità e amore per la ricerca, la timida Elisa riesce nell’impresa di far fuggire la creatura sottraendola a morte certa. La ragazza aspetta l’alta marea per restituire l’anfibio al suo mondo, ma è colta sul fatto nel momento culminante. Ma la favola non delude, e il dramma si scioglierà nell’oceano, in un mondo sommerso in cui come per miracolo anche Elisa troverà il suo elemento insieme al suo amato, un mondo ‘altro’ di silenzio, armonia e pace contro il fragore, la malvagità e la violenza che i nostri eroi si lasciano alle spalle. Il film è leggibilissimo nel suo trasparente messaggio contro la chiusura ottusa e il pregiudizio: i migliori, capaci di sentimenti ed amore, sono coloro che il mondo respinge ai margini, i diversi, i condannati al silenzio; i veri mostri sono gli altri. Il regista è abilissimo nel creare un’atmosfera livida e viscida, in ambienti freddi e minacciosi o squallidi nella loro banalità, in cui imperversano personaggi biechi a forti tinte destinati alla sconfitta come in ogni favola che si rispetti, mentre il futuro è per i disprezzati, siano essi gli ultimi della società o i cosiddetti ‘mostri’ di cui solo gli ultimi sanno vedere il cuore. Sally Hawkins disegna con particolare efficacia l’evoluzione di un’Elisa quasi inespressiva, piegata a una routine senza prospettive, chiusa nella sua bolla di silenzio, verso una donna intensa, capace di tutto per amore. Mediatrice di questo passaggio da un mondo distopico ad un modo armonioso è l’elemento acqua, che ha un ruolo importante nel film, molto ben giocato dal regista a partire dal titolo: anche Elisa viene presentata sin dall’inizio come una creatura in qualche modo anfibia, nel suo rapporto speciale con l’acqua (un’eco lontana di “Figli di un Dio minore”?) ed è l’acqua, che non ha forma ovvero prende tutte le forme possibili a seconda del contenitore pur restando se stessa, che la lega all’alieno così diverso e così uguale. Per apprezzare appieno questo film bisogna amare (e non è il mio caso) questo genere particolare a cavallo tra la favola per adulti, horror, realismo magico, parabola morale; ma bisogna riconoscere che la storia è ben narrata, l’ambientazione e i personaggi psicologicamente ben disegnati e perfettamente in ruolo. Infine la macchina da presa fa il suo mestiere, mantenendo alta la tensione e rendendo plausibile l’implausibile. Tre stelle e mezzo. Baltimora, inizio anni ’60, clima di guerra fredda, un laboratorio scientifico governativo in cui si conducono esperimenti segreti. Uno di questi esperimenti riguarda uno strano essere anfibio catturato in una palude dell’Amazzonia (il regista si è confessato affascinato dal celebre mostro della Palude nera e questo personaggio ne è una filiazione…) un umanoide coperto di scaglie dalla testa ai piedi non privo di una sua strana bellezza. L’intento dei cattivissimi militari e scienziati che dirigono l’esperimento è quello di spedire l’essere nello spazio; nel frattempo lo tengono incatenato in un tank pieno d’acqua e cercano di dominarne i selvaggi tentativi di fuga. Da un'altra parte, i russi che hanno una spia nello stesso laboratorio lo vogliono morto. Una outcast, povera ragazza muta che fa le pulizie di notte nel laboratorio, prima si incuriosisce, poi compatisce, stringe amicizia e infine si innamora, ricambiata, della strana creatura. D’accordo con altri emarginati come lei, una compagna di lavoro di colore, un vicino omosessuale,
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