Advertisement
Yo-Yo Ma e i musicisti della via della seta, la magia della contaminazione

Il progetto del musicista evidenzia la necessità di preservare la musica locale nell'era della globalizzazione. Al cinema.
di Emanuele Sacchi

Impostazioni dei sottotitoli

Posticipa di 0.1s
Anticipa di 0.1s
Sposta verticalmente
Sposta orizzontalmente
Grandezza font
Colore del testo
Colore dello sfondo
0:00
/
0:00
Caricamento annuncio in corso
sabato 26 novembre 2016 - Focus

Un inno alla condivisione delle proprie culture, prima di ogni altra cosa. Il significato di Yo-Yo Ma e i musicisti della via della seta sta in questo semplice ma universale messaggio: prendere quel che c'è di buono dalla globalizzazione, ossia la facilità di conoscere altre culture e stabilire dei ponti tra essi, ed eliminarne il marcio, ossia l'omologazione totalizzante, che cancella la specificità delle tradizioni.

In 95 minuti Morgan Neville torna più volte sui medesimi temi per rafforzare il concetto: da ovunque si provenga - Iran, Galizia, Cina, Siria - c'è una tradizione (locale) da preservare e un universo (globale) da conoscere. Questa la saggia lezione di Yo-Yo Ma, che quasi si fa da parte in Yo-Yo Ma e i musicisti della via della seta per lasciare spazio ai suoi collaboratori e alle loro storie.
Emanuele Sacchi

Del violoncellista più famoso al mondo ci restano pochi frammenti, qualche battuta umoristica che non avremmo immaginato di sentire e un prezioso documento risalente a quando, a soli sette anni, si esibì alla Casa Bianca di fronte a JFK e Jackie O. Sono solo pochi minuti, ma sufficienti per comprendere l'uomo e il suo percorso. Neville, da parte sua, conferma le capacità che avevano caratterizzato 20 Feet from Stardom, il documentario che gli è valso un premio Oscar: riuscire a gestire la coralità di un ampio numero di intervistati, distribuendo opportunamente le storie, oltre alle gioie e ai dolori in esse contenuti.


RECENSIONE
In foto una scena del film.
In foto una scena del film.
In foto una scena del film.
LA VIA DELLA SETA

La Via della Seta è una delle strade più antiche della civiltà umana: univa Roma alla Cina per terra e per mare, la percorse Marco Polo per compiere il suo viaggio immortale. Ad essa è legato soprattutto il concetto di mettere in comunicazione popoli e culture differenti. Ieri era la Serenissima che scopriva l'esistenza dell'irraggiungibile Catai; oggi che tutto sembra raggiungibile in poco tempo, ci sono altri steccati da abbattere. Il Silk Road Ensemble nasce nel 2000 proprio con questo intento, quello di unire tradizioni eterogenee in un unico complesso, crocevia della tradizione popolare mondiale. Pipa, kemence, gaita diventano da curiosità per "turisti della cultura" gli strumenti fondamentali della più singolare orchestra in circolazione.


UNA ROCK STAR ALLA CORNAMUSA

Difficile associare Jimi Hendrix a qualcosa che non sia una chitarra elettrica. Eppure la definizione di "Jimi Hendrix della gaita", affibbiata nel film a Cristina Pato, spiega meglio di mille parole la relazione tra musicista e strumento. La gaita è la cornamusa tipica della Galizia spagnola e l'esuberante Cristina ne è una delle maggiori interpreti. Frontwoman del gruppo, la Pato si presenta in tutto e per tutto come una rockstar: fascinosa, dai capelli tinti di verde, una personalità energetica e trascinante. Se i concerti del Silk Road Ensemble sono esperienze adrenaliniche, al di là della perizia dei musicisti, lo si deve soprattutto a lei.


In foto una scena del film.
In foto una scena del film.
In foto una scena del film.
FUGGIRE DALLE GUERRE

Yo-Yo Ma e i musicisti della via della seta si concentra soprattutto su alcuni musicisti del Silk Road Ensemble, per la loro bravura e per il loro background tormentato. Wu Man, suonatrice di pipa, ha abbandonato il proprio Paese, la Cina, quando era ancora una bambina, per sfuggire alla Rivoluzione Culturale. Kinan Azmeh, clarinettista, vive lontano dalla Siria tormentata dal conflitto e ne segue con apprensione gli sviluppi. Ma è soprattutto la storia di Kayhan Kalhor a colpire Morgan Neville: Kayhan fugge dall'Iran della Rivoluzione khomeinista e diventa un nomade per anni, accompagnato solo dal suo kamancheh. Svolge ogni tipo di lavoro - tassista, agricoltore - fino ai mestieri più umili, pur di riguadagnare la libertà di poter suonare la propria musica. Quando approda negli Stati Uniti e poi diviene una star grazie a Yo-Yo Ma, nel Silk Road Ensemble, saranno altre le ragioni per cui non potrà tornare in patria. Dopo i fatti del 2009, oggi in Iran il suo destino probabilmente sarebbe quello di artisti liberi come Jafar Panahi: la condanna al silenzio oppure il carcere.


IL ROCK'N'ROLL È NATO IN CINA?

La visione che hanno Yo Yo Ma e i musicisti del Silk Road Ensemble del rock'n'roll è molto diversa da quel che vorrebbe lo stereotipo. La dimostrazione si ha in alcune scene di Yo Yo Ma e i musicisti della via della seta: specie quando Wu Man è invitata a suonare qualcosa di rock con la sua pipa: sceglie Iron Man dei Black Sabbath e il risultato è sorprendente. Ma lo è ancor di più ascoltarla durante un viaggio in Cina insieme ai musicisti che suonano per un teatro di marionettte. Quando questi affermano che il rock è nato con le melodie di Huayi si stenta a crederlo, ma quando lo dimostrano con quelli che assomigliano a dei "riff" viene da pensare che, come per la scrittura e gli spaghetti, anche il rock sia un'invenzione cinese.


In foto una scena del film.
In foto una scena del film.
In foto una scena del film.

{{PaginaCaricata()}}

Home | Cinema | Database | Film | Calendario Uscite | MYMOVIESLIVE | Dvd | Tv | Box Office | Prossimamente | Trailer | Colonne sonore | MYmovies Club
Copyright© 2000 - 2024 MYmovies.it® - Mo-Net s.r.l. Tutti i diritti riservati. È vietata la riproduzione anche parziale. P.IVA: 05056400483
Licenza Siae n. 2792/I/2742 - Credits | Contatti | Normativa sulla privacy | Termini e condizioni d'uso | Accedi | Registrati