Yo-Yo Ma e i musicisti della via della seta

Film 2015 | Documentario, +13 96 min.

Titolo originaleThe Music of Strangers: Yo-yo ma and the Silk Road Ensemble
Anno2015
GenereDocumentario,
ProduzioneUSA
Durata96 minuti
Regia diMorgan Neville
AttoriYo-Yo Ma, Kinan Azmeh, Kayhan Kalhor, Cristina Pato, Wu Man Johnny Gandelsman, Osvaldo Golijov, Nicholas Ma, Bobby McFerrin, Kevork Mourad, Dun Tan, Kojiro Umezaki, Tong Wu (II).
Uscitagiovedì 24 novembre 2016
TagDa vedere 2015
DistribuzioneI Wonder Pictures
RatingConsigli per la visione di bambini e ragazzi: +13
MYmonetro 3,51 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

Regia di Morgan Neville. Un film Da vedere 2015 con Yo-Yo Ma, Kinan Azmeh, Kayhan Kalhor, Cristina Pato, Wu Man. Cast completo Titolo originale: The Music of Strangers: Yo-yo ma and the Silk Road Ensemble. Genere Documentario, - USA, 2015, durata 96 minuti. Uscita cinema giovedì 24 novembre 2016 distribuito da I Wonder Pictures. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 - MYmonetro 3,51 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento martedì 7 novembre 2017

Unendo filmati, interviste e immagini d'archivio, Morgan Neville crea un documentario appassionante e vivido nel raccontare la passione collettiva. In Italia al Box Office Yo-Yo Ma e i musicisti della via della seta ha incassato 85,2 mila euro .

Yo-Yo Ma e i musicisti della via della seta è disponibile a Noleggio e in Digital Download
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Consigliato sì!
3,51/5
MYMOVIES 4,00
CRITICA
PUBBLICO 3,02
CONSIGLIATO SÌ
Un saggio umanista sull'importanza di preservare musica, lingua, cultura, per scambiarle e continuamente arricchirle nell'incontro con l'Altro.
Recensione di Raffaella Giancristofaro
martedì 15 novembre 2016
Recensione di Raffaella Giancristofaro
martedì 15 novembre 2016

Padre cinese musicologo e violinista, madre cantante lirica di Hong Kong, nato a Parigi nel 1955 e cresciuto a New York, il celebre violoncellista Yo-Yo Ma conosce bene, anche se non direttamente, l'oppressione dei regimi rispetto alla libera espressione artistica. Come anche diversi componenti del Silk Road Ensemble, collettivo internazionale di circa cinquanta musicisti da lui riunito nel 2000. L'ex bambino prodigio, che a 7 anni ha suonato alla Casa Bianca davanti a JFK e Jackie Kennedy, noto per le sue interpretazioni dei classici - da Bach a Beethoven, da Schumann a Dvorak -, ma anche per il suo eclettismo (nella sua discografia sterminata, anche episodiche fughe, come la collaborazione con Bobby McFerrin o l'album di cover di Morricone) è riluttante a restare ingabbiato nel repertorio.
Prima ha portato la musica fuori dalle accademie e dagli auditorium, a beneficio di chi più difficilmente ne godrebbe, poi fondato quel progetto (prima fondazione di interscambio culturale, poi ensemble musicale) dietro il quale sta l'idea di ricreare quel tessuto connettivo, ovvero di scambio non solo commerciale ma anche creativo, che caratterizzava la via della seta, antichissimo collegamento tra Cina e Mediterraneo. In poco più di 15 anni la formazione ha realizzato sette album, suonando in trentatré diversi Paesi.
Per rappresentare cinematograficamente questo suo "side project" Ma si affida a Morgan Neville, già produttore di diversi documentari musicali (su Sam Phillips, Brian Wilson, Johnny Cash, Muddy Waters, Pearl Jam) nonché premio Oscar 2014 per il documentario 20 Feet From Stardom (2013, inedito in Italia), sul ruolo di quei cantanti di seconda fila che rispetto ai divi per cui lavorano stanno "a venti passi dalla fama". Invece di riposare sugli allori di un successo acclarato, Ma desidera uscire dal divismo della classica e interrogarsi sul compito dell'artista, che può andare molto oltre la perfezione dell'esecuzione in sé. Ovvero la ricerca di sé, citando Leonard Bernstein. In una delle prime sequenze lo si vede infatti dietro le quinte di un teatro minimizzare e canzonare l'ampollosa presentazione che precede il suo ingresso.
L'incontro tra Ma e Neville dà luogo a un film che programmaticamente e con ogni mezzo, si prefigge di celebrare il potere unificante e universale della musica, la sua straordinaria capacità di connessione tra esseri umani oltre ogni diversità etnica e religiosa (e in questo senso è più fedele il titolo originale, The Music of Strangers). Nel farlo, paradossalmente non si sofferma tanto sul suo protagonista, sugli aspetti della creazione musicale o sulle performance concertistiche, quanto sulle esperienze di quattro di loro: Wu Man, campionessa di liuto cinese, che ricorda i limiti della Rivoluzione culturale e ci fa scoprire l'ultima generazione degli Zhang, suonatori e artisti di teatro di figura; il siriano Kinan Azmeh, clarinettista, che nonostante la devastazione del suo paese vede nella musica un futuro; Cristina Pato, virtuosa della gaita, la cornamusa galiziana e fiera conservatrice delle isolate tradizioni locali; l'esiliato Kayan Kalhor, maestro di kamancheh, antico strumento a corde iraniano, sopravvissuto a traversie causate da repressioni e conflitti. Tra le loro testimonianze (curioso che tutti gli altri musicisti ed intervistati non siano citati nei credits) passano in rapida successione immagini naturali e paesaggistiche, anche vere e proprie esplosioni cromatiche, a tratti estetizzanti, con il preciso compito di interrompere con una prorompente bellezza racconti individuali spesso drammatici. Produttivamente complesso - tantissime le location, da Istanbul a Boston, da Teheran alla Spagna, anche difficili, come il capo profughi siriano o la Cina, il film restituisce un'idea liquida di "casa", che si sovrappone in ultima analisi con il mondo intero, e con il Silk Road Ensemble, che ne è una versione in miniatura.
Piuttosto che documentario strettamente musicale, il film è saggio umanista sull'importanza di preservare musica, lingua, cultura, per scambiarle e continuamente arricchirle nell'incontro con l'Altro: un inno alla simpatia, nel senso più originale di condivisione e connessione, di corde che vibrano insieme, di atto politico e gioioso di contrasto a qualsiasi tentativo di divisione. Un film teso a tal punto all'utopia che, per l'intensità con cui la (di)mostra, in chiusura quasi rischia l'enfasi.
La portata dell'esperienza resta trascinante, come la musica meticcia del Silk Road Ensemble, e i movimenti di macchina volanti nella prima performance en plein air, così come nelle altre, danno l'illusione che un altro mondo sia veramente possibile. In concorso a Toronto nel 2015, vincitore dell'Audience Award al Biografilm Festival 2016, dove l'anno prima passò il film precedente di Neville, Il ring - Gore Vidal vs William Buckley (titolo originale: Best of Enemies).

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PUBBLICO
RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
domenica 25 dicembre 2016
Vapor

E' un documentario interessante, che si abbandona a mio giudizio un po' troppo all'autosuggestione ma niente di male per questo. Solo una nota doversoa su un'affermazione che lascia il tempo che trova: "Quando il male schiaccia l'umanità, l'umanità si vendica con il Bello". Mai sentita più grande ingenuità, tra quelle dette in modalità [...] Vai alla recensione »

venerdì 25 novembre 2016
goldy

Un balsamo per il cuore e per le orecchie.

FOCUS
FOCUS
sabato 26 novembre 2016
Emanuele Sacchi

Un inno alla condivisione delle proprie culture, prima di ogni altra cosa. Il significato di Yo-Yo Ma e i musicisti della via della seta sta in questo semplice ma universale messaggio: prendere quel che c'è di buono dalla globalizzazione, ossia la facilità di conoscere altre culture e stabilire dei ponti tra essi, ed eliminarne il marcio, ossia l'omologazione totalizzante, che cancella la specificità delle tradizioni.

In 95 minuti Morgan Neville torna più volte sui medesimi temi per rafforzare il concetto: da ovunque si provenga - Iran, Galizia, Cina, Siria - c'è una tradizione (locale) da preservare e un universo (globale) da conoscere. Questa la saggia lezione di Yo-Yo Ma, che quasi si fa da parte in Yo-Yo Ma e i musicisti della via della seta per lasciare spazio ai suoi collaboratori e alle loro storie.

Del violoncellista più famoso al mondo ci restano pochi frammenti, qualche battuta umoristica che non avremmo immaginato di sentire e un prezioso documento risalente a quando, a soli sette anni, si esibì alla Casa Bianca di fronte a JFK e Jackie O. Sono solo pochi minuti, ma sufficienti per comprendere l'uomo e il suo percorso. Neville, da parte sua, conferma le capacità che avevano caratterizzato 20 Feet from Stardom, il documentario che gli è valso un premio Oscar: riuscire a gestire la coralità di un ampio numero di intervistati, distribuendo opportunamente le storie, oltre alle gioie e ai dolori in esse contenuti.

Frasi
"Quando il male schiaccia l'umanità, l'umanità si vendica con il bello!"
Una frase di Se stesso (Yo-Yo Ma)
dal film Yo-Yo Ma e i musicisti della via della seta - a cura di mauro
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