È stata la Pixar a dare il via a tutto, cioè a diffondere e promuovere l'idea che non ci siano solo film d'animazione per bambini e film d'animazione per adulti ma che potevano effettivamente esistere opere buone per entrambi. Per vent'anni la casa di Lasseter ha lavorato in questa direzione, arrivando a vette altissime. Ora, come effetto di tutto ciò, anche la concorrenza si è adeguata, tanto che nell'ultimo anno abbiamo visto diversi lungometraggi animati buoni anche per un pubblico maturo. E ancora ne vedremo da qui a Natale.

L'uscita, questa settimana, di Snoopy & Friends - Il film dei Peanuts è pienamente in linea; si tratta di un tentativo di portare a tutti, di nuovo, personaggi che sono nell'immaginario collettivo delle generazioni più mature e che il merchandising ha mantenuto in vita anche al di là della morte del proprio autore e della fisiologica fine delle storie.
Immancabilmente quindi il nuovo film con Charlie Brown parla due lingue a due pubblici diversi, di età differenti e con richieste differenti. Ma la strategia di Snoopy & Friends - Il film dei Peanuts non è l'unica. Da quando la Pixar ha imposto il suo modello ognuno ha trovato un equilibrio, proprio per fare lo stesso e anche solo i film visti quest'anno lo dimostrano.

Inside Out - La sorpresa
Sono i maestri, quelli che hanno inventato l'animazione per tutti. Alla Pixar partono sempre da un linguaggio infantile e dal marketing. Partono dai personaggi pupazzosi e dalle trovate fantasiose, dai ribaltamenti e tutto ciò che, sulla carta, fa felice un bambino. Dai trailer è impossibile dire che i loro film abbiano contenuti per un pubblico maturo, solo vedendoli ci si rende conto che, a sorpresa, quei pupazzoni colorati e divertenti dicono e fanno cose che probabilmente un bambino non comprende completamente. Inside Out, in particolare, con tutta probabilità, ha segnato il vertice massimo di contenuti impossibili da comprendere dai bambini, poichè richiedono di possedere dei ricordi.

La storia della Principessa Splendente - La sofisticazione
Quando si parla di animazione per adulti nessuno come i giapponesi ha raffinato un linguaggio autonomo e ha differenziato i mondi. Esistono però anche diverse sacche di resistenza che affiancano i due pubblici differenti. Lo studio Ghibli, che è il padre spirituale della Pixar, è questo che fa. Con La storia della Principessa Splendente Isaho Takahata ha preso una fiaba tradizionale, l'ha disegnata con uno stile molto raffinato e l'ha contaminata di suggestioni religiose. Affascinante e complesso.

Il piccolo principe - La tradizione
Uscirà a Natale e, come per Snoopy & Friends - Il film dei Peanuts, si tratta di qualcosa che è già nell'immaginario collettivo della generazione adulta. La storia della volpe, del principe e dell'aviatore ha fatto il proprio lavoro nella classe dei genitori, non li deve convincere o conquistare, deve solo smuovere alcuni ricordi e rievocare i fantasmi delle loro letture. Dall'altra parte è libero invece di parlare esclusivamente la lingua dei bambini.

La tomba delle lucciole - Il dramma
Di nuovo il Ghibli, di nuovo Isaho Takahata. Sarà un evento di quelli che portano i film solo per qualche giorno in sala, lo stesso la riuscita di La tomba delle lucciole (con un nuovo doppiaggio e una nuova traduzione più corretta) è un capitolo ancora diverso nel campionario dell'animazione per adulti e bambini. Perché proprio bambini sono i due protagonisti, caratteristica che dovrebbe garantire un'immedesimazione forte per i coetanei, ma lo strazio e la durezza dei riferimenti al Giappone della seconda guerra mondiale sono un'esclusiva dei più adulti.

Anomalisa - Il proibito
È in stop motion ma non è qualcosa che un genitore vorrebbe mostrare ai propri figli, eppure la storia del cinema è piena di film che su questo inganno hanno mostrato e insegnato ai bambini suggestioni che gli sarebbero precluse o proibite. Anomalisa non è un cartone per adulti (locuzione che solitamente indica le luci rosse) ma un film a tutti gli effetti, uno che è stato fatto in stop motion. Dunque non concede nulla ai bambini se non la curiosità di una forma che conoscono associata ad un contenuto che per loro è lontanissmo e misterioso.