Difficile credere che nel poliziotto di Wrong Cops (dal 21 aprile in streaming su MYMOVIESLIVE! e su AnicaONDEmand) convinto del proprio talento compositivo e ossessionato dall'idea di sfondare nel mondo della musica non ci sia qualche elemento autobiografico del regista Quentin Dupieux. Magari proprio riguardo alla composizione della Flat Beat che lo lanciò nell'empireo come Mr Oizo, quella che si vanta di aver prodotto in un paio d'ore su una Korg MS-20, o ai trascorsi burrascosi alla F Communications.

D'altronde, inevitabilmente, ogni film girato da Quentin Dupieux ribadisce la centralità del ruolo della musica nella sua opera. E non potrebbe essere altrimenti, visto che da lì proviene. In particolare da quel movimento sorto verso la fine degli anni Novanta che viene identificato con l'etichetta di comodo di french house oppure french touch, per sottolineare la raffinatezza tutta française nella manipolazione del groove.
A caratterizzare il suono della dance transalpina e in particolare della F Communications, che sarà label capofila del sottogenere, il recupero di sonorità jazz in una nuova veste, caratterizzata dalla battuta in levare dei classici quattro quarti house. E ingenti dosi di funk, tanto per gradire. La rose rouge di St. Germain, Da Funk dei Daft Punk, The Man with the Red Face di Laurent Garnier, piccoli classici destinati a immortalare un'epoca inconfondibilmente anche negli anni a venire. È proprio Garnier nel 1997 a scoprire, quasi per caso, Monsieur Dupieux. Che non ci mette molto - gennaio 1999 - a trovare la sua voce alla F Comm: il brano si chiama appunto Flat Beat e assomiglia alla cosa più ottusa mai sentita. Un beat ossessivo e iterativo su cui spazia una tastierina impazzita. Difficile immaginare cosa ne sarebbe stato senza l'ausilio di Flat Eric, una specie di rudimentale muppet giallo che nella clip di Flat Beat si atteggia a pimp con tanto di sigaro in bocca e segretaria procace. Per quanto improbabile, Flat Eric assurge a icona istantanea nonché a testimonial della Levi's; per Mr Oizo è il successo, immediato e travolgente. A cui seguirà una carriera quasi mai all'altezza dell'esordio: il secondo album, Moustache (Half a Scissor), viene definito "inascoltabile" dalla sua stessa casa discografica, con cui rompe per andare alla Ed Banger.

La svolta arriva dal cinema, quando Mr Oizo si riprende il nome di battesimo e realizza Rubber, commedia dell'assurdo su uno pneumatico che prende vita e uccide con i propri poteri psichici. Ancora una volta, come nel caso di Flat Beat, Dupieux colpisce per la sua totale assenza di limiti autoimposti e per come la consapevolezza dei lati più demenziali dell'industria dell'entertainment diventino materiale utile ad alimentare la sua poetica distorta. Rubber passa a Cannes e conquista la critica, preparandola a Wrong, su un uomo che annega le sconfitte della propria vita nel surreale e si mette in cerca del suo cane per ritrovare l'equilibrio perduto. Più compiuto di Rubber, benché ancora orgogliosamente frammentario, convince il popolo del Sundance 2012 per la riuscita delle gag singole. Lo stile di Dupieux regista comincia a formarsi come un blob che parte dalla tragedia quotidiana del disagio di Todd Solondz ma guarda al surreale eccessivo dei Monty Python. A metà strada ci sono i poliziotti sbagliati - aggettivo ricorrente, quasi rivendicato come cifra stilistica - che incarnano tutti i peggiori usi e costumi, anche inconfessabili, dell'uomo moderno. Quentin fa centro ancora una volta e la Grande Truffa della House è destinata a continuare, in un diabolico perseverare nello Sbaglio.