Il nero Django vestito da paggetto blue guarda col canocchiale verso i campi di cotone e riconosce Ellis Brittle, uno dei negrieri che lo seviziavano nella piantagione Carrucan... Un attimo dopo, con uno splendido flash back accompagnato da un'altrettanto stupenda canzone ("Freedom" di Anthony Hamilton & Elayna Boynton), si vedono Django e sua moglie Broomhilda fuggire per campi e sterpaglie inseguiti dai negrieri della piantagione e dai loro cani. Django implora Big John Brittle di non frustare sua moglie e di rifarsela solo con lui per il tentativo di fuga. "Mi piace come implori giovane!" gli risponde quest'ultimo mentre il fratello rovina la schiena dell'amata di Django a forza di scudisciate.
Finito il flashi back è Django a rivolgere le parole "Mi piaci come muori! Giovane" a Big John, subito dopo avergli sparato in pieno petto e prima che questo caschi a terra come un sacco di patate...
Vi ho descritto questa scena perché nel momento che l'ho vista sono entrato nel film e per le successive due ore vi sono rimasto dentro. Non che la prima mezz'ora di film sia malaccio anche se è più dedicata al divertimento che ad altro ed è dominata dal personaggio del dottor King Schultz (Christoph Waltz), un cacciatore di taglie forbito, dalla simpatia contagiante. Dal momento descritto in poi il film invece diventa denso, almeno questo è la mia considerazione. Una severa condanna, vendetta, della schiavitù intesa come schiavitù dei neri ma anche come violenza dell'uomo sull'uomo.
Le attenzioni che Tarantino usa per trattare il tema sono tante:
La più importante delle quali, a mio avviso, sta nel fatto che il film è incentrato anche sull'amicizia tra Django (nero) e Schultz (bianco) e che questo è di origine tedesca (si pensi al precedente "Bastardi senza gloria" nel quale proprio i nazisti tedeschi erano stati colpiti dalla vendetta di Tarantino).
Le altre che cito sono:
L'ambientazione di alcune scene in piantagioni storiche dell'america,
le assurde tesi para-scientifiche con cui all'epoca si giustificava la supremazia etnica dei bianchi sui neri espresse da Calvin Candie, proprietario terriero e schiavista interpretato da Dicaprio,
Il tragico e drammatico personaggio di Stephen, interpretato da S. L. Jackson, che è il capo negro di casa Candie, negro aguzzino di neri.
La stupidità dei membri di un clan razzista che ricorda il ku klux klan.
Anche nel proseguio, comunque, il film resta, come tutti i film di Tarantino, divertentissimo, ironico e ricco di citazioni.
In sintesi, penso, che in questo film, il messaggio morale di Tarantino, sempre iperbolico nell'esprimersi, arrivi in maniera molto più esplicita allo spettatore rispetto al passato e poichè questo messaggio è veicolato con intelligenza, ironia e sorriso, nonostante i fiumi di sangue che scorrono durante le 3 ora di proiezione, ritengo che sia un gran bel film.
Anzi ritengo che sia impeccabile.
Uno dei più bei film degli ultimi 10 anni.
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