Roman Polanski: A Film Memoir

Film 2012 | Documentario, 94 min.

Regia di Laurent Bouzereau. Un film Da vedere 2012 con Roman Polanski, Catherine Deneuve, Pawel Edelman, Samantha Geimer, Emmanuelle Seigner. Genere Documentario, - Italia, 2012, durata 94 minuti. Uscita cinema venerdì 18 maggio 2012 distribuito da Lucky Red. - MYmonetro 2,86 su 8 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento lunedì 20 novembre 2017

Attraverso 15 ore di interviste esclusive, uno dei più grandi Maestri del cinema contemporaneo si guarda indietro per raccontare la sua vita.

Consigliato sì!
2,86/5
MYMOVIES 3,00
CRITICA 3,07
PUBBLICO 2,51
CONSIGLIATO SÌ
Uno sguardo inedito sulla vita di un maestro del cinema.
Recensione di Giancarlo Zappoli
giovedì 17 maggio 2012
Recensione di Giancarlo Zappoli
giovedì 17 maggio 2012

Roman Polanski si trova agli arresti domiciliari dopo l'arresto avvenuto nel momento in cui stava per ricevere un premio alla carriera al festival di Zurigo. Accetta così di farsi intervistare dall'amico di lunga data Andrew Braunsberg (anche suo produttore per alcuni film). Si comincia parlando della reazione all'improvvisa incarcerazione per poi dare ampio spazio alla rievocazione dell'infanzia del regista. È qui che un Polanski spesso considerato come freddo e scostante rivela, per la prima volta in modo così approfondito, come il suo fare cinema e le tematiche che affronta (al di là di quelle evidenti de Il pianista) traggano origine dalla vita di quel bambino ebreo i cui genitori, sbagliando, rientrarono in Polonia da Parigi poco prima che il conflitto iniziasse.
Le parole si spezzano in gola quando Roman racconta della deportazione della madre ad Auschwitz o della ricomparsa del padre dopo una lunga assenza (prima di essere a sua volta deportato a Mauthausen). È un'infanzia che ha fatto la sua ricomparsa in numerosi dettagli del film che ha visto Adrien Brody protagonista ma che, raccontata oggi, apre nuove prospettive di lettura nei confronti di un cinema in cui la sofferenza dell'individuo e il suo confronto con il mistero del male (anche quando viene presentato ironicamente come in Per favore non mordermi sul collo) restano presenti.
Polanski ha conosciuto non solo la violenza nazista ma anche quella della banda Manson che massacrò Sharon Tate incinta (da qui il suo particolare e ribadito amore per i figli avuti da Emmanuel Seigner). Quando quindi racconta in Carnage come sotto la maschera delle convenzioni sociali sia a volte pronta a riesplodere la ferocia primitiva dell'essere umano conosce bene la materia. Ci troviamo così di fronte a un documentario anomalo e per questo particolarmente efficace.
Una volta tanto la messa a nudo del privato di un artista non è finalizzata al gossip ma a far comprendere meglio il fil rouge che percorre il suo fare cinema e diventa utile allo spettatore che voglia approfondire (e magari rivisitare) una filmografia.

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PUBBLICO
RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
mercoledì 5 novembre 2014
Dandy

Un ritratto tanto semplice quanto appassionante e talora commovente di uno dei più grandi registi di tutti i tempi.Di fronte all'amico e produttore Andrew Braunsberg,Polanski racconta le tappe salienti di una vita tutt'altro che idilliaca:dalla deportazione da Cracovia al ghetto di Varsavia dove perse prima la madre e in seguito il padre,all'assassinio di Sharon Tate [...] Vai alla recensione »

lunedì 21 maggio 2012
renato volpone

In un angolo molto raccolto della sua villa di Gstaad in Svizzera, Roman Polansky viene intervistato da andrew Braunsberg e ci racconta la sua vita. Nel migliore stile "politicamente corretto" descrive dal suo punto di osservazione i vari episodi dolorosi che hanno costellato la sua esistenza, come una nonna racconta al nipotino la favola di cappuccetto rosso e il lupo.

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RECENSIONI DELLA CRITICA
Malcom Pagani
Il Fatto Quotidiano

Il set è una baita nel mezzo di una sinistra tranquillità. Al centro della Svizzera verde dove Roman Polanski atterrò nel settembre 2009 per ritirare un premio a Zurigo e venne arrestato dalla polizia locale col serio rischio di essere estradato in America. Si allontanò dalla California nel 1978, a pochi giorni dalla condanna per violenza carnale a danno di Samantha Geiger, allora l3enne.

Maurizio Acerbi
Il Giornale

Che Polanski abbia avuto una vita travagliata era cosa risaputa. Sentirla però raccontare da lui in questo documentario che, in realtà, assomiglia più ad una confessione fatta a cuore aperto, non lascia indifferenti. Dalla nascita a Parigi alla morte della madre ad Auschwitz, dagli inizi artistici ai suoi capolavori, da Sharon Tate a Samantha Geimer, si parla di tutto in questa chiacchierata che si [...] Vai alla recensione »

Cristina Battocletti
Il Sole-24 Ore

Quel singhiozzo trattenuto di un quasi ottantenne per un’emozione provata più di settant’anni prima è paradossalmente uno dei momenti più forti di Roman Polanski: a film memoir, documentario di Laurent Bouzereau sul regista, attore produttore polacco, presentato alla 65° edizione del festival di Cannes, nei cinema da venerdì scorso. Nella pletora di fatti incredibili e sanguinosi che hanno tratteggiato [...] Vai alla recensione »

Cristina Piccino
Il Manifesto

Roman Polanski: un film memoire _ nelle sale italiane il 18, e dal prossimo anno in homevideo con Feltrinelli Real Cinema (prodotto da Luca Barbareschi) – è una lunga conversazione tra il regista di Carnage e Andrew Braunsberg, suo vecchio amico, una frequentazione che risale agli anni Sessanta, ma anche suo socio e produttore (Che? L’inquilino del terzo piano), filmata in Svizzera, nel 2009, a Gstaad, [...] Vai alla recensione »

Fabio Ferzetti
Il Messaggero

Anche se l’avventura più pazzesca resta quella ripercorsa da Laurent Bouzereau in Roman Polanski: A Film Memoir (Fuori concorso), lunga e appassionante intervista in cui il grande polacco, sempre comprensibilmente così riservato, rievoca con inedita schiettezza tutta la sua vita intervistato dall’amico e produttore Andrew Braunsberg (da domani nelle sale italiane, nel 2013 in homevideo con Feltrinelli). [...] Vai alla recensione »

Alberto Crespi
L'Unità

[...] Il memoir di Polanski si impone sia per la sua immediata uscita sugli schermi, sia perché è la prima confessione pubblica del regista dopo il clamoroso arresto avvenuto a Zurigo nel 2009. Ora Polanski è un uomo libero, la Svizzera ha negato l’estradizione agli Usa e gli arresti domiciliari sono finiti nel 2010: ed è proprio in quel «domicilio», la villa di Gstaad, che Polanski si fa intervistare [...] Vai alla recensione »

Anna Maria Pasetti
Il Fatto Quotidiano

Nei secoli fedele. Pare un dogma programmatico la base fondativa del documentario-ritratto su Roman Polanski voluto e realizzato dall’amico Laurent Bouzereau. Nel salone della sua villa di Gstad il maestro — entomologico supervisore dell’operazione — apre le porte al racconto della sua esistenza, una delle più avventurosamente dolorose che il mondo del cinema abbia mai sperimentato.

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