bedtimedavide
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martedì 15 gennaio 2013
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capolavoro,anche superiore a matrix!
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Da non grande estimatore della trilogia dei fratelli Wachowski ero abbastanza scettico prima della visione di Cloud Atlas,complici anche il mistero che da sempre girava attorno alla trama e il trailer abbastanza 'dispersivo'.Ma oltre ogni mia aspettativa la pellicola mi ha letteralmente travolto.Le quasi 3 ore di film non pesano per nulla,considerando che è come appunto seguire 6 'episodi' che insieme hanno creato un capolavoro.C'è poco da dire appunto sulla trama,è davvero difficile raccontare di cosa narri,possiamo dire che Cloud Atlas è una sorta di storia della vita,evoluzione della persona contro ogni forma di oppressione (razzismo,omofobia,tirannia...),una antologia di situazioni costanti legate all'evoluzione umana che creano un indissolubile legame tra passato,presente e futuro che è poi il vero cuore del film.
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Da non grande estimatore della trilogia dei fratelli Wachowski ero abbastanza scettico prima della visione di Cloud Atlas,complici anche il mistero che da sempre girava attorno alla trama e il trailer abbastanza 'dispersivo'.Ma oltre ogni mia aspettativa la pellicola mi ha letteralmente travolto.Le quasi 3 ore di film non pesano per nulla,considerando che è come appunto seguire 6 'episodi' che insieme hanno creato un capolavoro.C'è poco da dire appunto sulla trama,è davvero difficile raccontare di cosa narri,possiamo dire che Cloud Atlas è una sorta di storia della vita,evoluzione della persona contro ogni forma di oppressione (razzismo,omofobia,tirannia...),una antologia di situazioni costanti legate all'evoluzione umana che creano un indissolubile legame tra passato,presente e futuro che è poi il vero cuore del film.Non è un film per uno spettatore superficiale,bisogna coglierne ogni minimo dettaglio,rapporto tra i personaggi e dialoghi che rindondanti si ripetono nell'arco delle sei storie ambientate in epoche diverse (ci sarà anche un lontano futuro in cui l'umanità sembra essere ritornata ad uno stato quasi primitivo in cui la fede/religione torna a giocare un ruolo essenziale per l'uomo).La particolarità del film sta anche nel fatto di non poter ricondurre il tutto ad un unico genere,Cloud Atlas diverte come una commedia,emoziona come un film drammatico,affascina come un film di fantascienza e ti tiene incollato allo schermo come un ottimo 'noir'.Ottimo cast,immenso Tom Hanks.Sono davvero stupito di come sia stato completamente snobbato agli Oscar o ai Golden Globes.
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yo yo rodriguez
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venerdì 11 gennaio 2013
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epico e innovativo
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Cloud Atlas lascerà un segno nella storia del cinema. Bisogna andare al di là della sovraccarica estestica pop, dell'esagerato auto-sarcasmo (necessario per poter rivestire di umiltà le opposte vette filosofeggianti), del manierismo neoclassico usato per caratterizzare le diverse interpretazioni degli stessi attori.
A un certo punto del film, non ben definito, impariamo a tollerare queste cose. Capiamo che sono sacrifici che il cinema richiede per dare credibilità a un progetto così ambizioso.
Ambizioso, più che nei temi, nella tecnica.
Non si può parlare solo di montaggio, perchè è una tecnica di narrazione che nasce a livello di sceneggiatura e condiziona pesantemente la regia.
Cloud Atlas non racconta 6 storie, non fa uso di montaggio parallelo.
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Cloud Atlas lascerà un segno nella storia del cinema. Bisogna andare al di là della sovraccarica estestica pop, dell'esagerato auto-sarcasmo (necessario per poter rivestire di umiltà le opposte vette filosofeggianti), del manierismo neoclassico usato per caratterizzare le diverse interpretazioni degli stessi attori.
A un certo punto del film, non ben definito, impariamo a tollerare queste cose. Capiamo che sono sacrifici che il cinema richiede per dare credibilità a un progetto così ambizioso.
Ambizioso, più che nei temi, nella tecnica.
Non si può parlare solo di montaggio, perchè è una tecnica di narrazione che nasce a livello di sceneggiatura e condiziona pesantemente la regia.
Cloud Atlas non racconta 6 storie, non fa uso di montaggio parallelo. Racconta una sola grande storia, che si dipana attraverso 6 epoche.
I Wachowski e Tykwer ci mostrano solo l'essenziale di ogni situazione, demandando la comprensione del resto a fatti avvenuti in altre epoche.
Ciò che non vediamo esplicito, ci viene comunque raccontato attraverso gli stessi attori, in ruoli uguali o contrari, che compiono azioni uguali o contrarie, in altri mondi narrativi.
Ci viene richiesto un grande sforzo, ma attraverso piccoli espedienti i narratori sono sempre lì con noi,
per mostrarci che nel nuovo cinema non conta il significante, non contano i ruoli o i protagonisti, non conta l'ambientazione o il macguffin.
Conta ciò che lo spettatore proietta su ogni scena, su ogni inquadratura, su ogni "ruolo", il significato che gli dà.
Possiamo affezionarci a questo o quel personaggio, a questo o quell'attore, a una particolare situazione.
Ma il senso del nuovo cinema sta in poche, decisive, inevitabili scelte a cui i protagonisti sono chiamati e che ci appagano in pieno!
Non perchè siamo immedesimati nel personaggio (come avviene da sempre, dal cinema più classico al postmoderno più spinto), ma perchè rispecchiano una condizione umana consapevole dei propri limiti e delle proprie possibilità .
Quelle che apprezziamo e sentiamo nostre in Cloud Atlas, non sono le scelte che ognuno di noi avrebbe fatto, ma sono quelle che a sappiamo necessarie per salvare la nostra natura di esseri umani.
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dario inversi
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lunedì 14 gennaio 2013
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piccolo capolavoro che non sarà compreso
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Una struttura narrativa molto intricata in quanto è costituita da numerose storie in epoche diverse con personaggi che interpretano più ruoli contemporaneamente. Apparentemente la storia sembra non avere un filo conduttore almeno per metà della durata del film, ci si lascia prevalentemente stregare dagli splendidi scenari futuristici della Seoul del 2144 cercando di trovare una spiegazione a storie senza senso.
Le storie parallele svolte in epoche diverse servono a mettere in luce il significato del film: l'essenza dell'uomo non ha morte. Ogni azione ne genera un'altra correlata e cioò che riteniamo coincidenze significative (Jung) sono il collegamento con ciò che abbiamo realizzato in vite passate.
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Una struttura narrativa molto intricata in quanto è costituita da numerose storie in epoche diverse con personaggi che interpretano più ruoli contemporaneamente. Apparentemente la storia sembra non avere un filo conduttore almeno per metà della durata del film, ci si lascia prevalentemente stregare dagli splendidi scenari futuristici della Seoul del 2144 cercando di trovare una spiegazione a storie senza senso.
Le storie parallele svolte in epoche diverse servono a mettere in luce il significato del film: l'essenza dell'uomo non ha morte. Ogni azione ne genera un'altra correlata e cioò che riteniamo coincidenze significative (Jung) sono il collegamento con ciò che abbiamo realizzato in vite passate. Il tempo non importa tutto è connesso, come cita anche la locandina di questo film. Quando il musicista muore suicida nel bagno dice qualche secondo prima: "non rimarremo morti a lungo" . Teorie quantistiche e filosofie spirituali orientali sostengono con forza questa storia (viene citato il principio di indeterminazione di Heisenberg ma anche Newton).
Film sconsigliato e non adatto ad un pubblico di cultura medio-bassa, questo spiega il perchè di tante critiche negative. E' un film molto profondo e di rara originalità
Nonostante sia tratto dal romanzo ritengo sia una pellicola molto molto ambiziosa e piena di coraggio. Un grande film
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alex01
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giovedì 27 dicembre 2012
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bellissimo!!!!!!!!!!!!!!!
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Non voglio spoilerare assolutamente niente per non rovinare il film a quelli che lo vedranno .. posso solo dire che e' un film assolutamente fantastico intrecciato in 6 storie che so congiungono l'uno con l'altro!
il film e' leggermente differente dal libro ma se la cava comunque egregiamente in confronto
Bravo tra tutti Tom Hanks istrionico nei vari personaggi interpretati ma anche tutti gli altri famosi attori anche essi superlativi nel calarsi nei panni (certe volte direi quasi irriconoscibili) di altrettanti diversi personaggi.
2 ore e 45 minuti di un film che non lascia mai da solo lo spettatore e ci convince a seguirlo per vedere come va a finire..e' un film che o lo ami o lo odi non ci sono vie di mezzo.
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Non voglio spoilerare assolutamente niente per non rovinare il film a quelli che lo vedranno .. posso solo dire che e' un film assolutamente fantastico intrecciato in 6 storie che so congiungono l'uno con l'altro!
il film e' leggermente differente dal libro ma se la cava comunque egregiamente in confronto
Bravo tra tutti Tom Hanks istrionico nei vari personaggi interpretati ma anche tutti gli altri famosi attori anche essi superlativi nel calarsi nei panni (certe volte direi quasi irriconoscibili) di altrettanti diversi personaggi.
2 ore e 45 minuti di un film che non lascia mai da solo lo spettatore e ci convince a seguirlo per vedere come va a finire..e' un film che o lo ami o lo odi non ci sono vie di mezzo..magari qualche volta si fa fatica a seguire il filo del discorso un po per via della lunghezza del film un po per la trama molto vasta
Ci vogliono ancora 2 settimane e piu prima che esca in Italia e mi stoppo qui...per non rovinare come dicevo prima il film agli altri...
per farvi capire realmente che ho visto il film posso solo dire che le scene del trailer italiano sono state quasi tutte prese nei primi 10 minuti del film e lo stesso finisce con un Tom Hanks invecchiato e nel futuro ;) (basta basta basta mi stoppo)
Non vedo l'ora comunque di sentire il doppiaggio in italiano!!!!!!!!!!!!!!
Andate a vederlo e non fatevi condizionare dai critici cinematografici (che di fatto campano sulle critiche) e dal box office...
Aprite la mente e godetevi lo spettacolo :)
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lee hook
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sabato 19 gennaio 2013
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l'atlante incompiuto
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Ho atteso a lungo "Cloud Atlas". Ho letto il (bel) romanzo dal quale è tratto - e l'ho regalato ad altri. Ho recuperato l'intera discografia degli M83, la cui "Outro" musica il sublime aperitivo al film di 5.42 minuti che ho visto e rivisto per quasi due mesi, sino ad impararlo a memoria. Ho aspettato, mi sono seduto in centro sala, apposta da solo. Cosa sono tre ore? Appena sufficienti ad abbozzare i mondi ritratti da David Mitchell, mi dicevo, appellandomi alla straordinaria sensibilità dei Watchowski, a grandi speranze. Tradite: da troppa ambizione, da riscritture, forzature che nulla hanno a che fare col romanzo (rapporto Ayrs - Frobisher su tutti), e che anziché avvicinare il pubblico (come in "V per vendetta", anch'esso ben lungi dalla storia cui s'ispira), l'allontanano e indispongono.
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Ho atteso a lungo "Cloud Atlas". Ho letto il (bel) romanzo dal quale è tratto - e l'ho regalato ad altri. Ho recuperato l'intera discografia degli M83, la cui "Outro" musica il sublime aperitivo al film di 5.42 minuti che ho visto e rivisto per quasi due mesi, sino ad impararlo a memoria. Ho aspettato, mi sono seduto in centro sala, apposta da solo. Cosa sono tre ore? Appena sufficienti ad abbozzare i mondi ritratti da David Mitchell, mi dicevo, appellandomi alla straordinaria sensibilità dei Watchowski, a grandi speranze. Tradite: da troppa ambizione, da riscritture, forzature che nulla hanno a che fare col romanzo (rapporto Ayrs - Frobisher su tutti), e che anziché avvicinare il pubblico (come in "V per vendetta", anch'esso ben lungi dalla storia cui s'ispira), l'allontanano e indispongono. "L'atlante delle nuvole" è un romanzo definito dal suo autore 'a matrioska', una piramide, dove il vertice è la storia di Zachary, cima a cui si giunge dopo una parabola temporale dall'800 innanzi per quattro secoli, per poi ridiscendere sino al principio. I registi l'hanno reso 'a mosaico', frammentando le storie, miscelando le epoche. E va bene, è un espediente cinematografico - o più ampiamente narrativo - ormai saldo (vedi "The Fountain - L'albero della vita" di Aronowsky, che consiglio), ma va lasciato TEMPO allo spettatore di immergersi nei diversi frammenti, una certa lentezza 'a capitoli' (Kubrick, Tarantino). Qui, persino la suspense è mutilata: si da un'occhiata e si fugge via, e la gente in sala sbuffava. Tutto è sbrigativo, rapido, raffazzonato. Il proposito di fare di sei storie una storia sola appiattisce, o meglio rade al suolo, la profondità temporale che nel libro si gode, si assapora. L'illuminazione e ascesa (quasi evangelica Assunzione) della 'Prophetess' Sonmi è qui banalizzata e mortificata nella reiterazione di una sola puerile frase: "Da grembo a tomba...". Il Cristo-Sonmi del film è una svampitella innamorata. Più generi: splatter, fantascienza, romance, mal amalgamati e che così conferiscono semplicemente ineleganza, per non dire volgarità, al prodotto. Ed è amaro ammetterlo, ma a tratti gli attori erano così (mal) truccati da ricordare la galleria di freaks di Eddie Murphy. Perché? Perché pretendere tanto? Perché non volare più basso? Perché dare un epilogo Disney a una Grande Storia Collettiva che epilogo non ha? Perché immiserire la raffinata ricerca linguistica di Mitchell a 'Verovero' e allo stucchevole 'Dispiaciuterrima', che in un romanzo zeppo di trovate geniali scivolano, ma in bocca a Halle Barry fanno vergognare d'aver pagato il biglietto? La cinematografia ha dei limiti che la letteratura può permettersi di varcare, Lana & Andy & Tom. O forse, semplicemente, non bisogna 'leggere il libro prima di andare a vedere il film'. Però, che peccato. Cloud Atlas, per me, rimarrà una storia d'amore incompiuta.
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(di beppe baiocchi)
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osteriacinematografo
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lunedì 21 gennaio 2013
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oltre l'universo cinematografico conosciuto
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“Cloud atlas” è il frutto del lavoro congiunto dei fratelli Wachowski e di Tom Tykwer: i tre registi hanno realizzato un’opera caleidoscopica capace d’ingenerare infinite strutture parallele e simmetriche nell’arco di 5 secoli.
E’un esperimento di proporzioni immani,che si spinge oltre l’universo cinematografico conosciuto: il film trascende ogni genere o catalogazione;è una Babele multicolore in cui si dipana la storia dell’uomo,è un mosaico quadrimensionale i cui tasselli fluttuano alla ricerca della giusta collocazione;è un’esperienza sensoriale che priva di ogni comune certezza percettiva e ribalta il modo di interpretare gli avvenimenti;è una sinfonia orchestrata magistralmente,la cui eco si diffonde in ogni direzione,e persino oltre i confini dell’opera.
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“Cloud atlas” è il frutto del lavoro congiunto dei fratelli Wachowski e di Tom Tykwer: i tre registi hanno realizzato un’opera caleidoscopica capace d’ingenerare infinite strutture parallele e simmetriche nell’arco di 5 secoli.
E’un esperimento di proporzioni immani,che si spinge oltre l’universo cinematografico conosciuto: il film trascende ogni genere o catalogazione;è una Babele multicolore in cui si dipana la storia dell’uomo,è un mosaico quadrimensionale i cui tasselli fluttuano alla ricerca della giusta collocazione;è un’esperienza sensoriale che priva di ogni comune certezza percettiva e ribalta il modo di interpretare gli avvenimenti;è una sinfonia orchestrata magistralmente,la cui eco si diffonde in ogni direzione,e persino oltre i confini dell’opera.
Il film è organizzato su vari livelli: c’è un piano superficiale su cui si sviluppano sei storie ambientate in epoche lontanissime fra loro; c’è un secondo livello narrativo,la meta narrazione che contiene il prezioso significato del film,il collante universale che tiene insieme le singole vicende.
Un vecchio sfigurato racconta una storia nella notte. E subito si cade fra le maglie aggrovigliate di “Cloud atlas”,nel cuore di sei storie proposte in successione frammentaria. Le numerose traiettorie individuali si sommano gradualmente fino a fornire un quadro unico. Cause ed effetti si sincronizzano e i legami fra epoche e personaggi diversi si allacciano fino a comporre un affresco di rara bellezza estetica. Gli avvenimenti si susseguono in un tourbillon tale che tempo e spazio si comprimono e dilatano fino a perdere consistenza; nulla si perde,ed ogni scelta produce conseguenze che si ripercuotono nella cassa di risonanza dell’eternità,e i percorsi dei singoli individui si propagano in modo esponenziale fino a delineare e comporre l’odissea della vita.
“La nostra vita non è nostra” –rivela Somni 451- “Da grembo a tomba siamo legati ad altri, passati e presenti, e da ogni crimine e ogni gentilezza generiamo il nostro futuro”.
“Cloud atlas” è un viaggio alla ricerca del Sè e della Verità, è un’opera che racconta la vita,è un film che non inizia e non finisce realmente,è un lento e dolce barcamenarsi alla ricerca di un Graal che è l’uomo stesso,è tutto e niente,e le risposte non esistono; esiste un enorme meccanismo che ruota su se stesso,grazie alla spinta di azioni e reazioni di infinite particelle che compongono una forza unica.
Gli interpreti si rivelano straordinariamente versatili: la loro dedizione è tale da rendere credibile ogni singola trasformazione,ogni minuta evoluzione della biglia iridescente che l’opera incarna.
Tutti i protagonisti sono importanti perché mossi da un’intuizione che insinua la convinzione di poter abbattere la statizzazione forzosa delle idee e ribaltare il sistema. “Ogni confine è una convenzione che attende d’essere trascesa. Si può superare qualunque convenzione, solo se prima si può concepire di poterlo fare” – scrive Frobisher in una delle sue lettere a Sixsmith. L’intuizione di ribellarsi si trasmette e moltiplica nel tempo fino a guadagnare forza e autorevolezza e ad esplodere poi nel divenire dell’essere.
“Libertà, il frivolo motivetto della nostra civiltà” –spiega il vecchio Cavendish in cattività- “Ma solo quelli che ne sono privati hanno il benché minimo sentore di cosa sia realmente”.“Cloud Atlas” esprime il desiderio universale di libertà del genere umano.
www.osteriacinematografo.com
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chiaramodonesi
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giovedì 10 gennaio 2013
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la fine non è che l'inizio
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Cast stellare per un film epico e grandioso, funambolico e colossale. Un vortice trascina lo spettatore in un continnum spazio temporale dove passato, presente, futuro prossimo si accavallano in una continua corsa che tiene lo spettatore incollato per due ore e quarantacinque. Sequenze spettacolari e futuristiche danzano insieme a scenari elisabettiani e anni '30 come un maestoso corpo unico ricco di intrecci e di personaggi. Gli attori protagonisti (Tom Hanks, Jim Broadbent, Hugh Grant, Halle Berry) si divertono a sdoppiarsi, triplicarsi, quadruplicarsi in un infinito gioco di specchi non accontentandosi solo di vestire i panni di uomini e donne ma giocando anche sul cambiamento di sesso: anche solo per pochi frame, anche solo per pochi attimi.
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Cast stellare per un film epico e grandioso, funambolico e colossale. Un vortice trascina lo spettatore in un continnum spazio temporale dove passato, presente, futuro prossimo si accavallano in una continua corsa che tiene lo spettatore incollato per due ore e quarantacinque. Sequenze spettacolari e futuristiche danzano insieme a scenari elisabettiani e anni '30 come un maestoso corpo unico ricco di intrecci e di personaggi. Gli attori protagonisti (Tom Hanks, Jim Broadbent, Hugh Grant, Halle Berry) si divertono a sdoppiarsi, triplicarsi, quadruplicarsi in un infinito gioco di specchi non accontentandosi solo di vestire i panni di uomini e donne ma giocando anche sul cambiamento di sesso: anche solo per pochi frame, anche solo per pochi attimi. Ma tutto questo non stona e non infastidisce in un film che tenta di costruire una tela immensa e dalle mille ramificazioni dove "la fine non è che l'inizio e il tuo inizio sarà la mia fine". Allarmante ed angosciante il futuro previsto dal trio Wachowki - Tikwer in ua nuova Seoul che usa corpi umani come carne da macello e da riciclo ed inneggia ad un cannibalismo oscuro fatto non a caso su corpi di donne (solo di donne!) mentre i maschi consumatori ne sfruttano ogni singolo pezzetto e porzione. BucolicA, invece, l'ultima cartolina del futuro in una nuova terra immersa in una landa dove gli anziani raccontano le loro storie ai più piccoli davanti ad un fuoco (quale immagine più arcaicamente potente di questa?). Ed in mezzo una composizione sinfonica "perfetta", una storia d'amore struggente, una brava e coraggiosa giornalista anni '70 (sembrava un pò din respirare le atmosfere di "Starsky ed Hutch") per finire con un pizzico di "Radici" nella storia di amicizia tra un bianco ed un ex schiavo in un' America elitaria e razzista fatta di crinoline e gonne ampie. E' talmente tentacolare la struttura di questo film che è difficile se non impossibile percepirne i mille spunti e risvolti: dalla strana lingua parlata da Tom Hanks e Halle Berry (il "vero vero") una sorta di crasi tra il latino e un linguaggio bambinesco; alla nascita di una "religione" basata su una persona (una donna in contrapposizione alla deificazione al maschile di tutti i culti a partire dal cristinesimo?)che sacrifica se stessa pur di lanciare il suo messaggio di libertà, speranza ed uguaglianza (il riferimento a Cristo non sembra tanto lontano no?).
Un grande film che bisognerebbe vedere ancora e ancora per capire meglio tante cose, una su tutte: il genere umano.
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lisadp
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domenica 13 gennaio 2013
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la nostra vita non ci appartiene
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"La nostra vita non ci appartiene. Da grembo a tomba siamo inevitabilmente legati ad altri." [Sonmi 451]
"Che cos'è l'oceano se una moltitudine di gocce?" [Adan Ewing]
Noi non siamo altro che storie, raccontate nel tempo e nel tempo mutate per lasciare spazio ai nuovi piccoli particolari. Ma in fondo storie restiamo. La nostra vita non è nostra perchè noi apparteniamo al mondo, apparteniamo gli uni agli altri, lasciamo il segno gli uni sugli altri, siamo solo gocce nell'oceano che è il ciclo della vita e la nostra dipartita non è che un nuovo arrivo, un nuovo inizio e ciò che resta è il nostro eco, la nostra storia impregnata nelle persone e nei luoghi a cui siamo stati legati.
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"La nostra vita non ci appartiene. Da grembo a tomba siamo inevitabilmente legati ad altri." [Sonmi 451]
"Che cos'è l'oceano se una moltitudine di gocce?" [Adan Ewing]
Noi non siamo altro che storie, raccontate nel tempo e nel tempo mutate per lasciare spazio ai nuovi piccoli particolari. Ma in fondo storie restiamo. La nostra vita non è nostra perchè noi apparteniamo al mondo, apparteniamo gli uni agli altri, lasciamo il segno gli uni sugli altri, siamo solo gocce nell'oceano che è il ciclo della vita e la nostra dipartita non è che un nuovo arrivo, un nuovo inizio e ciò che resta è il nostro eco, la nostra storia impregnata nelle persone e nei luoghi a cui siamo stati legati.
Sembra un concetto semplice da trascrivere in poche righe, ma chi ha davvero, realmente preso coscienza di tutto ciò? i personaggi di Cloud Atlas. I personaggi intrecciati tra loro nel corso dei secoli che sono riusciti ad apportare un piccolo cambiamento nelle storie, quelli che hanno potuto guidare, anche se in modo più flebile o più radicale, gli altri destini, come una cometa da seguire.
il film è un racconto non solo innovativo, ma epico e magistrale, che spiega in storie ed immagini e suoni l'idea della nostra presenza nello spazio e nel tempo.
Inutile raccontare come i personaggi siano stati incredibilmente coinvolgenti e ben studiati, nonchè interpretati meravigliosamente da tutto il cast; le scenografie che appaiono allo stesso tempo reali ed irreali, quasi sognanti, incredibilmente poetiche o crude; una colonna sonora che si fa più vivida ed incredibile solo con il procedere del film, con il comprenderlo, quasi fossimo tutti il giovane compositore Robert Frobisher che la scopre poco a poco come scopre la morale del film. Il mix di questi componenti e una straordinaria regia e sceneggiatura hanno permesso che un capolavoro venisse trasmesso nelle sale cinematografiche, un capolavoro che entra a spintoni nella mente dello spettatore e che questo sia daccordo o no, gli insinua davvero il dubbio che la nostra vita non ci appartenga.
un applauso alla regia che ha creato un piccolo miracolo.
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[+] recensione memorabile!
(di pinkblack9)
[ - ] recensione memorabile!
[+] sottoscrivo...
(di maiomon78)
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[+] un film interessante.
(di antonio montefalcone)
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eaglefly
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martedì 15 gennaio 2013
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una sinfonia per l'universo, il tempo e le civiltà
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Cloud Atlas, colossale. Il nuovo Matrix è una evoluzione della precedente trilogia e dell'arte cinematografica. Il film è tratto dall'omonimo romanzo di David Mitchell.
Un diario, una sinfonia, un déjà vu sono alcuni fili conduttori che accompagnano lo spettatore nel labirintico Atlante delle Nuvole: i 3 registi e gli autori hanno lavorato a 6 storie (ed altrettanti generi cinematografici) come se fossero universi paralleli uniti in un intreccio totale e definitivo.
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Cloud Atlas, colossale. Il nuovo Matrix è una evoluzione della precedente trilogia e dell'arte cinematografica. Il film è tratto dall'omonimo romanzo di David Mitchell.
Un diario, una sinfonia, un déjà vu sono alcuni fili conduttori che accompagnano lo spettatore nel labirintico Atlante delle Nuvole: i 3 registi e gli autori hanno lavorato a 6 storie (ed altrettanti generi cinematografici) come se fossero universi paralleli uniti in un intreccio totale e definitivo. Le storie ed i personaggi sono connessi genialmente e si possono leggere su vari livelli. Spaziano al destino dei personaggi, alle frasi dette e scritte, ai dettagli degli oggetti, le scene ripetute, le loro azioni (quelle deprecabili fino a quelle eroiche) e le loro coscienze. Proprio come la tecnologia cloud (come il titolo suggerisce), che è una delle moderne evoluzioni/rivoluzioni in campo informatico, che unisce le risorse ai soggetti operanti.
Rivoluzione anche culturale quella degli eroi del film ma che vorrebbero diffondere all'umanità. Magnifiche le citazioni delle più importanti teorie etiche, scientifiche e culturali della nostra civiltà, da Darwin a Malcom X. Dagli istinti di sopravvivenza agli incroci delle razze, da teorie ecologistiche a quelle antidiscriminatorie verso il nero, l'ebreo e l'omosessuale.
Da vedere e rivedere, magari anche in ordinata sequenza temporale grazie alle opzioni degli extra del futuro Dvd e Blu ray.
La cura dei dettagli per le 2 future civiltà è maniacale: hanno elaborato una grammatica ex novo, le fattezze fisiche dei personaggi (pelle e conformità ossea) sottolineano l'incrocio futuro delle razze terrestri.
Con Matrix dicono hanno fondato il genere Cyber-punk, non so se anche con questo film fonderanno un nuovo genere cinematografico ma di certo stanno dando il “la” a qualcosa di nuovo e spettacolare.
Uno dei fratelli Wachowski ha cambiato sesso da poco, il messaggio saliente del film condanna la mentalità retrograda, discriminatoria e antiliberticida della nostra società con la speranza che i giusti spezzino con coraggio i gioghi dei più potenti corrotti dalla loro stessa mente chiusa. In una scena saliente il male denigrando: “Siete solo delle gocce in un oceano..." il bene speranzoso: "Cos'è l'oceano, se non una moltitudine di gocce..." (Cit. Madre Teresa di Calcutta).
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uomoragno95
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domenica 13 gennaio 2013
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tutto è connesso: cloud atlas
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Da dove iniziare a descrivere questo film?A pensarci bene forse non c'è un momento esatto per farlo,di solito partirei dal genere nei casi più complessi ma stavolta nemmeno dal genere posso iniziare. Proprio così: Cloud Atlas non ha un genere preciso o meglio ne ha tanti, tutti; allora penserete che sia il solito polpettone riuscito male con sfumature di B movie ma non è così.
Cloud Atlas è un capolavoro, una riflessione sul nostro esistere, sul perchè esistiamo e quale sia il nostro ruolo nel mondo. Sei storie, sei epoche diverse, un solo destino. Sei storie che ogni secondo ci mettono davanti a noi stessi come uno specchio e ci fanno chiedere "Ma allora io ho sbagliato fin'ora?" e ci fanno piangere sorridere commuovere riflettere e divertire, sei storie collegate da molti personaggi legati dalla voglia di essere liberi, di cambiare il mondo; il passato il presente, il futuro .
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Da dove iniziare a descrivere questo film?A pensarci bene forse non c'è un momento esatto per farlo,di solito partirei dal genere nei casi più complessi ma stavolta nemmeno dal genere posso iniziare. Proprio così: Cloud Atlas non ha un genere preciso o meglio ne ha tanti, tutti; allora penserete che sia il solito polpettone riuscito male con sfumature di B movie ma non è così.
Cloud Atlas è un capolavoro, una riflessione sul nostro esistere, sul perchè esistiamo e quale sia il nostro ruolo nel mondo. Sei storie, sei epoche diverse, un solo destino. Sei storie che ogni secondo ci mettono davanti a noi stessi come uno specchio e ci fanno chiedere "Ma allora io ho sbagliato fin'ora?" e ci fanno piangere sorridere commuovere riflettere e divertire, sei storie collegate da molti personaggi legati dalla voglia di essere liberi, di cambiare il mondo; il passato il presente, il futuro ... tutto è collegato e noi esistiamo perchè altri sono venuti prima di noi.
Un'opera impossibile da non amare, coraggiosa e mai noiosa in grado davvero di far riflettere e pensare alle nostre scelte importanti e alle conseguenze che avranno su di noi, poco apprezzata in generale sta iniziando ora a riprendersi; non è altro che la prova che è un film perfetto,difficile e assolutamente non per tutti e nemmeno forse per i critici più giusti. Un film capolavoro epico e imperdibile che merita di essere ricordato e merita un successo che sono sicuro arriverà rapido. E' una piccola goccia in un oceano ma in fondo che cos'è un oceano se non un mare di gocce? E questa è una goccia decisamente grande. Uno dei più grandi film degli ultimi anni.
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